Act 22

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Scendiamo ad Alamosa e, cercando di apparire onesti e innocenti, solleviamo il pollice per fare l'autostop.
Quando capiamo che non funziona, Salvatore mi dice che è arrivato il momento di usare le gambe.

Alla fine, si ferma un signore molto gentile su una El Camino.

Quando gli diciamo che siamo diretti al Great Sand Dunes National Park, lui annuisce tutto contento e ci porta fino al centro visitatori.

Apro lo zaino per offrirgli dieci dollari per la benzina, ma si rifiuta.
Anzi, ci allunga anche venti dollari.

?:"Uscite a cena sta sera. Avete bisogno di mettere un po' di carne su quelle ossa"
Ci esorta.

Contempla per un attimo nostalgicamente le dune, che scintillano dorate alla base delle montagne azzurre e incappucciate di neve.

?:"Se la mia Meg fosse ancora viva, la chiamerei per dirle di infornare un bell'arrosto"

Sui suoi occhi scende un velo, ma poi torna bruscamente al presente.

?:"Abbiate cura di voi, ragazzi"

E se ne va con la sua El Camino.

Cerco di scrollarmi di dosso la strana tristezza che il suo addio mi ha insinuato.

Salvatore mi prende per mano e mi porta verso la sponda di un ruscello che scorre alla base delle dune.

Sal:"È come se qualcuno avesse preso un pezzo di Sahara e lo avesse depositato in Colorado"

"È pazzesco"
Commento, scattando una foto.

"Perché la gente è in città come K-Falls, quando al mondo ci sono posti come questo?"

Sal:"Ottima domanda"
Risponde, e apre le braccia come per cingere l'intero, vastissimo panorama.

Sal:"Forse non dovremmo mai più tornare a casa"

Sembra abbastanza compiaciuto dalla sua idea.

Ci incamminiamo lungo un crinale verso la cima delle dune.
La sabbia cede a ogni passo e i nostri piedi affondano.
Sento Salvatore respirare affannosamente alle mie spalle.

Quando arriviamo quasi alla cima, comincia a soffiare un vento che solleva la sabbia e ce la scaglia addosso.
È come essere puniti da mille aghi.

Sal:"Sembra esfoliante per il corpo"
Dice togliendosi la sabbia dal viso.
Sal:"C'è gente che paga un sacco di soldi per questo"

"Per te il bicchiere è sempre mezzo pieno, vero?"

A parte la sabbia che punge, arriviamo in un punto bello da toglierti il fiato.

Oltre le dune, la prateria è tappezzata di fiori gialli.

Scatto una foto di noi due, sorridenti e con la sabbia che minaccia di entrare negli occhi.

A questo punto dobbiamo riscendere a piedi, ma quando mi volto vedo una vecchia slitta di plastica mezza sepolta.

Quando la indico a Salvatore, lui s'illumina.

"Pensi anche tu quello che penso io?"
Gli domando, ma sono sicura di sì e non attendo una sua risposta.

Salgo davanti, lui si piazza in piedi dietro di me, la mani sulla mia schiena.
Si mette a correre spingendomi, poi salta sulla slitta.

Si aggancia forte alla mia vita e nasconde la faccia tra i miei capelli.

Il vento mi batte la sabbia in faccia, ma non importa, e strillo di piacere.

Alla base della duna, restiamo sdraiati senza fiato nella sabbia.

Sal:"Wow"

"Chi ha bisogno della neve?"
Grido alzando le braccia al cielo.
"Ti va di tornare su?"

Passiamo così un'ora fantastica e faticossissima a salire e scendere a tutta velocità.

Sal:"Sto morendo di sete"
Dice collassando ai miei piedi.
Sal:"Credo di essermi anche fritto il naso"

Gli lancio una bottiglietta d'acqua che avevo nello zaino, ma atterra lontano.
Lui scatta a prenderla, poi svita il tappo e la prosciuga in due secondi.

"Sei fortunato che ne abbia un'altra per me"
Scherzo.
"Altrimenti sarebbe stato molto egoista da parte tua"

Lui sbuffa.

Sal:"Ti conosco, Axi. Lo sapevo che avevi un'altra bottiglietta. Adesso chiudo gli occhi. Svegliami tra dieci minuti"

E in men che non si dice si è già addormentato, ai piedi di una duna.

Ci sciacquiamo di dosso la sabbia nell'acqua limpida e fredda del Medano Creek e montiamo la tenda in un vicino campeggio.

Dopo cena, chiudiamo il nostro cibo e gli zaini nello scatolone metallico a prova di orso ai margini del campeggio.

La notte arriva all'improvviso, come se il sole fosse una candela e qualcuno ci ha soffiato sopra.
E in cielo sbucano le stelle; più di quante ne avessi mai viste in vita mia.

Guardo in su abbacinata, troppo stanca per parlare.

Sento la mano di Salvatore accarezzarmi una guancia, scostandomi un capello.
Poi guarda anche lui in alto.

Sal:"Cerchi un'altra stella cadente?"
Chiede con un sorriso.

"No"
Rispondo, abbassando lo sguardo su di lui e incontrare il suo.

Sal:"Stanca?"

Annuisco mentre mi stropiccio un occhio.

Le sue braccia mi circondano, avvicinandomi a lui.
Poso la testa sulla sua spalla, mentre mi accarezza dolcemente la schiena.

Sal:"È magnifico, tutto questo."
Sussurra, guardando le stelle.

Sorrido e chiudo gli occhi, lasciando che il sonno mi venga a prendere.

Eh! Volevi il kiss eh!

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Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora