Act 23

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Poco dopo l'alba, quando il cielo si indora sopra le montagne, rubiamo un pick-up.

Il motore del pick-up è rumoroso e sferragliante e la radio prende solo stazioni AM.

Sal:"Questo coso ha bisogno di un silenziatore"
Dice accigliato.
Sal:"Potrebbe anche esserci una crepa nel collettore di scarico"

"Fantastico, fuggitivi su un rottame"
Commento.
"E, wow, è Elvils quello che stiamo ascoltando in questo momento?"

Sal:"Non è che prima di rubarlo ho avuto il tempo di fargli la revisione"
Risponde con tono stizzito.

Sal:"Comunque, le spiacerebbe dire all'autista quale sarebbe questa prossima tappa, signorina Morrison?"

Scrollo le spalle.
Nel mio programma la tappa successiva sarebbe stata Detroit, a millequattrocento miglia da qui.

"Non lo so. Boys Town e la più grande Palla di francobolli del mondo, forse?" Oppure Carhenge? L'Hobo Museum?"

Sal:"Carhenge?"
Domanda, vagamente interessato.
Sal:"Scommetto che è come Stonehenge, solo con le macchine"

"Complimenti, hai vinto diecimila punti"

Lui mi guarda un po' offeso.

"Scusa"
Mormoro.

La notte, per via del terreno duro, non sono riuscita a dormire.
Stavo meglio appoggiata alla sua spalla.
Avrebbe potuto farmi dormire sul suo petto, o non so, avrebbe potuto coccolarmi fin quando non mi sarei riaddormentata.

Come mi devo comportare riguardo a lui?
Riguardo a noi?

Ne abbiamo fatte tante, insieme, e il nostro viaggio è cominciato molto prima di questa fuga.

Forse è arrivato il momento di dirgli i miei sentimenti, anche se non so bene come descriverli?

Insomma, è iniziato a crearsi un turbine di sentimenti ed emozioni da quando è riniziata la scuola e l'ho rivisto dopo due mesi.

La mia convinzione del "amici per sempre" sta andando a farsi fottere.

Ora sono solo spaventata da tutto quello che provo.

Forse è la paura di non essere corrisposta?
Sì, e decisamente questo che mi spaventa.

In questo momento, mentre viaggiamo in silenzio attraverso la mattinata che si spalanca davanti a noi, vorrei tanto scivolare verso di lui, posargli una mano sulla gamba e sentire il tremito che lo attraversa sotto il mio tocco.
"Accosta e baciami", gli vorrei dire.

Inspiro profondamente.
Non posso avvicinarmi a poco a poco, vigliaccamente, fingendo che fosse per caso.

Devo buttarmi senza pensarci troppo.
O tutto o niente.

Chiudo gli occhi e pregando gli dei dell'amore giovane, Afrodite o Cupido: Fate che non sia un tragico errore.

Quando riapro gli occhi, il pick-up piega verso destra.

"Salvatore?"
Dico con voce quasi stridula perché abbiamo siamo quasi sul ciglio della strada.

Lui non risponde e io mi volto.

È così pallido che sembra azzurro.

Comincia a tossire, un suono orribile, umido e rantolante che gli esce dal profondo.

Mi guarda e i suoi occhi sono pieni di paura.

Un attimo dopo vomita.
Sangue.

"Ferma la macchina!"
Strillo, impadronendomi del volante.

Siamo giù la banchina e in qualche modo Salvatore riesce a schiacciare il freno, tra un conato e l'altro.

Le auto ci sfrecciano affianco, scuotendo il pick-up con lo spostamento d'aria.

"Oh, mio dio, Salvatore!"
Grido, andandogli vicino.

Tendo le mani come per arrestare quel sangue, impedirgli di uscire da lui e rimetterglielo dentro, dove deve stare.

L'aria mi nuota davanti agli occhi.
Sto piangendo.

Dopo un orribile, interminabile instante, Salvatore smette di tossire e si pulisce la bocca striata di rosso con la manica della felpa.

Sal:"Non è niente di che, davvero"
Dice debolmente, tremando come una foglia.
Sal:"Adesso sto bene"

Ma io so per certo una cosa: Salvatore è malato.

Tuttavia, anche qui, è sempre possibile che non lo sia.

RAGAZZI, SALVATORE STA BENE NELLA REALTÀ.

È TUTTO FRUTTO DELL'IMMAGINAZIONE.

E boh raga, è stato pesante scrivere un capitolo così.

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Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora