Act 31

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Salvatore e io ce ne stiamo mano nella mano davanti alle rovine: muri diroccati, case bruciate, marciapiedi invasi dalla sporcizia e la mole cava di un vecchio stabilimento della Ford.

Sal:"Bè, benvenuta a Detroit"
Dice.

Sembra stare un po' meglio, e lo spero con tutto il cuore.

Si china a raccogliere un dente di leone da una crepa nel marciapiede.

"Doveva essere un bel posto, un tempo"

Salvatore annuisce, lo sguardo pensieroso rivolto al luogo.

Per un po' restiamo semplicemente lì in piedi, senza dirci niente, con le dita che si sfiorano.
Guardiamo gli uccelli volare in cerchio sopra le nostre teste e le nuvole spostarsi nel cielo.

Dopo un po' mi sporgo verso Salvatore e gli do un bacetto.
Lui mi prende il viso tra le mani.

Sal:"Ti posso invitare a cena?"

Sorrido.
"Mi stai chiedendo di uscire insieme?"

Sorride anche lui, e scrolla le spalle.
Sal:"Dipende. Dici che mi porterà oltre la prima base?"

"Maiale!"
Dico ridendo.

Sal:"Maiale!"
Ripete.
Sal:"Ben detto. Andiamo a papparcene uno"

Andiamo in macchina fino al centro.
Salvatore canticchia tamburellando con le dita sul cruscotto.
Vederlo così spensierato mi solleva un po' il morale.

Troviamo un ristorante con delle panche di velluto arancio, alle pareti strani strumenti musicali e decine di foto in bianco e nero della Detroit dei tempi d'oro.
Qualcuno suona il pianoforte in un angolo e il locale è gremito.

"È un po' un incrocio tra un bar proibizionista e un T.G.I Friday's"
Commento mentre prendiamo posto.

Abbiamo un tavolino e il cameriere viene subito a portarci due bicchierini colmi di un liquido trasparente.

?:"Acquavite ungherese"
Dice il cameriere, a mò di saluto.
?:"Torno tra un attimo a prendere l'ordinazione"

Salvatore e io guardiamo i bicchierini, poi l'altro.

"Dobbiamo?"
Domando.

Lui si finge deluso.
Sal:"Con tutti i documenti falsi che mi sono portato dietro. Non vedevo l'ora di poterne usare un altro"

Alziamo i bicchieri e brindiamo.

"Alla salute", diciamo all'unisono.
Svuotiamo i bicchierini tutto d'un fiato e il liquore mi brucia in gola, facendomi rabbrividire.

"Sa di questo il liquido antigelo dei radiatori?"

Salvatore si rigira la sua acquavite tra la lingua e il palato. Poi la manda giù.

Sal:"Sembra più alcool per massaggi, direi"

È arrivata allo stomaco e mi sta riscaldando.
Possibile che mi senta già più sciolta e con la testa leggera?

"Davvero buffo come basti un bicchierino per farmi sentire così ribelle, come se già non lo fossi"

Sal:"Da quando ti definisci una ribelle?"
Replica ridendo appena.

"Rubare un auto è da ribelli"

Sal:"Ommioddio Sal! Non rubare quella macchina! Siamo dei ladri!"
Mi prende in giro, cercando di imitare la mia voce.

Rido divertita, fin quando una voce sconosciuta ci interrompe.

?:"Voi due non siete di queste parti, vero?"

Salvatore e io alziamo subito gli occhi, spaventati.
Chi ha colpe è sempre un po' nervoso, immagino.

Ma è solo il nostro cameriere, che ha l'aria di essersi fatto anche lui un paio di quei bicchierini.

Sal:"No, infatti"

Lui ci punta un dito addosso.

?:"Bè, quando tornate a casa, dite ai vostri amici che la vecchia Detroit gode di ottima salute. Lo so che siete stati a vedere le fabbriche chiuse. Lo fanno tutti. Ma non ricordatevi solo delle cose morte. Ricordatevi anche di questo"
Indica con un ampio gesto la sala rumorosa.
?:"Ricordatevi della musica e dell'acquavite. Promesso?"

Io e Salvatore annuiamo in tandem, e il cameriere annuisce a sua volta, soddisfatto.

Quando se ne va di nuovo, Salvatore mi prende la mano.

Sal:"Ha ragione. Bisogna ricordare anche le cose belle, Axi"

Qualcosa nel modo in cui lo dice mi fa venire i brividi lungo la schiena.
Come se sono stesse parlando solo di Detroit.
Ma sorrido e gli stringo lo stesso la mano.

"Affare fatto. Parola di scout."

Salvatore sorride.

Sal:"Sei davvero bella, lo sai?"

Abbasso lo sguardo sulla tovaglia, ma lui mi solleva il mento con dito, costringendomi a guardarlo negli occhi scuri, come fa ogni volta che mi dice un complimento.

Sal:"Dico sul serio. Non auto-giudicarti. Qualcuno te lo dovrebbe ripeterti ogni singolo giorno. E in questo momento quel qualcuno sono io"

"Sarai sempre tu"
Mormoro.

Sorride di nuovo.

Sal:"Vieni qui"

Vado dalla sua parte di tavolo e mi siedo sulle sue ginocchia.
Una sorpresa per entrambi.

Sal:"Axi"
Dice con la gola chiusa.

E mi passa un dito alla base del collo.

Sal:"Non mi sembravi tipo da effusioni in pubblico"

Fremo sotto le sue dita e appoggio la fronte alla sua.
Quando parlo, le nostre labbra sono vicinissime.

"Sto imparando a vivere pericolosamente"

Lui si fa di qualche millimetro più vicino, finché la sua bocca quasi sfiora la mia.

Sal:"E ti piace?"

Sento quasi il suo sapore e aspetto un altro lungo, prezioso istante.
Poi premo la bocca contro la sua, e infilo le dita tra i suoi capelli spettinati.
Una sensazione di calore mi pervade.

"Sì che mi piace"
Sussurro.
"E tanto"

Mi sento quasi ubriaca. Allora è questo che si prova quando si beve troppo. Ma non è colpa dell'acquavite.

Posso affermare con sicurezza che l'acquavite non regge minimamente il paragone con l'amore... e il desiderio.

Salve, sono indietro con i capitoli, addio.

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Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora