(parte 42)

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Ero così contenta che lui fosse tornato, che non era arrabbiato perché fossi ripartita da Bradford, e che tutto sembrava finalmente essersi sistemato.

«Non me l’aspettavo proprio» sorrisi, staccandomi leggermente dal suo abbraccio.

«Volevo farti una sorpresa» sussurrò, accarezzandomi i capelli.

«Beh, ci sei riuscito» risposi.

«Lo so che hai detto che volevi stare sola, che avevi bisogno di pensare..» si mordicchiò il labbro inferiore, «ma non ce l’ho fatta, non posso stare senza di te»

Sorrisi di nuovo, «non ho più bisogno di pensare a niente»

«Davvero?» chiese.

«Sì» annuii, «hai sbagliato a mentirmi su Ashley, ma so che ti sei veramente pentito e soprattutto ho capito che devo smetterla di essere così insicura»

Sorrise, «perciò niente più litigi?»

«Se tu non combinerai più qualcosa di stupido, allora no» feci una smorfia.

«Perché sei così sicura che non sarai tu a fare qualcosa di stupido?» brontolò.

«Perché io non faccio cose stupide» misi le braccia conserte.

«Ah, davvero?» ridacchiò, poggiando le mani sui miei fianchi.

«Proprio così» continuai, trattenendo una risatina.

«Che presuntuosa» alzò gli occhi al cielo, poi mi guardò attentamente e vidi il suo viso farsi sempre più vicino al mio.

Chiusi leggermente gli occhi e dopo tanto tempo sentii di nuovo le sue labbra poggiarsi sulle mie. Dopo mesi, ad ogni bacio sentivo ancora le farfalle nello stomaco come se fosse il primo.

«Ehi ragazzi» la voce di mia madre mi riportò alla realtà. Sussultai e mi staccai di colpo da Zayn.

«Sì?» chiesi, imbarazzata.

«Avete intenzione di restare qui fuori o entrate?» chiese.

«Adesso arriviamo, mamma» sospirai, mentre lei rientrava.

«A dire il vero devo tornare un attimo a casa» fece Zayn, «devo ancora sistemare le cose che ho portato da Bradford»

«Devi proprio?» sbuffai.

«Sì» annuì, «ero venuto solo per farti la sorpresa» 

«E va bene» sbuffai, «ci vediamo dopo?»

«Certo» mi stampò un altro bacio veloce ma lo fermai prima che potesse andarsene.

«Mi sei mancato tantissimo..» mormorai.

«Anche tu» rispose, «da impazzire»

Quel pomeriggio andai un po’ a casa sua, e lo trovai come al solito a fumare in balcone.

«Dovresti smettere, lo sai vero?» sbuffai, sedendomi accanto a lui.

«Non penso sia possibile» ridacchiò, facendo un altro tiro.

Sbuffai, «mi fai provare?»

«Cosa?» si voltò di scatto.

«Voglio provare a fumare» dissi, decisa.

«Non se ne parla» scosse la testa, facendo uscire dalla bocca cerchi di fumo.

«E perché?» feci una smorfia.

«Perché fa male» ribatté.

«Allora fa male anche per te» protestai.

«Non mi importa» replicò, «non voglio che ti rovini anche tu»

«Che ragazzo premuroso» ridacchiai, poggiando la testa sulla sua spalla.

«Puoi dirlo forte» annuì, portando di nuovo la sigaretta tra le labbra.

Sorrisi, «però sei sexy quando lo fai»

Mi guardò con aria interrogativa, «cosa?»

«Quando fai quei cerchi col fumo» mormorai.

«Non me l’avevi mai detto» ridacchiò.

«L’ho sempre pensato però» replicai.

Sorrise e si avvicinò lentamente al mio viso, «resti a dormire da me stasera?»

«Frena gli ormoni, amore» lo presi in giro, «tra due giorni si torna a scuola, devo mettermi in pari con il programma e poi sono appena tornata, non posso lasciare mia madre da sola di nuovo» 

«Uffa» sbuffò come un bimbo capriccioso.

Sorrisi, mi alzai e mi affacciai dal balcone per guardare meglio la vista.

«Prima ho parlato con Niall» confessai, tutto d’un tratto.

Non disse nulla, buttò la sigaretta a terra e il suo sguardo si ghiacciò di colpo.

«Che ti ha detto?» chiese.

«Mi ha chiesto perché fossi tornata a Londra senza di te» feci una pausa, «e ha capito che avevamo litigato»

«Non può farsi i cazzi suoi per una volta?» borbottò.

«Non ricominciare» alzai gli occhi al cielo.

«Quindi tu puoi incazzarti se parlo con Ashley ma io no se tu lo fai con Niall?» sbottò.

Rimasi in silenzio e abbassai lo sguardo, «è diverso..»

«Non molto, in realtà» ribatté.

«Ashley è la tua ex, Niall è solo un mio amico» insistetti.

«Un amico a cui piaci, però» fece una smorfia.

«Ne abbiamo parlato fino all’esaurimento» sospirai, «basta, per favore»

Non disse nulla e girò lo sguardo altrove.

Mi sedetti di nuovo accanto a lui e decisi di cambiare discorso, «si avvicina il tuo compleanno..»

«Che emozione» finse entusiasmo e fece un'altra smorfia.

«Sei sicuro di non voler festeggiare?» chiesi.

«Non mi sono mai piaciute le feste di compleanno» rispose.

«Ma ci sono i regali!» esclamai.

«Non ne ho bisogno» alzò le spalle, «ho già tutto quello che voglio»

«Cioè?» chiesi, sperando nella risposta che volevo.

«Mh, la ragazza bellissima che in questo momento è proprio di fronte a me..» ridacchiò.

Sorrisi, Zayn sapeva benissimo come farmi sciogliere.

Se non si fosse deciso a organizzare una festa, allora gliel’avrei organizzata io. A sorpresa.

Non possiamo stare lontani.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora