Abbandono

5 2 0
                                        

"Abbandonare", per definizione significa: lasciare definitivamente qualcosa o qualcuno. Questo provavo, fin dall'inizio. Mi sentivo abbandonato. Sarah mi aveva lasciato e così Dylan... In mondo come questo come potevo sopravvivere senza di loro? Del resto... prima ero sempre solo, quindi perchè lamentarsi tanto ora? Il problema erano proprio le emozioni: conosciuto l'affetto o l'amore, nessuno vuole perderli... Se questo accade però, come può un individuo essere sempre se stesso? O fingere di esserlo? Non si può. Ero stato "addestrato" fin dall'infanzia a individuare le regole nel caos... ma di fronte all'abbandono siamo tutti uguali: nemmeno una testa molto ordinata può reggere alla scoperta di non essere amata... Sarebbe facile dare la colpa a qualcuno, lo ammetto, ma la soluzione non è quella. Non sarà la scelta migliore, ma ho deciso di rinchiudere queste emozioni per un motivo. I ricordi di Sarah e Dylan non devono sparire, ma allo stesso tempo non devono influenzarmi. Sono una persona diversa ora, sono potente... forse però, non sono mai stato abbandonato... Io non sono mai appartenuto a nessuno, forse per questo non è possibile per me essere stato abbandonato. Che la paura mi abbia influenzato facendo si che mi fossi abbandonato da solo fin da sempre? Quella paura che mi ripromettevo di combattere, di sconfiggere e superare... Abbandono. Questa parola continua a "ronzare" nella mia testa. Che fosse a causa di un mio abbandono che mi sentissi così? Per aver abbandonato tutto e tutti ancor prima di far "crescere" qualcosa? Nel profondo desidero un mondi diverso, un mondo nel qualche tutti possano sentirsi felici senza troppi pretesti... ma questo non è possibile con le emozioni, ne sono convinto. La mia "ombra" ha ragione. Mi sussurra queste cose nell'orecchio, sa che può fidarsi di me. Io sono il paladino del nuovo mondo, l'architetto. Aggiusterò tutto quello che è stato abbandonato. Nessuno deve sentirsi così ancora... In un certo senso mi sento meglio ora. Prima ero come un tuono, potente ma fuori controllo. Ora, grazie alla mia "ombra" mi sento forte, poichè ciò che mi rendeva instabile è rinchiuso, come un tuono in un'ampolla. Sono canalizzato in un unico recipiente, senza elementi esterni che mi destabilizzino. Alla fine della fiera forse "abbandonare" non porta solo del dolore. Come tutto del resto... ogni elemento del nostro mondo ha una doppia faccia, un seconda soluzione, un altro aspetto... Ora Sarah è di fronte a me, che cerca di capire chi sono. Questo mi fa capire molte cose. Sono sempre stato io, ma lei non lo ha mai capito... nessuno ci è riuscito. Posso quindi definirla "un'amica"? "L'ombra" mi dice di no, e credo proprio che abbia ragione. Lei mi ha abbandonato, lo ha deciso volontariamente. Entrando in quel sogno sapeva che non ne sarebbe più uscita, lei voleva solamente procurarmi altro dolore... Doveva solamente rimanere in disparte... Sarà anche un discorso egoistico il mio, ma se avesse fatto il contrario ora non sarebbe intrappolata in questa mondo... Lo stesso discorso per quello stupido di Dylan. Unirsi a noi, con il desiderio di redenzione... sapeva che prima o poi sarebbe morto continuando a essere se stesso, eppura ha deciso di proseguire... Entrambi mi hanno abbandonato... Mi hanno lasciato qui, come un libro letto a metà che nessuno finirà mai... Lasciato da qualche parte e mai più cercato, dimenticato, esposto al vento e alle intemperie che lentamente rovineranno le mie pagine, fino a distruggere del tutto la mia essenza... So che sto scappando... scappo da qualcosa anche se non so ancora cosa. Prima credevo fosse Morfeo, poi il mio passato e infine che fossero le mie emozioni... ma tutto questo ha smesso di seguirmi da molto tempo. Sto scappando da qualcosa che non posso abbandonare e che non mi abbandonerà mai. Io scappo da me stesso, cercando un qualcosa di migliore nella mente delle altre persone. È per questo che forse ho scelto psicologia... Ancora ricordo il mio professore, un uomo barbuto e con degli occhiali minuscoli. La sua espressione sembrava volesse dirti <Se provi a parlare mentre sto spiegando, ti brucio sul momento", ma in realtà era molto più di questo... anche lui era stato abbandonato, dalla moglie, tanto tempo fa... forse per questo mi sentivo affine alla sua personalità. Come se fossimo stati reduci della stessa guerra, che stando insieme magari sarebbe riusciti ad andare avanti... Così non fù però. Un giorno entrò un poliziotto nella nostra aula per informarci che il nostro professore si era suicidato. Non potevo crederci, un uomo di così tanta razionalità era veramente capace di uccidersi? Possibile che l'aver perso sua moglie lo avesse segnato a tal punto da spingerlo a togliersi la vita? O magari forse... non aveva più una vita... Professor. Geremia Satton si chiamava, laureato con il massimo dei voti e con due splendite figlie. La mia classe andò al funerale il giorno dopo, bensì quasi a nessuno interessava di quel pover uomo. Io mi sentivo triste, vedevo nel professore una speranza, una stella, che però con il tempo diventò vecchia ed esplose... Le sue figlie erano al funerale. La loro reazione mi colpì molto: la piu grande era distrutta dal dolore, piangeva cercando in ogni modo di aggrapparsi alla bara, convinta che tutto quello che stava accadendo fosse un grande malinteso. La seconda figlia però, la più piccola, non piangeva. Era ferma li, davanti alla bara, con gli occhi che fissavano il corpo ormai freddo del padre. Lei si sentiva abbandonata, lo sentivo, riuscivo a percepirlo. La sorella più grande non riusciva a consolarla, tanto che pensai quasi di farlo io... ma lei nin ne aveba bisogno. Molto prima che riuscissi a capirlo, quella ragazza aveva intrapreso la strada che adesso compio io. Lei non aveva bisogno del mio sostegno o di quello della sorella. Sapeva di essere stata abbandonata, ma continuava a vivere, perchè aveva trovato il giusto metodo. Sembra strano dirlo, ma non possono prescindere dal dire che proprio la figlia minore del mio professore fu l'ingranaggio che fece ripartire il mio cervello, rimodernando il mio modo di pensare... Effetto farfalla suppongo...

The Dreams TravelerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora