Calls. ☽

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"Pronto?" Rispose una voce maschile.
Diedi una spintonata a Greta per farle capire che qualcuno, a milioni di chilometri da me, mi aveva risposto.
Aveva premuto quel tasto verde.
Greta iniziava a fare irruzione dove eravamo sedute.

"Pronto, emh...?" Ero molto, ma molto imbarazzata. Cosa mai potevo dire ad un estraneo?

Chiesi sottovoce a Gre un consiglio su cosa dire ma, il suo modo di gesticolare mi ha messo solo più ansia di quanta già non ne avessi.

"Chi sei?" mi chiese il ragazzo.

"M-mi chiamo Aurora. E il tuo, di nome?"

"Mi chiamo Finn. Um, posso chiederti come hai fatto a trovare il mio numero?"

"Ehm, è molto strano, sono con una mia amica, e avevamo deciso di chiamare delle celebrità, io mi arresi e composi un numero a caso, che combinazione è il tuo, a quanto pare..."
Sento il suo respiro. Gli scappa una risata, dolce e carina.

"Sí, a quanto pare è proprio il mio"
Rido anche io.

"Hai un prefisso particolare, credo tu venga dall'estero, giusto?" Continua la conversazione.

"Sì, vengo dall'Italia. Tu dovresti essere canadese, giusto?"

"Esatto. È molto distante da qui l'Italia, un giorno ci vorrei andare"
Ha un accento che mi fa impazzire.

"Davvero? Sí, in effetti sono abbastanza orgogliosa del mio paese dal punto di vista culturale, merita parecchio"

"Concordo con te." -riprende a parlare-"ora sono a scuola, mi ha fatto tanto piacere parlare con te anche se per poco, magari ti richiamo più tardi? Prima che da te sia notte, ovviamente"

Vorrei tanto poter dire qualcosa, ma alla fine finisco per balbettare un "mh, okay, si, come dire, sí, sí sí, certo!"

"Okay, a dopo, Aurora. Sono felice di averti conosciuto "verbalmente"!"

Mi scappa una risata.
"A dopo, Finn."

Riattaccó. Io e la mia amica ci guardammo con una complicità che solo io e lei riuscivamo ad intendere: è quel misto tra "oh cazzo cosa è appena successo" e "fangirlo male", l'aspetto che rende la nostra amicizia unica ed inimitabile.

Controllando che il pullman fosse ancora vuoto, gridiamo alla pazza gioia, per il mio quasi nuovo amico. Dai, anche questa è una vittoria!

Finalmente dobbiamo scendere, e suppongo dalla faccia scazzata dell'autista che non vede l'ora di arrivare alla nostra fermata per non avere responsabilità di due pazze come me e Greta.

Prenoto la fermata e l'autista accelera come non mai per arrivarci più in fretta possibile.

Greta fa irruzione a casa mia con il suo solito
"Buonaseraaaaa"
E viene calorosamente accolta da mia madre Rita, e anche da mio fratello più piccolo, Giorgio.

Ci richiudiamo in camera ad ascoltare musica e a parlottare del più e del meno fino a quando mia madre ci chiama per la cena.

Fortunatamente Finn non mi ha chiamato, quindi, dopo cena, sciolgo l'attesa parlando allegramente con Greta.

Eravamo nel bel mezzo delle nostre conversazioni 'piccanti' quando mi squilló il telefono, era la chiamata che aspettavo da quando ha riattaccato. Finn.

Rispondo:
"Ciao, Finn"

"Ciao a te, Aurora"

"Come va?" La mia coscienza si sta chiedendo come abbia fatto a dire una cosa del genere, in effetti, mi reputo un po' cogliona certe volte.

𝘐 𝘢𝘤𝘤𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘭𝘺 𝘮𝘦𝘵 𝘺𝘰𝘶 ☾𝘍𝘪𝘯𝘯 𝘞𝘰𝘭𝘧𝘩𝘢𝘳𝘥 ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora