How many times. ☽

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Le lacrime mi scendono piano. Siamo lì sedute, io e lei. Ad aspettare il fatidico annuncio che ci separerà, ancora una volta.
All'improvviso come un deja-vu mi vengono in mente tutti gli ultimi giorni passati con lei. Il pattinaggio del pomeriggio dell'epifania, l'escursione agli svariati musei, giardini, luoghi da visitare, acquisti, fotografie. Ho passato credo la miglior settimana che abbia potuto passare qui a Vancouver da quando sono qua. Cerco di ricordarmi tutti i bei momenti che ho collezionato con lei, e mi soffermo sul ricordo di quante volte abbiamo fatto nottata per aver guardato miliardi di film o ci siamo soffermate a parlare tutta la notte ricordando i vecchi tempi, ricordando la nostra vita a Torino.

"Non essere troppo triste" mi consola lei, i capelli sciolti che le ricadevano sul viso e l'ultimo starbucks in mano.

Mi asciugo immediatamente le lacrime. "Sí, so che non devo esserlo. Scusa"

Greta mi tira a sè, mi stringe in un abbraccio. "Ci vedremo molto prima di quanto immagini, te lo garantisco"

Le parole di Greta confortano. Mi auguro che possa essere così ma onestamente la vedo difficile.

Attenzione passeggeri. Il volo Boeing 75743 Vancouver-Milano con scalo a Montreal partirà tra 30 minuti. Rivolgiamo ai signori passeggeri la cortesia di affrettarsi al Gate.

Nonostante l'annuncio, eravamo ancora intrappolate in quell'abbraccio.

"Faresti meglio ad andare" le dico io.
"Non vorrei che poi ti ritrovassi come il bambino del film "mamma ho perso l'aereo", no?"

Noto una nota malinconica nel suo sguardo, gli occhi lucidi.
Greta tira su con il naso.
"Sì, certo" ridacchia.

La guardo andare via verso il Gate. Lei è la classica persona dal "si girerà per salutarti un ultima volta" e così fu. Mi porge un sorriso che ricambio amorevolmente e la saluto con la mano. Le mimo un "ci vediamo presto" e lei sembra intendere il mio labiale. Annuisce. Si rigira e si avvia al corridoio che la porterà sull'aereo.

Cerco di riprendere i mezzi per tornare a casa. Mentre guardo fuori dal finestrino quasi mi dimentico del mondo esterno quando ho le cuffie nelle orecchie. La nostalgia mi invade il cuore e mi abbandono alla musica che descrive a pieno le mie emozioni.

***

Salgo le scale e suono il campanello di casa. Ad aprirmi è Bridget.

"Eccoti!" Mi abbraccia d'istinto.

"Ma si vede tanto che sono triste?" Chiedo incuriosita.

"No ma va, è che mamma mi ha detto dove sei andata stamattina"

Mi limito ad un "Ah..."

"Comunque Finn è in camera tua" aggiunge poi prima di tornare nella sua stanza.

Rimango con gli occhi sbarrati cercando di realizzare se sia uno scherzo.
Parto in quarta verso la mia porta per ricordargli che in casa mia non deve metterci piede. Almeno non quando c'è anche Kody.

"Dannazione Finn" apro la porta e lo trovo sul mio letto intento a giocare con il mio nintendo switch.

"Scusami?" Gli ritiro il nintendo dalle mani e lui mi guarda con fare un po' sconsolato.

"Hey! Ridammelo! Stavo finendo una partita" Mi rimprovera lui.

"Quante volte ti ho detto" mi blocco subito pensando che se effettivamente Kody è in casa, potrebbe sentirlo, siccome in questa casa i muri sono anche più sottili di un foglio di carta.

"Detto cosa?" Sento dire da Finn.

Gli restituisco il nintendo e mi dirigo nella camera di Bridget.

𝘐 𝘢𝘤𝘤𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘭𝘺 𝘮𝘦𝘵 𝘺𝘰𝘶 ☾𝘍𝘪𝘯𝘯 𝘞𝘰𝘭𝘧𝘩𝘢𝘳𝘥 ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora