Leave me. ☽

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Per fortuna mi sono un po' distratta. Mi sono concentrata su ciò che era da fare, e l'ho fatto.

Mi sono coricata circa un ora fa.
Sono quasi le undici e mezza. Sto provando a dormire ma evidentemente non ci riesco. Troppi pensieri mantengono la mia mente attiva e turbata.
Forse mi serve solo una boccata d'aria, ipotizzai.
Presi il mio quaderno e le penne. Salii fino alla terrazza. Mi metto sul muretto vicino al lampione.
Penso che questa situazione più che migliorare le cose le stia solo peggiorando. Eppure mi sento talmente piena di vita, mi sento bene. Come non lo sono mai stata. Allo stesso tempo mi sento così stupida. Insomma, stavamo solo per darci un bacio. Per qualcuno sarà una cosa talmente insignificante, ma per me, è diverso. Per questo mi sento ridicola: non sono neanche passate completamente ventiquattro ore e già mi manca. Vederlo, sentirlo. Ma come è possibile? Mi ero promessa che sul piano amoroso non sarebbe successo niente. Niente. E invece?
Invece eccomi qui a farmi un miliardo di paranoie e a fantasticare. Forse dovrei proprio smetterla, se solo ci riuscissi.

Sfoglio il quaderno alla ricerca della prima pagina bianca.
Mi metto a scrivere una parte del testo Feel Real, e ci affianco un disegno. Un immagine molto sfumata di ciò che la canzone mi ricorda: riccioli neri, una semplice bocca, che sembra sorridere, degli occhi scuri. Tra un ricciolo, scrivo il suo nome. Finn.
Mi concentro sulla musica che lascio partire dal mio iphone. Una playlist dei Negramaro. Nonostante sia a Vancouver, la musica italiana fa parte della mia natura. Premetto che non mi fa impazzire tutta la musica italiana. Ma gli artisti che ascoltavo con mia madre mi sono rimasti dentro, sono parte di me. E un pò me la ricordano, anche se non è con me fisicamente.
Ero immersa ad ammirare l'urbanistica di Vancouver quando sentii dei rumori. Qualcuno stava salendo la scala. Il fatto che potrebbe essere l'unica persona che voglio vedere in questo momento, mi fa battere il cuore.

"Che ci fa qui?" È quando sento la voce di Kody che un senso nostalgico si fa spazio in me. Stoppo la musica e rimetto il telefono in tasca.

"Ho passato più tempo qui che sul mio letto in questi giorni." Affermo.

"Nostalgia di casa?" Chiese.

"Non solo" dissi.

"Wolfhard?" Sgranai gli occhi.

"Eh?" Avevo una faccia stupita.
E dai, come se non si fosse capito.
Coscienza, non lo deve sapere. Punto.

"Se ti stai chiedendo se sono serio o fatto opterei per la prima definizione" mi guardò negli occhi.

"Smettila. Siamo solo amici. Ho altre cose a cui pensare"

"Ah davvero?" Ironizzò. Si mise a ridere.

"Sì, davvero. E non fa ridere"

"Ehi, ma tranquilla, rilassati. Non te la prendere."

"Sono calma. Solo che a me questo comportamento non piace" lo rimproverai.

"Andiamo, io avevo solo fatto una domanda. Ma che evidentemente non è stata ben accetta. Forse perché...è un tasto dolente?" Continua a ridere ma allo stesso tempo a guardarmi maliziosamente.

"Certo che le cose ti entrano da un orecchio e ti escono dall'altro. Ti stai ridicolizzando" risposi. Ero seccata.

Dopo attimi di silenzio tra di noi, realizzai che mi stava guardando. Con malizia. Tanta malizia.

"Non dovresti pensare a quello sfigato." Disse lui.

"Non è uno sfigato" ribadisco.

"Si ma per una ragazza come te ci vuole un figo, tipo me" Ero scioccata.
Ma, lui non si era mai comportato così con me. Voleva sempre essere dolce e premuroso...aspetta, che forse sia ubriaco? Se non fatto? Mi girò per accertarmi che non sia così.

𝘐 𝘢𝘤𝘤𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘭𝘺 𝘮𝘦𝘵 𝘺𝘰𝘶 ☾𝘍𝘪𝘯𝘯 𝘞𝘰𝘭𝘧𝘩𝘢𝘳𝘥 ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora