(parte 57)

2.9K 169 0
                                    

La magia del nostro incontro fu spezzata dalla furia dei nostri compagni di scuola che ci corsero incontro per salutare Zayn. Mi ero quasi dimenticata che lui era sempre stato piuttosto ‘popolare’.

«Zayn!» strillarono in coro, i suoi amici lo abbracciarono ed io mi feci da parte.

«Si può sapere dov’eri finito?» gli chiesero, «perché non vieni più a scuola?»

Zayn si portò un braccio dietro la nuca e si guardò intorno, probabilmente cercando me con lo sguardo.

«Ho avuto un po’ di problemi» borbottò lui quasi scocciato da tutta quell’attenzione, «vi racconterò tutto, un giorno» 

Lui era sempre stato piuttosto chiuso e riservato. Nessuno, a parte me, sapeva della situazione di sua madre e non amava particolarmente parlare della sua famiglia con gli altri.

«Ci manchi» sussurrò una ragazza mora, ad un tratto.

«Anche voi mi mancate, ragazzi» replicò lui, «tutti quanti»

Lo lasciai salutare in pace i suoi amici che ormai non vedeva da parecchio tempo e mi allontanai leggermente, finché vidi Niall venirmi incontro.

«Ehi» sussurrò timidamente.

«Ehi» ripetei.

«Quindi Zayn è ufficialmente tornato?» chiese.

«Starà qualche giorno da me» dissi, «mi ha fatto una sorpresa»

«Carino da parte sua» borbottò.

Accennai un sorriso e annuii.

«Guardalo» ridacchiò indicando Zayn che salutava tutti i compagni, «sembra una specie di celebrità»

«Non è stato facile per lui lasciare la scuola e separarsi da tutti» spiegai, «la sua vita non è come quella di ogni ragazzo della nostra età, nessuno dovrebbe vivere una situazione del genere»

Niall rimase in silenzio e fece un passo indietro, «adesso vado, ti lascio col tuo ragazzo»

«Va bene» risposi, «ci sentiamo?»

«Sì, ci sentiamo» fece una smorfia, «quando ti ricorderai di me»

Lo guardai esterrefatta mentre se ne andava, poi lanciai un’occhiata a Zayn che finalmente riuscì a liberarsi e sgattaiolare da me.

«Ce l’hai fatta» sospirai, mentre tornavamo a piedi verso casa mia.

«Non mi mollano» ridacchiò lui, con aria soddisfatta.

«Ti amano tutti» sorrisi, stringendogli più forte la mano.

«Ne dubito» borbottò, «volevano soltanto spettegolare un po’ su dove fossi finito»

«Non credo» risposi, «la scuola non è più la stessa da quando il nostro alunno ribelle se ne è andato»

Scoppiò a ridere, «quasi mi manca, la scuola»

«L’anno prossimo, se tua madre starà meglio, potresti tornare» mormorai.

«Ho già perso un anno quando sono stato bocciato» borbottò, «non voglio perderne un altro»

«La scuola è l’ultimo dei tuoi problemi, adesso» dissi, fermandomi di fronte casa.

«Comunque..» fece una piccola pausa, «i ragazzi mi hanno chiesto se stasera mi unisco a loro»

Rimasi in silenzio per un po’, «dove?»

«Non ho capito bene, mi sembra ad una specie di festa» mi si avvicinò e abbassò lo sguardo, «so di aver detto che avremmo passato ogni secondo insieme, però..»

Non possiamo stare lontani.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora