Act 35

38 6 10
                                    

Insieme, presi nella ressa dei turisti, visitiamo St Marks Place, provando occhiali da sole tarocchi sulle bancarelle e curiosando in un negozio punk a due piani.

Ci fermiamo al St Mark's Bookshop, dove compro una copia di Foglie d'erba di Whitman e un volume di poesie di Dylan Thomas.

Sal:"Poesie?"
Domanda, inorridito.

"Prova a leggerne una"

Lui apre una pagina a caso e legge il contenuto.

Sal:"Okay, rimangio ciò che ho detto. Mi piace parecchio"

"Ho qualcosa che ti piacerà ancora di più"
Dico ridendo.

Lo prendo per mano e lo porto lungo la strada fino alla macchina.

Sal:"È la mia sorpresa?"
Chiede, eccitato.

"Guarda sotto la tenda"

Quando tira fuori la chitarra, i suoi occhi si illuminano.
La soppesa tenendola prima con una mano poi con l'altra, e pizzica esitante una corda.

Sal:"Axi, ma come..."

"Ti piace?"

Sal:"Se mi piace? La adoro!"

Inizia a strimpellare note a caso, stonando ma anche intonando qualcosa.

Sal:"Così mi costringi ad andare a un corso di chitarra!"
Esclama.

Sorrido nel vederlo così felice.

Posa la chitarra sul sedile della macchina.
Mi si avvicina e mi prende tra le braccia, alzandomi da terra e girando su se stesso.
Mi aggrappo a lui, e grida felicemente.

Vederlo così mi riempie il cuore di gioia.

Poi rallenta e mi posa a terra dopo un paio di giri.

Sal:"Cazzo se ti amo"
Sussurra, sfiorando le mie labbra.

Appoggia la fronte con la mia e chiude gli occhi.

Sal:"Sei la cosa più bella che ho"

Lo abbraccio istintivamente.

Sal:"Grazie mille, Axi. Grazie"

Verso sera, decidiamo di scialacquare passando la notte in ostello.

Ci è sembrato molto meglio che dormire su una panchina del parco.

Ma ci rendiamo ben presto conto che la differenza tra un hotel e un ostello va molto, molto più in là di qualche lettera nella grafia.

Dove compare la "s", bisogna dimenticarsi di privacy, comfort e, in questo caso, dei soffitti.
L'ostello è un dedalo di cellette minuscole e dalle pareti sottilissime.

Sal:"Non credevo che assomigliasse così tanto a una prigione"

Per fortuna abbiamo una stanza tutta per noi, con due lettini uno vicino all'altro e una quindicina di centimetri di spazio ai due lati.

Sal:"Bè, per lo meno le lenzuola sembrano pulite"
Si rallegra.

Poi mi da un rapido bacio ed esce per andare in bagno.

Mi siedo all'angolo del letto e guardo il non-soffitto.

Sento parte di una conversazione poco gradevole dalla stanza accanto.

Canticchio un po', cercando di lasciare un minimo di privacy a quella persona.

Canto più in fretta e pizzico il lenzuolo.

Mi rendo conto di essere nervosa, ma anche eccitata.
Salvatore e io non ci troviamo soli in una stanza da Los Angeles, quando avevamo castamente guardato il gatto con gli stivali.

Chissà cosa succederà questa notte.
Se rimarremo ancora casti.

Ecco un'altra cosa che decisamente non avevo pianificato.

Ma, ora che ci penso, cos'ho da preoccuparmi?
Conosce il mio corpo, i miei limiti, e io so tutto di lui.

Forse mi sento così perché ora stiamo insieme?

Quando torna dal bagno, Salvatore ha i capelli umidi e profuma di sapone.

Ha la felpa stropicciata e un paio di boxer giallo chiari.
(Raga, ha veramente queste mutande)

Mette i jeans piegati sopra lo zaino.
Quando si siede, il letto da un sospiro.

"Ciao"
Sussurro.

Sal:"Ciao a te"
Dice lui piano.
Sal:"Bene. Cosa ti va di fare adesso?"

Conosco già la risposta, anche se una strana ansia è nel mio corpo.

Faccio un bel respiro e mi sfilo la maglia da sopra la testa.

Salvatore trattiene il fiato.
Poi mi scosta delicatamente i capelli ondulati dalla nuca e mi da un bacio.

Rabbrividisco e sulle braccia mi viene la pelle d'oca.

Sento il suo alito, la morbidezza incredibile delle sue labbra.

Lui mi fa scorrere un dito sul collo, fermandosi alla base della gola per poi seguire la sporgenza delle clavicole.

Mi bacia sulle spalle, solleticandomi con il mento ispido.

Cadiamo all'indietro sul letto e Salvatore si solleva sopra di me per liberarsi della felpa.

Poi si china con la testa e non siamo altro che labbra e lingue e denti, finché non dobbiamo interromperci per riprendere fiato.

Restiamo così, gli occhi negli occhi nella mezza luce.

Lui si schiarisce la gola.

Sal:"Hai..."
Comincia.

"Non ho nessuna protezione, se è questo che stavi per chiedermi"
Parlo a voce troppo alta, e mi rannicchio imbarazzata contro di lui.

Salvatore emette un suono, forse uno sbuffo, forse una mezza risata.

"Io non voglio avere figli"
Dico di slancio.

Lui scoppia decisamente a ridere.

Sal:"Ehi, Axi! Non stiamo andando un po' troppo veloce?"

Mi copro la faccia con la coperta.
Sono così impacciata.
È come se tutto questo sia una nuova volta per entrambi.

Salvatore me la scosta, i suoi occhi mi guardano dolci.

Sal:"Non siamo obbligati a farlo"
Sussurra, accarezzandomi una guancia.

Sal:"A me basta questo"
Continua, creando una scia di baci lungo il mio collo.

"Io voglio solo..."

Sal:"Rendermi felice? Mi rende felice semplicemente averti accanto, Axi"

Poi si rilassa su di me, il suo peso che mi preme sul materasso.
Poggia la testa sulla mia spalla, il suo respiro mi sfiora e mi fa rabbrividire.
Le sue dita si intrecciano con le mie.

E restiamo così, con i cuori che battono all'unisono, e i respiri caldi che quasi si fondono.

Eh! Volevi che facessero cose!
Maialin*!

Social
Instagram: surrycutevids
Twitter: CaciottaGialla
Wattpad: CaciottaGialla

Con te sarà per sempre||Salvatore Cinquegrana (surry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora