Act 40

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Salvatore mi ordina di dirigermi verso sud, e io obbedisco.
Una volta tanto, senza domande.

Farei qualunque cosa per lui e devo ammettere che la Mustang è un notevole passo avanti rispetto al pick-up.

Ha il servosterzo, l'aria condizionata...
Divora miglia che è un piacere.

Ora Salvatore guarda assonnato il mondo passare fuori dal finestrino, come sono solita fare io.

Sal:"Hai notato"
Dice a un certo punto.
Sal:"come tutto questo paese segua una specie di schema? Città, sobborghi, campagna. Poi di nuovo città, sobborghi, campagna..."

"Non sei mai a più di cinquanta miglia da un McDonald's"
Scherzo.

Sal:"Un bel sollievo"
Ribatte lui.

Verso sera, dopo aver attraversato a tutto gas il Delaware, il Maryland e mezza Virginia, mi fermo in un area di sosta nel bel mezzo delle Blue Ridge Mountains.

Nel crepuscolo umido, distendo i nostri sacchi a pelo vicino agli alberi.

Non mi prendo la briga di montare la tenda, perché non voglio attirare l'attenzione.

Secondo la strana logica del sistema delle aree di sosta lungo le interstatali, dormire è consentito, campeggiare no.
E, anche se campeggiare in un'area di sosta sarebbe stato il minore dei miei crimini e misfatti, non vedo il motivo di farmi svegliare da un poliziotto che batte la sua torcia elettrica contro il paletto della tenda.

Porgo a Salvatore la Slim Jim che gli avevo comprato nell'ultima stazione di servizio, ma lui scuote la testa.

Sal:"Ho ancora sullo stomaco quel Filet-O-Fish che abbiamo mangiato a cena. È peggio di una palla di piombo. Mi sa che mi conviene dormirci sopra."

"Te l'avevo detto di ordinare l'insalata"
Lo rimprovero.
"Era buona"

Lui sbuffa.
Sal:"Prendere un'insalata da McDonald's è come entrare da Car Toys e uscire con un temperamatite"

Si infila nel sacco a pelo senza togliersi nulla tranne la cintura dei pantaloni.

"Bè, io sto benissimo"
Replico imbronciata.

Sal:"Bè, tu non hai un cancro"
Risponde lui, secco.

Trattengo il respiro.
Nel silenzio che segue, sento il frinire dei grilli e le ondate di rumore sollevate dalle automobili che passano sulla interstatale.

Se chiudessi gli occhi, mi potrei quasi illudere di essere sulla riva del mare.

Salvatore mi cerca a tentoni la mano.

Sal:"Scusa"
Sussurra.
Sal:"Non dovevo dirlo"

Mi volto dalla sua parte, le guance bagnate di lacrime.

"Perché? Secondo te dovremmo far finta di niente? Credere solo quello che ci va di credere? È questo che dovremmo fare, Salvatore?"

Lui rimane in silenzio per un lungo momento, la fronte corrugata per la concentrazione.

Sal:"Non lo so, cosa dovremmo fare"
Sussurra.
Sal:"Domattina, svegliarci e ripartire. Cercare di ridere. Amarci. Insomma, che cos'altro c'è da fare?"

"Io ho paura"
Bisbiglio.

Sal:"Non c'è niente di cui avere paura, Axi"

Si porta la mia mano alle labbra e la bacia, proprio al centro del palmo.

"È davvero questo che vogliamo credere? A me sembra che stiamo andando avanti a casaccio, ora, sperando in bene. Dove vogliamo arrivare, Salvatore? Qual è la nostra tabella di marcia? Metaforica, voglio dire. Le istruzioni del viaggio. Le scatole di LEGO hanno le istruzioni di montaggio. I tatuaggi temporanei hanno le istruzioni per farli durare di più. Una volta ho visto un'intera pagina web che spiegava come si ordina il caffè da Starbucks!"

Sal:"Davvero?"

"Sì! Primo passo:'Decidi cosa prendere mentre sei in fila, prima che arrivi il tuo turno'. Ma guarda! Davvero? Però! Grazie del consiglio! Da sola non ci sarei mai arrivata."

Salvatore rideva, adesso.
Sono contenta di averlo tirato su di morale, ma questo non mi fa sentire meglio.

"Dove stanno le istruzioni per le cose importanti? Perché a me servono"
Grido.
"Per esempio, dove trovo le istruzioni per, che ne so, la vita?"

La risata di Salvatore si affievolisce e poi si spegne.

Sal:"Axi, se avessimo delle istruzioni non sarebbe più vita.
Sarebbe un incarico. Lavoro di fabbrica.
Non sapere è una delle voci essenziali del contratto"

So che ha ragione, ma la cosa non mi piace.

Mi avvicino il più possibile a lui, sospirando, ma le cerniere dei nostri sacchi a pelo ci tengono lontani.

"Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe non si riferiscono alla realtà"

Sal:"Eh?"

"Einstein. Era scritto nella prima pagina del libro di matematica. Ma giusto, dimenticavo, te non lo avevi neanche aperto per un esercizio"

Sal:"Per tua informazione la matematica mi piace e il libro lo avevo aperto per fare gli esercizi, solo che non avevo mai notato questa citazione nella prima pagina. Comunque, mi piace"

"Bè, io voglio certezze"

Salvatore avvicina la testa alla mia.

Sal:"Puoi scriverlo nella lista dei regali di Natale"

Mi volto dall'altra parte.

"Non fare il condiscendente con me! Non so nemmeno dove stiamo andando"

Lui rotola di schiena e si mette a guardare il cielo.

È blu scuro e vellutato, e stanno comparendo miriadi di stelle grandi come capocchie di spillo, via via di più, ogni minuto che passa.

Sal:"Questa è una certezza"
Dice.
Sal:"Io ti amo, Axi Morrison. E non smetterò mai di amarti, per sempre"

Sento di nuovo affiorare le lacrime e non mi curo di asciugarle.

"Ti amo anch'io"
Sussurro.
"Anch'io ti amerò per sempre"

Ci scocchiamo un veloce bacio, poi, esausti, ci auguriamo la buonanotte e chiudiamo gli occhi per dormire.

Sdraiata nell'erba in questa notte quasi autunnale, mi sembra quasi di sentire la terra girare intorno al suo asse sotto di noi.

E mentre ascolto la serenata dei grilli mi chiedo se il mio "per sempre" e quello di Salvatore non rappresentino due archi completamente diversi.

Non posso saperlo per certo.
Ma conosco già la risposta.
Non posso saperlo e basta.

Alla fine mi addormento.
Nella nottata, Salvatore e io rotoliamo uno verso l'altra, incrociando le braccia.

Anche la notte sembra tenerci stretti in un grande, morbido, scuro abbraccio.

La voce di Salvatore mi arriva bassa e impastata.

Sal:"Forse ci dovremmo sposare"

Non esce parola dalle mie labbra.

Il mio cuore è troppo pieno.
Pieno di gioia e di sorpresa, e senso di inutilità, naturalmente, perché siamo troppo piccoli per sposarci.

Gli poggio la testa sul petto, sognando di potermi fondere con lui.
Tutto quello che posso fare è adeguare il mio respiro al suo, lento e profondo.

Dopo un attimo mi rendo conto che si è riaddormentato.

Chissà forse quando ha parlato non era nemmeno del tutto sveglio.

Lo so che state aspettando cose Hottt, maialini :)

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Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora