Non possiamo stare lontani.

(PARTE 11)

Il giorno seguente ignorai Zayn, a scuola non gli rivolsi la parola, e neanche il pomeriggio. 
Era venerdì, e mi mancava terribilmente, nonostante cercassi di negarlo. 
Decisi di uscire di casa a prendere una boccata d'aria.
Stavo camminando quando vidi Niall dall'altra parte della strada. 
Continuai a camminare sperando che non mi vedesse, ma non fu così. 
«Hey, Anna» disse, venendomi incontro.
Mi fermai di scatto e ricambiai il saluto, «Hey» risposi.
«Cosa fai in giro tutta da sola?» chiese.
«Una passeggiata, così, per schiarirmi le idee..» alzai le spalle, «tu invece?»
«Sto tornando a casa» disse, «beh, è strano non vederti con Malik..» disse, poi.
Abbassai lo sguardo, «non è poi così strano, invece» risposi.
«Cos'è successo? Avete litigato?» chiese.
«Non mi va di parlarne, scusa» sorrisi leggermente.
«Tranquilla» sorrise, «non dev'essere facile stare con uno come quello..» ridacchiò.
«Niall, non stiamo insieme» feci una smorfia.
«Ok, ho capito, non ne parliamo» alzò le braccia in aria.
«Bravo» ridacchiai.

Proprio in quell'istante vidi Zayn a pochi metri da noi. Il cuore mi iniziò a battere fortissimo, e lo sguardo divenne serio.
Ora si stava avvicinando a noi.
«We, chi si rivede» disse, lanciando un'occhiataccia prima a Niall, poi a me.
Io rimasi in silenzio, sperando che Niall non facesse scenate.
«Va bè, io me ne vado và, ci vediamo Anna» borbottò Niall, scansando Zayn e andandosene. 
«Ti sei già data da fare, vedo» disse Zayn rigidamente.
«Cosa vorresti dire?» chiesi.
«Ti sei dimenticata di quello che ti ha fatto Niall? Adesso ci scherzi come se niente fosse? Assurdo» scosse la testa.
«No, non mi sono dimenticata di niente, e comunque mi ha chiesto scusa per tutto» risposi.
«Beh certo, le sue scuse le accetti, le mie no..» si mise a braccia conserte.
Rimasi un attimo in silenzio, «Dio.. perchè non riesco ad avercela con te?» chiesi, abbassando lo sguardo.
Sorrise, tirandomi a sé. 
Mi strinse tra le sue braccia senza dire nulla, e poggiò il suo mento sopra la mia testa, come se volesse proteggermi. 
Il cuore sembrava volesse esplodermi dal petto, mi stavo innamorando di lui.
«Non ce la faccio a stare lontana da te» sussurrai.
«Non dovrai più farlo» sorrise. 
Ricambiai il sorriso, e mi strinsi ancora più forte a lui.
«Voglio portarti in un posto» disse, staccandosi da me e afferrando la mia mano, «ti fidi a venire in macchina con me?» chiese, ridacchiando.
«Sinceramente.. no» feci un sorrisetto.
«Dai, scema» sbuffò.
«E va bene» sospirai.