【canzone per il capitolo ↑
Lovely, Billie Eilish ft. Khalid】✧
Quando pronuncio la parola futuro,
la prima sillaba già va nel passato.
Quando pronuncio la parola silenzio,
lo distruggo.***
Una musica melodica riecheggia nelle mie orecchie. La riconosco subito, è la sveglia che proviene dal mio cellulare. Un lamento seccato fuoriesce dalla mia bocca. Allungo la mano sul comodino e la batto sul di esso alla ricerca del dispositivo. Lo trovo, cerco di interromperlo, ma non riesco a identificare l'angolo giusto da schiacciare sul display. Ancora più seccata di prima giro la testa e i miei occhi vengono immediatamente abbagliati dallo schermo.
Ore 6:45 del mattino. Quando la sveglia smette di suonare, appoggio il telefono sul comodino più seccata di prima dal dovermi alzare. Mi rigiro per ri-coricarmi meglio sotto le coperte, ma nel farlo, colpisco la testa con lo stipite del letto.
Mi porto subito una mano alla nuca, nel punto dolente. Scatto a sedere e sbuffo i miei lamenti in un sonoro:"Cazzo, che male" devo ancora abituarmi alla routine ma sono sicura che tutto ritornerà come prima, almeno credo.
Mi alzo stirando un po' i muscoli e ancora assonnata apro l'armadio. Ultimamente opto per vestirmi e poi fare colazione. Lo trovo un modo per risparmiare più tempo. Apro i cassetti e tiro su gli indumenti piegati per scoprire quelli di sotto. Un paio di jeans, una maglia, una felpa. Come al solito. Mi infilo le scarpe e vado in bagno a darmi una rinfrescata.
"Aurora! Sono le 7:15, non vorrai fare tardi anche oggi, no?" Sento quella voce rimbombare dalla cucina.
"Arrivo" prendo lo zaino e le ultime cose prima di entrare in cucina e stranamente trovare la brioche accompagnata dal latte e Nesquik giá pronto.
Un premuroso "Grazie" scandisce il gesto.
"Buona Scuola" mi dice prima che io potessi varcare la soglia di casa.
In un battibaleno ero già per strada, diretta alla solita fermata del pullman.
Tamburello i piedi sull'asfalto dal freddo invernale di Gennaio.
Non me lo ricordavo così il clima.Il tempo sembra scorrere lento e pacato. Incrocio lo sguardo di alcuni ragazzi della mia scuola che salgono qualche fermata più avanti. Mi auguro che non mi conoscano e non sappiano la mia storia.
Alle volte essere invisibili è meglio che essere notati. Mi accascio al finestrino ghiacciato e vibrante ripensando costantemente alla mia vita e quanto gli avvenimenti abbiano influito sul mio carattere. Insegnamenti che mi hanno cambiata, formata, ma anche distrutta.
Che la vita sia stata progettata per non raggiungere mai una completezza dell'animo? Il karma?
I dubbi mi assalgono come una tempesta e non riesco a fermarli. Si devono calmare, e spero prima o poi che dopo questa tempesta ci sarà la quiete.Scendo alla fermata e proseguo a passo spedito verso la scuola. Telefono la mia amica per capire se era già arrivata e mi dice che mi sta aspettando all'ingresso.
Mi avvicino sempre di più e riesco a scrutarla tra il resto degli adolescenti sparsi tra la strada e il marciapiede, intenti a parlottare tra di loro e alcuni a fumarsi la prima sigaretta della giornata.
"Ciao" saluto Greta con un abbraccio che mi riscalda.
"Temevo non saresti venuta" mi confessa lei.
"Ma certo che no. Come mai?"
"Ieri sei arrivata in ritardo e dopo la seconda ora sei andata in infermeria e hai deciso di tornare a casa. Non abbiamo neanche avuto occasione di parlare"
"Lo so. È che sono stata male. Ho preferito non avvisarti per non farti preoccupare ma ora sto meglio, insomma..."
"Tranquilla ti capisco."
Sono le otto quasi, quando ci dirigiamo in classe. I posti sono stati cambiati e adesso mi ritrovo in terza fila. Non male ma neanche tanto bene. Sono vicino alla finestra. Al mio fianco, Greta ovviamente.
La professoressa di filosofia esordisce nell'aula con la sua tipica frase "buongiorno, ci accomodiamo" e successivamente: "oh bene, oggi ci dedichiamo a materie filosofiche, giusto?"
La lezione inizia e cerco di rimanere concentrata. Anche se non ci riesco. È più forte di me. Provo a prendere appunti, ma mi blocco subito.
Apro il diario e tiro fuori quel biglietto sgualcito che non facevo altro che rileggere, rileggere e rileggere.
"Tanti auguri, Aurora.
Sei tutto per me. Ti amo.
—tuo, Finn."Poche semplici righe, banali, scontate, ovvie. Ma scritte con il cuore. Piene di significato. Il mio cuore brucia. E non riesco a fermarlo. Sento una lacrima scendermi sul viso, rigarmi le guancie. Ma non me ne importa. Cerco di non dare troppo nell'occhio e con i bordi delle maniche della felpa mi asciugo le gote.
Non sono stata poi così indiscreta. Greta si era girata a chiedermi se fosse tutto a posto. Ho odiato e odio perennemente quella cazzo di frase. Dannazione,è ovvio che non è tutto a posto.
"No!" Quando mi rendo conto di averlo detto un po' ad alta voce è troppo tardi.
"Cosa, no?" tutti si sono girati a guardarci, inclusa la professoressa che ha interrotto la sua spiegazione per pormi il quesito. Successivamente, quella domanda.
"C'è qualcosa che non va?"Ancora una volta, qualcuno, in questo caso l'insegnante, esordisce con quella maledetta domanda. "Ci fosse una sola cosa che andasse bene nella mia vita" affermo con fatica, interrotta dai singhiozzi. Non sapevo con certezza a chi mi stavo riferendo, a Greta, alla Prof, ai miei compagni di classe, che con sguardi indiscreti bisbigliavano domande del tipo:
"ma perchè è tornata prima del previsto?" "Chissà cosa sarà successo!"
"In che guai si sarà cacciata?"
Ma mi sentivo giudicata sulla base di cose che la gente neanche sa, troppi occhi puntanti addosso, troppa pressione, troppo stress.
"E le chiedo scusa, ma con permesso, dovrei andare a prendere un fazzoletto."Varco i banchi ed esco dalla classe senza neanche aspettare che l'insegnante mi desse il consenso. Le lacrime scorrono come fiumi in piena e in quel bagno mi abbandono alla mia agonia.
Ripenso ad ogni momento. Da quei giorni di gennaio, il maledetto mese che stava per concludersi e che aveva segnato la mia vita e quella delle persone che amo. Rivivere nella mia testa i ricordi taglienti di quel 19 gennaio. Come un loop, come fossi in coma. Un trauma che mi ha cambiato, per sempre.
prima che mi linciate,
Gli eventi proseguiranno
il loro normale corso,
ma da flash-black,
come avrete intuito.
Se vi piace la storia fidatevi di me.
Promise non vi deluderò.
E friends don't lie.
Quindi bye
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𝘐 𝘢𝘤𝘤𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘭𝘺 𝘮𝘦𝘵 𝘺𝘰𝘶 ☾𝘍𝘪𝘯𝘯 𝘞𝘰𝘭𝘧𝘩𝘢𝘳𝘥 ☽
Fanfiction"𝘊𝘰𝘮𝘱𝘰𝘴𝘪 𝘶𝘯 𝘯𝘶𝘮𝘦𝘳𝘰 𝘵𝘰𝘵𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘰, 𝘦 𝘴𝘲𝘶𝘪𝘭𝘭ó" 𝘊𝘰𝘴𝘢 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘧𝘳𝘢𝘴𝘦? 𝘗𝘰𝘳𝘵𝘦𝘳à 𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦𝘯𝘻𝘦? 𝘗𝘰𝘳𝘵𝘦𝘳à 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵...