Act 36

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La mattina ci svegliamo nella stessa posizione.
Per qualche miracolo, il mio corpo non soffre di crampi dovuti al suo peso.

Ordiniamo caffè e delle enormi, soffici ciambelle al bar all'angolo, e le chiediamo tostate e gocciolanti di burro.
Poi prendiamo la metropolitana fino al Metropolitan Museum of Art.

Al Met vagabondiamo nelle grandi sale dai soffitti altissimi, ammirando opere famose che avevamo visto solo in minuscole riproduzioni.

E anche se sto contemplando dei capolavori quello che vedo davanti è Salvatore della sera prima, sdraiato vicino a me senza maglia.
Mi rende difficile concentrarmi.

A volte, quando mi guarda in un certo modo, mi chiedo se non stia pensando anche lui alla stessa cosa.

-Una bella ragazza nuda vale mille statue- lo ha scritto il poeta E.E. Cummings.

Ma questa affermazione potrebbe valere se io fossi una bella ragazza.
Magari lo sono ma io non me ne accorgo.

Salvatore si ferma davanti a Madame X, il ritratto di una splendida donna dipinto da John Singer Sargent, e scuote la testa pieno di meraviglia.

Sal:"Di sicuro a Klamath Falls non abbiamo niente di simile"
Commenta.

"Non ci sono nemmeno le falls, a Klamath Falls"
Replico.

Pensavo che avrei sentito in parte la mancanza della mia città.
Per quanto bruttina, era pur sempre il posto in cui sono nata.

Invece non mi manca affatto, perché tutto quello di cui mi importa veramente o se n'era già andato, oppure è in piedi accanto a me in questo museo, e mi tiene per mano.

Arriviamo davanti alla tomba egizia.

Sal:"Speriamo che non sia qualche maledizione da parte del vecchio faraone"

Infilo la mano nel taschino posteriore dei suoi jeans.

"Non ci sono maledizioni"

Sal:"Incappare nella tomba di un faraone non è peggio che vedersi attraversare la strada da un gatto nero?"

"No, questa è una sciocchezza. Stiamo procedendo a casaccio. Potevamo finire nella caffetteria o da qualunque altra parte"

Sal:"Questo mi ricorda..."

"... che hai fame?"

Sal:"Esatto!"

Salvatore raddrizza la schiena e vedo che sta scuotendo di dosso quell'istante di preoccupazione.

Sal:"Sai cos'altro mi piacerebbe?"

"No"
Rispondo, ma la parola mi si impiglia in gola, perché certo che lo so.

Voglio solo costringerlo a manifestarlo.

Salvatore mi spinge contro il muro e preme le sue labbra sulle mie.
Gli abbraccio la vita e mi inarco contro di lui.

Io di questo ho fame...

Nella sala entra una fila di bambini con la maglia di Camp Treetops, così ci infiliamo nella tomba per pomiciare in tranquillità.

Ce ne infischiamo persino quando qualche bambinetto ci vede e corre ridacchiando a chiamare gli amici.

Ma poi ci separiamo e, ridendo anche noi, guadagnamo presto l'uscita.

Ops haha

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Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora