(parte 41)

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Durante tutto il viaggio non riuscivo a smettere di pensare a lui. Avevo paura che non sarebbe tornato a Londra, e soprattutto avevo paura di perderlo. Chiamai mia madre per avvisarla che stavo tornando a casa e mi inventai una buona scusa. Non mi andava di dirle che ero ripartita perché avevo litigato con Zayn, altrimenti chissà cosa avrebbe pensato. Aveva una buona idea di lui, le piaceva, e volevo che le cose restassero così.

«Eccola qua!» esclamò quando aprì la porta di casa.

«Mamma» sorrisi, abbracciandola.

«Mi sei mancata così tanto» disse.

«Sono stati solo quattro giorni» replicai.

«Lo so» ribatté, «ma non sono abituata a vederti partire»

Accennai un sorriso, e trascinai la valigia dentro casa.

«E’ un peccato che Zayn sia dovuto andare a fare questo corso» disse, poi. Ed ecco che entrò in scena la mia bugia.

«Sì» balbettai, «comunque tornerà anche lui tra qualche giorno, la scuola sta per ricominciare»

«E come sta sua madre?» mi chiese, poi.

«Come sempre» sospirai, «purtroppo non sono andata a vederla»

«E le sue sorelle?» continuò.

«Le adoro» sorrisi.

«E la città com’era?» 

«E’ un interrogatorio?» ridacchiai, «ti racconterò tutto con calma stasera, promesso»

Il resto della serata lo passai in camera, sdraiata a letto a riposarmi un po’. Ero stanchissima e anche piuttosto in ansia, onestamente. Sentii il cellulare vibrare e trovai un messaggio di Waliyha: «Com’è andato il viaggio? Ci manchi già, soprattutto a lui..»

Sentii un brivido percorrermi la schiena, chiusi gli occhi e sprofondai di nuovo la testa nel cuscino. Anche loro mi mancavano tantissimo. Lui mi mancava tantissimo. Avevo un bisogno tremendo di abbracciarlo.

La mattina dopo dormii fino a tardi, mi voltai nel letto ancora assonnata e portai le braccia in avanti per accoccolarmi a Zayn come facevo sempre, poi realizzai che lui non c’era ed aprii gli occhi.

«Vado a fare una passeggiata» annunciai uscendo dalla mia camera, «ci vediamo dopo»

«Va bene, non fare tardi» rispose mia madre, immersa nella cucina.

Annuii e uscii di casa. Infilai le cuffie per la musica nelle orecchie sotto il cappellino di lana, mi coprii bene il collo con la solita sciarpona, e iniziai a camminare spensierata per quanto fosse possibile. In giro c’erano ancora le decorazioni di Natale e la mia vista appannata si focalizzò su un gruppo di ragazze che mi stavano venendo incontro.

«Jess!» esclamò una di loro.

«Alison?» le sorrisi.

«Come stai?» si fiondò ad abbracciarmi.

«Bene, grazie» mentii.

«Non ci siamo più sentite ultimamente» sospirò.

«Già..» mi mordicchiai il labbro. Con la coda dell’occhio vidi Niall poco distante da noi e sentii un nodo allo stomaco.

«Ma tu non dovresti essere a Bradford, da Zayn?» continuò lei.

«Sì, beh..» mi portai una mano tra i capelli, «ha avuto da fare con un corso di fotografia e quindi sono tornata prima»

«Ah, capito» rispose lei.

Continuai a fissare Niall che ormai era sempre più vicino.

«Beh, allora ci vediamo a scuola» mi sorrise.

«Certo» risposi, ancora un po’ distratta. 

Alison attraversò la strada ed io andai incontro a Niall.

«Ehi» dissi.

«Ehilà» fece lui, «sei già tornata?»

«Sì, perchè..» iniziai, ma lui mi interruppe.

«Certo, Zayn aveva da fare con un corso di fotografia» ridacchiò.

«Esatto» mormorai con voce tremolante.

«Jess» fece una piccola pausa, «puoi prendere in giro le tue amiche, ma non me»

«Che vuoi dire?» balbettai.

«E’ successo qualcosa con Zayn? Perché non vuoi dirlo?» chiese.

«Non è successo niente» alzai gli occhi al cielo. Mi aveva scoperta.

«Lui ha fatto una cazzata delle sue, avete litigato e tu sei ripartita da sola» borbottò Niall.

«Non è andata così» scossi la testa. In realtà era andata esattamente così.

«Ti conosco» sorrise.

«Qualsiasi cosa sia successa fra noi, non sono affari tuoi» sbottai.

Niall rimase in silenzio per un po’, «scusa, hai ragione»

Mi mordicchiai il labbro e abbassai lo sguardo senza dire nulla.

«Ci vediamo allora» fece lui.

Annuii, e andai via. Non volevo litigare anche con lui, ma riusciva sempre a tirare fuori l’argomento Zayn e farmi innervosire. Continuai a passeggiare per conto mio, finché non vidi una chiamata persa dal cellulare di mia madre. Tornai a casa e la trovai ad aspettarmi fuori la porta.

«Eccoti, finalmente» borbottò.

«Te l’avevo detto che andavo a fare una passeggiata» feci per entrare dentro, ma mi fermò.

«Aspetta» disse, come se volesse tranquillizzarmi per qualcosa.

«Che succede?» le chiesi, preoccupata.

«Prometti che non farai scenate?» mormorò abbassando il tono di voce.

«Di che stai parlando?» chiesi, confusa.

Lei non rispose ed entrò dentro casa, socchiudendo la porta.

Io rimasi lì fuori immobile in attesa di capire cosa stesse succedendo, finché la porta si riaprì di nuovo e stavolta spuntò fuori Zayn. Sussultai e sentii brividi invadermi tutto il corpo. Non me l’aspettavo proprio.

Rimanemmo a fissarci per qualche secondo poi interruppi il silenzio, «cosa ci fai qui?»

«Sono tornato stamattina» sussurrò, avvicinandomisi.

Deglutii, ancora scioccata. Era tornato, per me.

«Non mandarmi via, ti prego» mormorò a due centimetri dalle mie labbra, «non posso stare senza di te»

Sorrisi e mi strinsi forte tra le sue braccia.

Non possiamo stare lontani.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora