☾ The Hospital.

363 26 9
                                    

Quel che ora penso veramente è che il male non è mai 'radicale', ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso 'sfida' come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua 'banalità'. Solo il bene è profondo e può essere radicale".
Hannan Arendt

Due settimane prima dell'inferno;

***

"A tavola" grida Katy dalla cucina. Saluto Finn esortandolo ad uscire nel mentre che mi accomodavo al mio solito posto. Parlando del più e del meno con il resto della famiglia (a parte Kody, che doveva tornare per pranzo ma a quanto pare tarderà) anche qui è saltato fuori il discorso del mio compleanno. Finisco il boccone prima di rispondere alla domanda di Katy.

"Ma no davvero, state tranquilli, non ho bisogno che mi facciate nessuna festa. In fin dei conti qui i diciotto anni valgono ben poco visto che la maturità qui è posticipata ai 21 anni"

"Invece sì, poche storie, ti organizzeremo una festa!" Esclama Bridget con la mente già sul pianeta dei preparativi per la mia festa.

Ridacchio alla sua affermazione roteando gli occhi al cielo. "Davvero, non è necessario. Non siete obbligati. Preferirei non scomodarvi e soprattutto...Non avrei molte persone da invitare, ma di fatto è meglio così"

"Pochi ma buoni" afferma Katy la quale si stava versando dell'acqua nel bicchiere.

"Questo detto vale anche in Canada?" domando ridacchiando.

Katy, dopo aver finito di bere, mi risponde: "Sì, vale anche qua."

Il pomeriggio, trascorre molto velocemente. Ho studiato il minimo indispensabile per portarmi avanti (una cosa che non faccio letteralmente mai, neanche a Torino) e ora mi sto godendo in tutta tranquillità quella serie tv iniziata da poco, sul divano del salotto. Sento il mio telefono squillare e seccata dal fatto che è la seconda volta che mi richiamano, mi alzo per andare in camera a rispondere. Non faccio caso al nome sul display, dico solo:

"Pronto"

"Non pensavo che mi avresti risposto." la voce femminile di Melissa riecheggia al capo del telefono.

"In realtà non avevo neanche visto chi fosse"

"Ah..." Melissa sospira un secondo. "Beh, in tal caso, se vuoi riattaccare, riattacca pure, non ti ho chiamato per implorarti di perdonarmi, lo sai che io non chiamo mai almeno che non sia urgente"

Roteo gli occhi ma potrebbe essere in pericolo. "Parla" affermo soltanto.

"Sono impantanata a qualche incrocio dopo casa tua, vicino al parco. La moto non riparte e sono caduta. Ho la caviglia credo un po' contusa, forse è slogata, ma sono seduta su un muretto e non credo che la poca gente qua attorno se ne sia accorta." Melissa sbuffa e poi riprende. "Mi dispiace se ti ho disturbato magari qualcuno arriva a darmi una mano ma non so ho preferito chiamare te".

"Non ti preoccupare Melissa, ho capito la situazione. Dove sei?"

"All'incrocio del Connaught. la via a destra, quella un po' isolata."

𝘐 𝘢𝘤𝘤𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘭𝘺 𝘮𝘦𝘵 𝘺𝘰𝘶 ☾𝘍𝘪𝘯𝘯 𝘞𝘰𝘭𝘧𝘩𝘢𝘳𝘥 ☽Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora