Act 43

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La nuova famiglia di mio padre mi accoglie benissimo.

Lou:"Ho sempre desiderato una figlia femmina"
Dice in tono nostalgico.

Lou:"Quei maschiacci e le loro auto. Li amo infinitamente, ma non fanno altro che parlare di cavalli e carburatori, mentre dentro di me penso: Chi mi aiuterà a potare le rose?"
Dice, legandomi la treccia con un elastico.

"Non sono molto esperta di giardinaggio"
Ammetto.

Lou:"Ti piacerebbe. Sei una persona attenta e scrupolosa, come tuo padre"

Lo ero.

Poi usciamo nella dolce aria di settembre e lei mi mostra come rimuovere le fioriture secche dalla pianta in modo che fiorisse fino a tardo autunno.
Quando torniamo in casa siamo cariche di fiori. Ce ne sono da mettere in ogni stanza.

Tutto sarebbe perfetto se la salute di Salvatore migliorasse.
Adesso che abbiamo un tetto sulla testa può smettere di fingersi sano.

E, naturalmente, ha iniziato a preoccupare tutti i presenti nella casa.

Torno da lui, e mi stendo accanto.
Salvatore mi abbraccia.

Seguo con il dito le vene del suo polso, linee azzurre e delicate visibili come una mappa sotto la pelle trasparente, e penso alla mappa che avevo nello zaino, quella dove avevamo segnato tutte le nostre tappe: Los Angeles. La foresta di sequoie. Detroit. Penso anche al mio sacchetto di souvenir. Oggetti magici che sotto una certa luce sembrano cianfrusaglie.

Sal:"Mi manchi già"
Dice sottovoce.

"Sono qui"
Sussurro.
"Ci sarò sempre"

Sal:"Ma io no"

Il mio petto si gonfia di un dolore insondabilmente profondo e oscuro.
E non dico niente, perché so che ha ragione.

Gli bacio il viso, le labbra, e poi chissà come ci addormentiamo.

Ma nel cuore della notte ci svegliamo, e senza una parola ci voltiamo l'uno verso l'altra.

Salvatore mi afferra le braccia e mi preme le labbra sul collo.
Io gli sollevo il viso, ansiosa di assaporare la sua bocca.
Ci baciamo e io sento un gemito basso... il mio. Mi rendo conto di tremare.

Salvatore sorride, seguendo con dita leggere i contorni della mia fronte, del naso, della bocca.

Gli vado più vicina, facendo scorrere la mano sul suo fianco e lungo la coscia. Lo sento fremere quando con le dita gli sfioro la pancia.

Mi afferra la mano e la tiene stretta.

Sal:"Ti amo"

"Anch'io ti amo"
Rispondo in un soffio.

Poi sfilo le dita dalla sua mano per poterlo toccare ancora.

Ci baciamo per quelle che sembrano ore, a volte teneramente, a volte quasi con disperazione.
Ogni tanto ci interrompiamo per guardarci negli occhi.
È come se stiamo memorizzando i nostri corpi e questo momento.

A un certo punto Salvatore si stacca da me e si sfila la maglietta da sopra la testa.
Poi comincia a slacciarmi i bottoni della camicetta.

Sal:"Ti va di..."
Domanda.

"Sì"

Ci liberiamo in fretta del resto dei vestiti, poi io lo abbraccio e lo guido dentro di me.
Lo voglio dentro il mio corpo, ancora una volta.
E diventare una sola persona.

Salvatore ha il respiro affannato e ci stiamo baciando.
Sfioro la sua schiena con la punta delle dita, fino a salire ai suoi capelli.

Lui mi sussurra parole in bocca, ma io non mi posso concentrare su di esse perché qualcosa dentro di me si sta dispiegando.

Non sono più Axi Morrison.
Sono me stessa e sono anche con lui.
Sono la notte e le stelle.

Lui e io a consumare il nostro desiderio su un umile letto.

Come la prima volta.

Dopo, Salvatore si addormenta addosso a me e io gli accarezzo i capelli, mentre osservo l'oscurità dell'universo fuori dalla finestra.

In questo momento capisco che noi saremo rimasti insieme per sempre.

ORA NON LAMENTATEVI DEL FATTO CHE MANCANO I CAPITOLI HOT! Vi amo :)

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Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora