«Stai benissimo, davvero» continuava a ripetermi Zayn, dietro di me.
Mi guardai allo specchio un'ultima volta e mi lisciai i capelli con le mani.
«Sei sicuro?» aggrottai la fronte, senza staccare gli occhi dal mio riflesso.
«Sei» mi lasciò un bacio sul collo, «assolutamente» un bacio sulla guancia, «perfetta» e infine mi voltò verso di lui per baciarmi sulle labbra.
Sorrisi e lo accarezzai, «meno male che ci sei tu»
«Sei ancora agitata?» mi chiese, poco dopo.
«Non sto mica andando in guerra» ridacchiai citando una sua vecchia frase, convincendomi di restare calma.
«Lo so, ma sei tu quella che in questi giorni non ha fatto altro che..» sbuffò, ma lo interruppi subito.
«Adesso sto alla grande» gli sorrisi e lo presi per mano, «andiamo di là»
Lui mi guardò – forse sorpreso – e dopo aver annuito, mi portò con sé in salone.
«Oh, Jess, che piacere riaverti qui!» esclamò subito Trisha, non appena mi vide arrivare.
Sorrisi, leggermente imbarazzata, e ignorai lo sguardo di Yaser puntato su di me.
Corsi ad abbracciare la donna e – dopo aver salutato anche Doniya – mi limitai a fare un cenno anche al padre di Zayn. Mi stava guardando, come se volesse capire il mio atteggiamento, ma stavolta non gli prestai molta attenzione. Mi voltai subito verso il mio ragazzo e tornai vicina a lui, stringendogli nuovamente la mano.
«Beh, che dite? Andiamo a mangiare?» propose Trisha. Sembrava finalmente contenta di avere tutta la sua famiglia riunita, e per la prima volta sentivo di farne parte anche io.
«Allora Jess, ti piace Bradford?» mi chiese ad un tratto Trisha, durante il pranzo.
Zayn, accanto a me, si voltò per guardarmi.
«Molto» risposi, «ormai è come una seconda casa per me»
La donna sorrise e decisi di non far caso alle occhiatacce di Yaser; ero felice di essere lì e non avrei permesso a lui di rovinarmi anche questa breve vacanza.
«Mi sono persa così tanto in questi mesi di ricovero» continuò lei, «e mi sono accorta di non sapere poi così tanto su voi due» indicò me e Zayn.
Io sorrisi e mi voltai verso di Zayn che fece spallucce, «cosa c'è da sapere?» chiese.
Non amava parlare dei suoi sentimenti in pubblico.
«Come vi siete incontrati?» continuò Trisha, piuttosto curiosa.
«A scuola, l'ho perseguitata fin dal primo giorno» ridacchiò lui e io a mia volta.
Anche Waliyha rise, mentre Safaa batteva le mani entusiasta.
«Sempre il solito» la donna scosse la testa poi si rivolse a me, «era fastidioso, vero?»
«Insopportabile, direi» la corressi, «ma per qualche assurdo motivo mi ha fatta innamorare..»
Lo sguardo di Zayn si fece serio e dopo qualche secondo mi regalò un bel sorriso.
Si avvicinò e – con mia sorpresa – mi schioccò un bacio, davanti a tutti.
Li sentimmo schiamazzare un 'oohh' quasi commosso e io arrossii, imbarazzata.
Non avevo il coraggio di guardare verso Yaser, quindi non lo feci. E – onestamente – non mi importava più della sua opinione.
Stranamente lui non osò aprire bocca per tutto il pranzo, e quando finimmo di mangiare si alzò e uscì dalla stanza.
Io aiutai Trisha a sparecchiare la tavola dopodiché tornai in camera di Zayn insieme a lui.
«Allora, come sono andata?» gli chiesi, tutta esaltata.
«Sei stata perfetta» mi accarezzò, facendomi accoccolare su di lui, «perché sei stata te stessa, e te ne sei fregata di mio padre»
«Non mi importava più» alzai le spalle, «non mi lascerò più condizionare da niente e nessuno»
«Questa è la mia ragazza» rispose fiero, mi baciò la fronte e poi mi strinse di nuovo tra le sue braccia.
Nel pomeriggio, Zayn mi portò a fare un giro nel centro di Bradford. C'erano le bancarelle e così ne approfittai per comprare qualche regalino a Safaa e le altre, come ringraziamento per l'ospitalità.
A cena si ripeté la stessa storia; non si fece altro che parlare di me e – onestamente – non adoravo essere al centro dell'attenzione. Yaser se ne stava silenzio, come al solito, e ovviamente la colpa era mia. Dovevo ancora capire cosa gli avessi fatto di male e perché gli stessi così tanto antipatica.
Il giorno dopo, invece, mi svegliai di buon umore. Forse perché mi ritrovai abbracciata a Zayn con le gambe intrecciate alle sue e la testa sulla sua spalla? Assolutamente sì.
«Buongiorno raggio di sole» mi stava fissando con un sorrisetto stampato in faccia. A quanto pare non ero l'unica allegra di prima mattina. Sbattei le palpebre più volte e dopo qualche secondo risposi ancora assonnata, «buongiorno meraviglia»
«Dormito bene?» chiese, accarezzandomi i capelli con le dita.
Annuii e mi rannicchiai nell'incavo del suo collo, lasciandogli un bacio.
Zayn tirò su il piumone e spinse improvvisamente il bacino contro il mio fianco, facendomi gemere.
«Qualcuno si sveglia presto, eh?» boccheggiai, sorpresa.
Sorrise, «è colpa dell'alzabandiera mattutino..» sussurrò, continuando a strusciarsi su di me.
«Zayn, smettila» balbettai, in estasi. Chiusi gli occhi sentendolo aumentare il ritmo e mi voltai improvvisamente verso di lui per baciarlo. Tenni stretto il suo viso tra le mani e lasciai scontrare la mia lingua con la sua. Salii a cavalcioni sopra di lui senza mai staccare le labbra dalle sue e ad un tratto sentii le sue mani scivolare sotto la mia maglia e sganciarmi il reggiseno.
«Idiota» esclamai, mentre lui lo teneva in mano come un trofeo.
Lui rise e continuò a sbandierarlo in aria con soddisfazione, dopodiché decisi di farlo tacere cogliendolo di sorpresa e infilando una mano nei suoi boxer.
Spalancò la bocca e smise di ridere, «Jess, oh dio.. che stai facendo?»
«Approfitto dell'alzabandiera mattutino» sussurrai a voce bassa, «non ridi più adesso?»
Stava per rispondere quando aumentai improvvisamente il movimento della mano facendolo gemere.
«Cazzo..» chiuse gli occhi, buttando la testa all'indietro.
Sorrisi soddisfatta e quando arrivò al limite, gli strappai di mano il reggiseno e lo rinfilai.
«Bastarda» mormorò, respirando a fatica. Aveva ancora gli occhi chiusi e il suo petto si alzava e abbassava velocemente per l'affanno.
«E per fortuna che i maschi erano il sesso forte» lo presi in giro, ridacchiando.
Sbarrò gli occhi di colpo e mi fulminò con lo sguardo, «non provocarmi»
«Come vedi, sono io al comando, amore» continuai a sfotterlo.
«Sicura?» un sorrisetto sghembo comparve sul suo viso e nel giro di pochi secondi mi ritrovai – non so come – sotto di lui.
«Stronzo» sbuffai, affondando la testa nel cuscino mentre lui mi riempiva il collo di baci.
Lo sentii sorridere sulla mia pelle e poi riprese a fare quello che stava facendo. Riuscivo già a vedermi una delle solite macchie rossastre sul collo causate da lui. Si divertiva a marcare il territorio.
