Act 42

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Dopo una cena deliziosa a base di lasagne, pane all'aglio e insalata, durante la quale ho conosciuto la nuova famiglia di mio padre, la mia matrigna ci indica una stanza sul retro della casa.

È molto simpatica, aperta, così come il mio fratellastro, e mi trattano come se ci conoscessimo da tempo.

Salvatore spinge la porta un po' sghemba, che invece di aprirsi su una camera da letto da su un portico chiuso da finestre.
Il pavimento, di legno dipinto, è inclinato e pieno di rigacce.
Contro una parete c'è un divanetto a esse, contro un'altra un letto matrimoniale.

Lou:"Bè, questa sarà la vostra stanza. Spero sia di vostro gradimento, ragazzi"

La ringrazio, e lei con un sorriso sparisce dietro l'angolo.

Salvatore si accascia sul letto.
Mi siedo accanto a lui.
Le lenzuola sono pulite e i cuscini sprimacciati di fresco.

Sal:"Immagino che sei scossa dalla situazione"

"Un po', ma potrei abituarmi"

Si arrotola una ciocca dei miei capelli intorno al dito.

"Ancora, però, non capisco perché mio padre non sia più tornato"

Sal:"Si è fatto una nuova vita, Axi. A tutti un giorno succederà. Tutti dovremmo abbandonare il passato"

Annuisco, anche se il suo discorso mi turba un bel po'.

Guardo fuori dalla finestra e vedo tante luci fluttuanti.
Sono verde giallongnolo e pulsano.

"Guarda! Ci sono le lucciole!"
Esclamo, meravigliata.

Sal:"Non ci vedo nulla di meraviglioso. Sono semplicemente insetti dal sedere luminoso"

"Sono bellissime"
Sussurro.

Salvatore mi scosta i capelli dalla faccia.

Sal:"Mai quanto te"

"Non fare il melenso"

Sal:"Non faccio il melenso. Dico sul serio."
Pausa.
Sal:"Serio da morire, direi"

"Questo non lo devi dire"

Lui sospira.

Sal:"Oh, Axi, sono così stanco. Raccontami una storia della buonanotte"

"E tu cantami una ninnananna"

Sal:"Storia"
Insiste lui.

"Ninnananna"

Sal:"Lancio una moneta"

"No! Non lo fare!"
Strillo.

Salvatore mi guarda stranito.

Sal:"Perché?"

"Non farlo e basta"

Sal:"D'accordo. Ma in questo caso mi devi raccontare la storia"

Ci sdraiamo sul letto.
Io prendo fiato e comincio.
Un inizio da fiaba.

"C'erano una volta un ragazzo e una ragazza"

Sal:"Finora tutto bene"

Rotola su un fianco, in modo da avere la faccia contro il mio collo.

Sal:"La ragazza comandava sempre il ragazzo a bacchetta"
Continua lui, sfiorandomi la pelle con le labbra.
Sal:"Lei gli ripeteva in continuazione che doveva alimentarsi meglio"

"La ragazza aveva a cuore solo gli interessi del ragazzo"
Ribatto.

Sal:"Mmm"
Fa Salvatore, la voce già piena di sonno.

"Lei si voleva prendere cura di lui"
Sussurro.
"E che anche lui facesse lo stesso per lei"

Taccio, ascoltando una musica provenire da qualche stanza della casa.
È Bob Dylan, ne sono certa, ma non conosco la canzone.

"La ragazza sapeva quanto fossero fortunati a essersi trovati l'un l'altra"
Continuo.

"Sapeva che certe persone devono cercare anni prima di trovare quello che vogliono. Altre invece, quelle poche dotate di vera fortuna, ci inciampano dentro. Come i bambini sulla spiaggia. Qualcuno torna a casa solo con dei sassi e delle conchiglie rotte, altri dissotterrano un dollaro dalla sabbia perfetto, fragile e stupendo."

Salvatore sospira. Si è già addormentato.

"La ragazza aveva capito anche un'altra cosa, e forse anche il ragazzo. L'amore è magico e infinito, ma la fortuna, alla fin fine, no."

Stringo i pugni lungo i fianchi.

Guardo fuori dalla finestra sperando in un'altra stella cadente per esprimere un altro desiderio, ma la sera ha portato le nubi.

Le uniche luci sono quelle delle lucciole, che pulsano, pulsano nel buio.

Scusate per la lunga assenza, ma sono pigra :')

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Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora