(parte 50)

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- (PUNTO DI VISTA DI ZAYN) 

«Che diavolo hai combinato?» borbottò Waliyha correndomi incontro dopo che Jess se n’era andata.
«Ho fatto quello che dovevo fare» alzai le spalle, «è giusto così»
«No, non è vero» ribatté lei, «sai anche tu che te ne pentirai presto»
«Probabilmente sì» confessai, «ma è l’unica soluzione»
«Lei ti ama da morire» disse, «avrebbe funzionato anche se siete distanti»
«Non è questo il punto» sbottai, «io non voglio che lei debba fare tutti questi sacrifici per stare con me, lo capisci?»
«Sì, lo capisco» sussurrò e posò una mano sul mio viso, «sei davvero dolce a preoccuparti così per lei»
«La amo e voglio solo che lei sia felice» sussurrai, «con o senza di me»
Waliyha restò in silenzio di fronte a queste parole e iniziò a fissarmi attentamente.
«Zayn.. stai piangendo?» sbarrò gli occhi.
«Certo che no» borbottai.
«Hai gli occhi lucidi» sorrise.
«Nah, ti sbagli» feci una smorfia.
«Giusto, tu non piangi mai» mi lanciò un’occhiataccia.
«Esatto» replicai.
Sorrise, «mi accompagni in ospedale?»
«Va bene» annuii. La superai per andare verso la porta ma fui interrotto dalla furia di Safaa.
«Cosa le hai fatto?» gridò.
«Di che parli?» sospirai.
«A Jess» disse, «perché è andata via piangendo?»
«Non sono affari tuoi» alzai gli occhi al cielo.
«L’hai lasciata vero?» era davvero furiosa, «sei proprio uno stronzo!»
«Safaa!» la richiamò Waliyha.
«Ha ragione» abbassai lo sguardo, «è vero, sono uno stronzo»
«Falla tornare qui» piagnucolò ancora.
«Ci sono troppe cose che non capisci» scossi la testa, «che non puoi capire»
«Io voglio Jess!» strillò e poi scappò in camera sua.
Sospirai e guardai Waliyha senza dire nulla. 
«Si è affezionata, è normale» spiegò.
«Ho sbagliato tutto» abbassai lo sguardo.
«Stai solo cercando di fare la cosa giusta per tutti quanti» cercò di confortarmi.
«E allora perché faccio soffrire chiunque mi sta attorno?» replicai.
Lei rimase in silenzio e mi abbracciò, «vieni, andiamo a trovare mamma»

I giorni passavano e andare avanti era sempre più dura, Jess continuava a chiamarmi al telefono, ma io non rispondevo nonostante morissi dalla voglia di correre da lei. Volevo che si dimenticasse di me, che riuscisse ad andare avanti da sola, perché volevo che diventasse forte e indipendente. Sapevo che ci sarebbe riuscita prima o poi, ma l’avevo sempre vista così piccola e indifesa che sentivo il bisogno costante di proteggerla. La verità era che mi mancava stringerla a me, baciarla, fare l’amore con lei, tutto quanto.

Un pomeriggio ero in giro per le strade di Bradford e andai a comprare un pacchetto di sigarette. Sentii una vocina familiare alle spalle e mi voltai di colpo.
«Zayn!» esclamò lei, avvicinandosi.
«Ashley» replicai, ancora un po’ scosso per averla rivista.
«Sei ancora qui a Bradford?» chiese.
«Adesso sì» annuii, «mi sono trasferito definitivamente»
«Davvero?» sorrise, «mi fa piacere»
Accennai un debole sorriso e tirai fuori una sigaretta dal pacchetto.
«Ancora con questo vizio?» fece una smorfia.
«Eh già» risposi distrattamente, facendo uscire dalla bocca cerchi di fumo.
«Non cambi mai, eh?» sorrise, avvicinandosi ancora di più.
Mi sentii un po’ a disagio ad averla così vicina dopo tutto il tempo che era passato, e soprattutto dopo quello che era successo fra noi tanto tempo prima.
«Adesso vado, devo andare a prendere Safaa fuori da scuola» le dissi, cercando di togliermela di dosso.
«Va bene» mormorò, «allora ci vediamo, salutami tanto Jessica»
Alzai gli occhi al cielo nel sentirle nominare quel nome.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese. Probabilmente aveva già capito quello che era successo con Jess.
«Io e lei non stiamo più insieme» mormorai, guardando altrove e riportando la sigaretta fra le labbra.
«Oh, mi dispiace tantissimo» disse subito, e qualcosa mi diceva che non le dispiaceva davvero.
Alzai le spalle e la salutai con la mano, ma lei mi fermò e mi si gettò praticamente addosso.
«In realtà non mi dispiace poi così tanto..» sussurrò.
«Ash, devo andare» cercai di ignorarla ma poi sentii il suo respiro sulla mia pelle e nel giro di qualche secondo era già incollata alle mie labbra. Per qualche assurdo motivo continuai a baciarla per un po’, poi realizzai quello che stavo facendo e mi allontanai.
«Non posso» scossi la testa.
«Perché?» chiese, «hai detto che è finita con Jess»
«La amo ancora» ammisi.
«Ti passerà» sorrise, «come ti era passata per me, no?»
«Sì infatti, mi è passata per te» sbottai, «e le cose non torneranno mai come prima»
«Mi sono davvero pentita di averti lasciato, sai?» 
«Potevi pensarci prima» alzai le spalle.
«E’ stato tanto tempo fa» disse, «possiamo ancora avere un’altra possibilità..»
«No» feci un passo indietro, «mi dispiace»
Ashley rimase lì immobile e senza aggiungere nulla me ne andai.

Dopo aver recuperato Safaa, tornai a casa e corsi in camera da Waliyha. Riuscivo a confidarmi solo con lei.
«Ehi» le dissi.
«Ehi, tutto bene?» squadrò attentamente il mio sguardo.
«No» sospirai.
«Cos’è successo?» chiese, «sembri sconvolto»
«Ho baciato Ashley» mi portai una mano dietro la nuca mentre camminavo avanti e indietro per la stanza.
«Tu cosa?» esclamò.
«No, aspetta, mi sono espresso male» mi corressi, «lei ha baciato me»
«Quella troia» borbottò Waliyha.
«E io non mi sono neanche spostato, pensavo di riuscire a dimenticare Jess con quel fottuto bacio» lanciai un pugno contro il muro, «invece non ci riesco, cazzo, mi manca così tanto»
«E allora va da lei» alzò le braccia in aria, «corri a riprendertela!»
«Ma la distanza..» mormorai.
«Al diavolo la distanza Zayn, va’ a Londra e portala qui con te» continuò.
«Sì, cazzo, stavolta lo faccio sul serio» mi alzai di colpo da terra e rimasi un secondo immobile a pensare.
«Come farei senza di te?» le stampai un bacio sulla guancia e corsi via, «grazie grazie grazie»

Uscii di casa di corsa e salii in macchina nel giro di pochi secondi. Stavo reagendo d’impulso e non era da me, di solito ragionavo molto sulle cose e lasciavo guidarmi dalla testa, ma stavolta scelsi il cuore e realizzai di non aver mai fatto niente del genere per nessun altro prima d’ora. 
Arrivai a Londra nel giro di un paio d’ore e balzai fuori dall’auto non appena la parcheggiai nel vialetto del suo quartiere. Era bello essere di nuovo lì e sapere che presto l’avrei rivista mi fece andare in fibrillazione. Girai l’angolo per andare a casa sua quando ad un tratto mi fermai. Lei era lì, seduta sulle scalette fuori casa con Niall. Mi si gelò il sangue, mi nascosi dietro una colonna e la osservai. Stavano chiacchierando, lei sembrava serena e poi scoppiò a ridere. Mostrò il suo bellissimo sorriso e lui gli era fin troppo vicino. Sentii una fitta nel cuore, lei era felice. Felice senza di me, ed era proprio quello che volevo io, dopotutto. Avevo ignorato per giorni le sue chiamate al cellulare, e adesso non potevo piombare di nuovo nella sua vita così. Le lanciai un’ultima occhiata per accettarmi che stesse bene e poi tornai in macchina, pronto per andarmene e lasciarla libera per sempre.

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