(parte 60)

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Ci incamminammo per tornare a casa mano nella mano, non mi sentivo così spensierata da parecchio tempo.

«Ancora non posso credere che tu abbia fatto questo per me» mormorai.

«Cosa? Portarti a pattinare?» ridacchiò, posando lo sguardo sul mio.

«Anche» sorrisi, «ma intendevo terminare la guerra con Niall»

«Beh, diciamo che al momento ho cose più importanti a cui pensare» alzò le spalle, «ma mai dire mai»

«Zayn» gli lanciai un’occhiataccia e lui scoppiò a ridere.

«Sto scherzando» sbuffò, «l’ho fatto perché mi sembrava la cosa più giusta»

«Ed è così, infatti» annuii, «perciò grazie ancora, non hai idea di quanto mi renda felice»

«E questo rende felice anche me» portò un braccio attorno alla mia spalla, «però giuro che se prova di nuovo ad avvicinarsi un po’ troppo a te, potrei non riuscire a controllarmi..»

«Non succederà, siamo amici e basta» sospirai, tirando fuori le chiavi di casa per poi portarle alla serratura. Finalmente rientrammo, e rimasi sorpresa nel trovarla vuota.

«Dov’è tua madre?» chiese Zayn, guardandosi intorno.

Stavo per rispondere, ma vidi un bigliettino poggiato sul tavolo da parte sua. Lo afferrai per poi leggerlo in fretta, «dice di non aspettarci per cena, probabilmente farà tardi stasera»

Zayn annuì distrattamente, si sdraiò comodamente sul divano letto su cui doveva dormire e portò le braccia dietro la nuca. 

Mi sedetti e gli sfiorai la mano, «questa sera dormi con me?»

«Tua madre è stata piuttosto chiara» fece una smorfia, «letti separati»

«Beh, ha detto che tornerà tardi» sussurrai, «non può sgridarci se quando torna noi dormiamo già..»

«Io sono già stanco, in realtà» sbadigliò, socchiudendo gli occhi.

«Eddai, amore» feci gli occhioni dolci sedendomi sulle sue gambe.

Zayn aprì gli occhi di colpo e spalancò leggermente la bocca.

«Che c’è?» sorrisi soddisfatta, «ho risvegliato qualcosa, lì sotto?»

«Cazzo, Jess» mormorò non appena iniziai a muovermi in modo provocante sopra di lui. Sorrisi, avevo davvero voglia di averlo tutto per me, quella sera.

Mi avvicinai al suo viso e poggiai dolcemente le labbra sulle sue, mentre le sue mani si posarono sulla mia schiena tirandomi più vicina a lui. Iniziai a slacciargli i bottoni dei pantaloni fino a sfilargli la cintura, per poi far scivolare una mano all’interno dei suoi boxer.

«Porca puttana» ansimò aggrappandosi con un braccio ai lati del divano letto.

Sorrisi soddisfatta e continuai a farlo impazzire, osservando la sua faccia in estasi.

«Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia ragazza casa e chiesa?» ridacchiò ad un tratto.

Scoppiai a ridere anch’io, «se vuoi, posso fermarmi»

«Prova a fermarti e vedrai cosa ti faccio» gemette di nuovo.

Sorrisi di nuovo e aumentai il ritmo, facendolo quasi arrivare al limite.

«Merda» si morse il labbro, «a cosa devo tutto questo?»

«Beh, diciamo che oggi hai fatto il bravo» sussurrai contro le sue labbra, «mi hai portata a pattinare e hai chiesto scusa a Niall, te la meriti una bella ricompensa»

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