Vendetta

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La vendetta è come un vino pregiato: più tempo passa, e migliore sarà il suo sapore. Studiare per anni un modo per ottenere finalmente giustizia e vedere il proprio operato prendere forma è una delle più grandi soddisfazioni che un essere umano possa provare. Desistere? Perdonare? Queste parole erano ormai sconosciute a Charles, il quale avrebbe persino sacrificato sè stesso pur di ottenere ciò che voleva... Vendetta... Fin dai tempi dei Romani veniva descritto questo atto, che veniva persino "applicato" grazie ad una vera e propria legge, chiamata "Legge del taglione". Questa "riforma" fu incisa e trascritta sulle dodici tavole, le quali non erano altro che la raccolta delle leggi e del diritto romano. In particolare, la "Legge del taglione" stabiliva le modalità con le quali la vittima di un'ingiustizia o di un torto subito sarebbe stata ripagata: se infatti le due parti non fossero riuscite a trovare di comune accordo una soluzione, colui che si trovava dalla parte del torto, avrebbe dovuto ripagare la vittima con la stessa moneta. Oggi giorno diremmo in maniera figurata: "occhio per occhio, dente per dente", ma non era da escludere che in passato questa frase rimanesse solamente puramente su un piano teorico... Mi soffermai un momento a studiare la figura di Charles. In particolare ciò che mi colpì di più fu il suo sguardo: i suoi occhi sembravano mostrare due aspetti della realtà molto diversi tra loro, ma alcontempo quasi complementari. Da una parte fiamme di rabbia ardevano all'interno delle sue pupille, come se non vedessero l'ora di poter uscire per provocare il più grande incendio della storia. Dall'altra, il suo sguardo era spento, freddo come il ghiaccio, come se niente e nessuno avresse potuto riportarlo al suo stato originale, neanche la sua amara vendetta. Nelle rughe della pelle leggevo la tristezza, la solitudine e la disperazione. Non so se per l'effetto dell'atmosfera nel sogno o per altro, ma iniziai a provar pena per lui, nonostante Sarah fosse stata rapita e ricoperta di esplosivo... che lentamente stessi iniziando a giustificare il suo operato? Del resto ciò che fà Dylan, o meglio, che faceva, era una giustizia fatta da sè, senza possibilità o alcun minimo tentativo di provare a salvare il prossimo... che fosse arrivata la sua ora di sottostare alla "giustizia"? No, non potevo permetterlo. In primo luogo, non c'era solo la vita di Dylan in pericolo, ma anche quella di Sarah, e secondariamente non potevo semplicemente abbandonare un amico così, sopratutto ora che eravamo diventati una squadra. Mi "risvegliai" da quel tornado di dubbi e misi una mano sulla spalla di Dylan, come fece lui con me in precedenza. Non parlai, non c'era nulla da aggiungere. Con quel semplice gesto Dylan sapeva di avere tutto il mio appoggio, perciò consapevole di ciò, iniziò a parlare: <Non ti rendi conto che stai mettendo in pericolo la vita di una povera ragazza innocente?>. Charles divenne furioso e si mise ad urlare: <Perchè tu ti sei fatto degli scrupoli a "uccidere" mio figlio? Anche lui era un povero ragazzo innocente, eppure guarda ora dov'è... l'unico modo per me di rivederlo è attraverso i sogni del suo amico. È arrivata l'ora di pareggiare i conti> concluse Charles. Vidi che stava per premere il pulsante per azionare l'esplosivo legato sulla sedia di Sarah e perciò velocemente estrassi l'ocarina. Riuscii a suonare una sola nota, ma fortunatamente fu abbastanza, in quanto quest'ultima recise un ramo del salice piangente, facendolo cadere su Charles, che a sua volta fece scivolare il pulsante di accensione nel fiume. Un pericolo era scampato ma di sicuro Sarah non poteva ritenersi al sicuro. Charles si girò di scatto ed afferrò un ombrello da dietro il salice. Probabilmente quello era il suo vero oggetto "magico", utilizzabile nei sogni e donatogli da Morfeo, mentre l'ombrello nella realtà era solo un semplice strumento per ripararsi dalla pioggia... Lo aprì e piccole goccie di rugiada mi colpirono. Lì per lì non mi sembrò che stesse accadendo nulla, ma poco dopo le gocce si unirono e lentamente crearomo un involucro intorno a me. Cercai di toglierle ma erano come incollate alla mia pelle. In meno di un minuto mi ritrovai all'interno di una bolla d'acqua, impossibile da penetrare. Ero in gabbia e non avrei potuto aiutare ne Sarah e ne Dylan. La battaglia quindi ormai si limitava a due persone: il giustiziere e il vendicatore.  Dylan non aspettò una seconda mossa di Charles e si precipitò verso di lui con gli occhi colpi di rabbia. L'anziano sorrise sotto i baffi, come se non aspettasse altro... il suo obiettivo era sempre stato Dylan d'altronde, quindi non poteva chiedere di meglio. Cercai di avvertire il mio amico ma la bolla impediva il passaggio del suono, isolandomi del tutto dal resto della battaglia. Dylan si scaraventò senza pietà su Charles, che però prevedendo il suo attaccò usò nuovamente la sua "arma". Dylan si accorse troppo tardi della contromossa di Charles e si scansò solo all'ultimo. Fortunatamente Sarah era di spalle e non vide la scena: il potere dell'ombrello aveva generato nuovamente delle piccole gocce, ma sta volta al contatto con la pelle di Dylan esplosero, come se fossero delle mine. Dylan iniziò ad urlare per il dolore: una goccia lo aveva ferito sulla pancia, un'altra sull'orecchio e una terza sull'occhio. Le altre era riuscito ad evitarle, ma in caso contrario sarebbe morto sul colpo. Charles rise come se in realtà tutto procedesse secondo i suoi piani, e poi disse: <Sono contento che tu sia riuscito ad evitare qualche colpo, così la tua morte sarà più lenta e dolorosa... In più, vedrai morire non uno, ma ben due tuoi amici davanti ai tuoi occhi> concluse ridendo. Il cielo iniziò a coprirsi di nuvole nere che sembravano "ululare" per la potenza dei fulmini. I bambini del sogno scapparono, come se in qualche modo avessero percepito il pericolo della pioggia. Dylan era steso per terra sofferente, cercando di resistere nonostante le numerose ferite. Era finita? Stavamo per morire? Charles utilizzò per un'ultima volta il suo potere: la bolla d'acqua iniziò a restringersi, mentre il fiume si stava alzando, come se volesse risucchiare Sarah. Se non fosse successo qualcosa da li a breve saremmo morti... Sarah sarebbe caduta in acqua ed essendo legata sarebbe affogata, ed io sarei rimasto spiaccicato. Il dolore lentamente aumentava. Non c'era più nulla da fare...

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