Mi sfilò i pantaloncini da notte e mi guardò come se volesse chiedermi il permesso di andare avanti.
«C'è la tua famiglia di là..» mormorai. Non volevo che smettesse, ma era meglio evitare situazioni imbarazzanti.
Ironia del destino, in quel momento Safaa bussò alla porta.
«Dovrei iniziare a chiudere a chiave» Zayn alzò agli occhi al cielo e io risi. La piccola entrò poco dopo e ci salutò con un bel sorrisone, «buongiorno, posso stare qui con voi?»
«Stavamo dormendo..» Zayn finse uno sbadiglio, stendendosi a letto, e io le annuii di nascosto.
Safaa mi sorrise e corse sul letto con noi. Zayn imprecò qualcosa sotto voce e io risi di nuovo.
Quando scesi di sotto, mentre Zayn era a farsi una doccia, trovai Trisha che curiosava tra vari album di fotografie.
«Buongiorno» mi disse, invitandomi ad unirmi a lei.
«Buongiorno» ripetei, avvicinandomi timidamente. Mi lisciai i capelli e li portai davanti le spalle cercando di coprire il maledetto succhiotto fatto da Zayn poco prima.
«Avevo giusto un po' di nostalgia» sorrise, mostrandomi alcune vecchie foto di famiglia.
«Che bella questa» ne indicai una dove Trisha abbracciava tutti i figli da piccoli, compreso Zayn che era al centro con una smorfia adorabile in viso.
«Sì, peccato che Yaser non fosse lì con me» il suo tono di voce si fece più triste.
Rimasi in silenzio a sfogliare le pagine, non sapevo cosa dirle.
«So che pensi ce lui ce l'abbia con te, Jess, ma non è del tutto vero» disse ad un tratto, «mio marito è sempre stato un uomo molto riservato, e chiuso»
«In questo Zayn gli somiglia molto» accennai un sorriso.
«Esattamente» concordò lei, «forse è l'unica cosa in cui si somigliano»
Non dissi nulla ancora una volta.
«Dagli tempo, sono sicura che presto ti accetterà a braccia aperte» mi rassicurò.
Non sapevo se crederle, ma alla fine mi limitai ad annuire.
«Lo spero, grazie» mormorai, e proprio in quel momento Zayn comparve nella stanza.
«Che state facendo?» brontolò quando vide i vecchi album fotografici.
Detestava le sue foto da piccolo, si vergognava da impazzire.
«Eri adorabile» ridacchiai mostrandogli una foto in cui aveva tutta la bocca sporca di cioccolato.
«Mamma, questa me la paghi» borbottò lui, facendo ridere entrambe.
«E questa?» continuai, indicando una in cui faceva pipì in giardino.
«Avevo due anni, non è giusto» sbuffò, imbronciato.
Sorrisi e continuai a sfogliare l'album in cerca di foto imbarazzanti.
«E comunque ero ben dotato per essere solo un bimbo di due anni» aggiunse.
Trisha lo guardò a bocca aperta e io scoppiai a ridere di nuovo.
«Sempre il solito» esclamai e lui si unì alla mia risata.
Mi zittii di colpo quando notai che suo padre era entrato in stanza e ci stava fissando in cagnesco. Per la prima volta decisi di fregarmene, così mi voltai di nuovo verso Zayn e continuai a ridere con lui.Anna Jess ribelle!! LOOL! credo di non continuarlo dato che nessuno vota e commente qualcosa di sensato..
Vorrei sapere qualcosa su questo che sto scrivendo.. mi raccomando ditemi se vi piace.. consigliatelo anche a chi voleto voi...
A presto.
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Non possiamo stare lontani.
FanfictionSi parla di due normalissimi ragazzi, lei Anna e lui Zayn. Due ragazzi apparentemente normali.. con un passato diverso, famiglie poco amate e altre messe al primo posto.. ma tutto cambia fino a quando..