Specchio

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Notizie della nostra misteriosa ragazza non ne trovammo... Oggi fortunatamente siamo entrambi in vacanza, quindi insieme a Sarah andrò nella Velvet Room per studiare al meglio la situazione dal vivo. Entriamo, ma c'è qualcosa di strano... <Dov'è Morfeo?> mi chiede Sarah. Mi guardo intorno ed effettivamente non sembra essere all'interno della stanza. Tutto sembra più freddo e l'ambiente intorno a noi lentamente sembra dissolversi. Io e Sarah siamo fermi, come se fossimo spettatori muti di fronte ad un mutare di palcoscenico. <Guarda! Lì, dietro l'angolo, ho intravisto un vestito femminile. Potrebbe essere "lei"!> mi urla Sarah. Ci dirigiamo verso il punto indicatomi dalla mia coinquilina. Ciò che ci si palesa davanti ai nostri occhi appena girato l'angolo è del tutto... inaspettato: appoggiato sulla parete infatti si trova un cadavere. Il problema è che il corpo non è di una persona normale, ma di Morfeo! Chi era stato? E come? Osservandolo notai subito una specie di coltello luminescente conficcato nel suo petto. <Probabilmente l'arma del delitto...> dissi indicandola. Improvvisamente Morfeo tossì. Presi alla sprovvista ci allontaniamo, e nel farlo cado con il sedere sul pavimento. Ha gli occhi semi aperti e la bocca gli trema, come se volesse dire qualcosa. <È... st... stat... ei... Va... ery... È sta... le...> ci dice Morfeo con una voce fioca, usando tutte le ultime energie che gli erano rimaste in corpo. Pochi secondi dopo chiude definitivamente gli occhi. Aspettammo qualche secondo in silenzio, anche se personalmente mi sembrò un'eternità. Non sono triste, non apprezzavo Morfeo e non inizierò a farlo ora. Era un essere subdolo. Certo non si meritava di morire così, ma credo potesse aspettarsi che prima o poi qualcuno si sarebbe stufato dei suoi sotterfugi. C'è da dire che però, se sono qui, se ho conosciuto Sarah e Dylan, e se ho potuto aiutare delle persone, per gran parte è grazie a lui. Se non mi avesse donato questi poteri, niente di tutto ciò si sarebbe realizzato. <Prima di morire ha farfugliato qualcosa... penso di aver capito "Valery". Sarà il nome della ragazza che ho intravisto?> mi chiede Sarah. <Non ne ho idea, potrebbe essere... magari è la stessa ragazza che stiamo cercando> le rispondo. <Comunque... che ne facciamo del corpo? Non possiamo lasciarlo qui per terra...> mi dice. Non mi ero posto il problema, e se fosse stato per me lo avrei lasciato lì. Sarah però vuole toglierlo dal corridoio, perciò sono costretto ad aiutarla. Mentre trasporto il cadavere di Morfeo, noto che una porta è socchiusa. <Guarda là> dico a Sarah indicando la porta con un gesto della testa. <Potrebbe essere lì... adagiamo Morfeo sulla scrivania della stanza principale e poi andiamo a controllare> mi dice. Sopra quel tavolo freddo, Morfeo è illuminato da una luce quasi divina che viene dall'alto. Un corvo appare da quell'esplosione di luce e si posiziona sul petto della divinità. Anch'egli osserva il cadavere, ma per un attimo ho come l'impressione che stia sorridendo. Probabilmente sono troppo stanco, dormo poco ultimamente... anche perchè, è vero che di questi tempi ormai ho visto di tutto, ma corvi che ridono ancora credo che non esistano... Ci avviciniamo alla porta. <Io purtroppo devo rimanere qua> mi ricorda Sarah.   Mi giro verso di lei e osservo il suo volto: è triste, quasi malinconico. <John, prima di andare... volevo solo dirti che...> mi dice quando bruscamente viene interrotta. Come un tuono che si abbatte con tutta la sua potenza sul terreno, una scossa fece tremare la stanza, facendoci barcollare. Sarah cade di sedere e io perdendo l'equilibrio scivolo attraverso la porta, finendo direttamente nel sogno. Cosa avrà voluto dirmi Sarah? E cos'era quel tremore? Che la Velvet Room e tutta questa struttura stia iniziando a cadere senza un suo controllore? Se fosse vero, Sarah potrebbe essere in pericolo... In ogni caso devo muovermi, devo trovare Valery. Sono in un corridoio, probabilmente di un hotel. A primo impatto mi sembra una riproduzione quasi del tutto fedele all'originale hotel utilizzato per girare il film "Shining", basato sul romanzo di Stephen King. Continuo a camminare. Alla fine del corridoio non c'è nulla, se non una parete. Adagiata su di essa si trova uno specchio. Ci guardo attraverso. Il mio riflesso è il solito, nulla di strano, benché la sensazione che provo guardandola mi mette i brividi. Cosa sto osservando? Sono veramente io quello? Quel riflesso, sembra così... maligno. <Non dargli troppo peso> mi dice una voce dietro di me. Mi giro di scatto e noto la ragazza del sogno precedente, Valery. <Gli specchi sono come le ombre. Provano ad imitare le nostre mosse e il nostro aspetto, ma non saranno mai come noi> mi dice camminando verso lo specchio. <Loro non hanno sentimenti, sono solo "burattini" che provano a sfigurarci per sperare di poter somigliare di più a loro...> dice Valery, "unendo" la sua mano a quella del suo riflesso. <...o magari chissà, potrebbero essere la nostra versione più cattiva, il nostro istinto che cerca in tutti i modi di poter fuggire...> si rigira verso di me e continuando mi dice <... e lei? Che ne pensa signor John?> mi domanda. Sono del tutto ammaliato e quasi non percepisco la sua domanda. La bellezza di quella donna, il portamento, l'eloquenza con la quale si esprime... tutto di lei è cosi ipnotizzante. Comprerei da lei anche un ramo se solo me lo chiedesse... <John...> mi sussurra <va tutto bene?>. Sembra quasi essermi entrata nella testa, non riesco ne a muovermi ne a parlare. <John, ci sei? Rispondimi se mi senti> la voce ovattata di Sarah giunge alle mie orecchie. Come risvegliatomi da un brutto sogno sobbalzo, cercando di riprendermi. <Si ci sono Sarah, scusa, il tramite era in tasca e ti sentivo poco> le dico. Valery sorride, come se per lei fossi stato un divertente intrattenimento. <Sei stata tu ad uccidere Morfeo?> le chiedo senza esitare. Valery mi guarda per un momento alzando il sopracciglio sinistro, come se avessi ipotizzato una qualche teoria senza senso... poi però rilassa il volto e sorridendo mi dice: <Sai cosa diceva Darwin a proposito della sopravvivenza? Non è il soggetto più forte o il più veloce a sopravvivere, ma colui che sa adattarsi. Parlandoci chiaro mio caro "dottore", questo "adattarsi" significa solamente una cosa: ingannare. Saprà meglio di me che menti geniali del passato sono salite al trono grazie a qualche sotterfugio, non sono la prima e neanche l'ultima che commette un piccolo sacrificio per una ricompensa più succulenta in futuro> mi dice con un tono cinico. <Uccidere un uomo ti sembra un "piccolo sacrificio"?> le chiedo quasi urlando. <Morfeo non era un uomo, e lo sai bene. In ogni caso non devo giustificarmi con te, avevo un obiettivo e l'ho portato a termine, Morfeo era solo un angusto sassolino nella scarpa. Ora governo io, e se sei stato attento alla mia lezione, sai già cosa devi fare: adattarti>.

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