Enigma

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Ci fece accomodare nel salotto. <Prego sedetevi> ci disse Desmond. Ci posizionammo su un divano antichissimo e appena ci sedemmo, quasi mi sembrò di vedere sollevarsi da terra, oltre che alla polvere, i fantasmi di tutte le persone che in passato si erano messe su questo divano. Iniziò a sussurrare delle parole in una lingua incomorensibile, come se stesse recitando i versi di un'antica magia. Poco dopo apparvero tre figure. Tutte sembravano essere divinità appartenenti ad un mondo antico: esse infatti, non solo disponevano di un'altezza fuori dal comune, ma "emanavano" nello stesso tempo una specie di aura di energia, in grado di cambiare persino l'aria. La sensazione che però generavano, non era ne paura ne malignità, ma bensì, calma e pace. Osservai per un momento Dylan e notai che questa volta anche lui era rimasto senza fiato di fronte a quell'apparizione "divina". Desmond prese la parola: <L'enigma è il seguente: Tre oracoli divini A, B, e C sono chiamati, in un qualche ordine, Verace, Mendace e Imprevedibile. Verace dice sempre il vero, Mendace dice sempre il falso, mentre Imprevedibile decide se essere sincero o meno in modo completamente casuale. L'obiettivo del gioco è determinare le identità di A, B, e C ponendo loro tre domande a cui è possibile rispondere con un "sì" o con un "no".Ogni domanda deve essere posta ad uno solo degli oracoli, che, pur comprendendo la vostra lingua, risponderà sempre nella propria lingua con le parole "da" o "ja". Non si sa quale di questi termini corrisponda a "sì" e quale a "no". Se saprete risolvere questo indovinello, vi concederò di farmi ciò che volete, ma se perderete... sapete cosa vi aspetta. Per concludere, non abbiate fretta, non c'è un timer, ma una volta data una risposta, non potrà essere cambiata. Pensate attentamente dunque... e divertitevi> ci disse. L'indovinello ci sembrò impossibile. Come avremmo potuto risolverlo? I problemi che avevamo davanti purtroppo non si limitavano al singolo quesito dell'indovinello: come avremmo capito quale tra "da" o "ja" sarebbe stato "si"? E quale "no"? E come ci saremmo dovuti comportare con l'Imprevedibile? Dylan pensò per un momento ad una strategia e poi mi disse: <Dobbiamo riuscire a fare domande tali che, alla risposta, possiamo attribuire il risultato di vero o falso... ed inoltre, dobbiamo evitare l'Imprevedibile, in quanto, con molta probabilità, sarà lui che ci porterà sulla strada sbagliata>. Il suo ragionamento era corretto, e come me aveva analizzato il problema dell'Imprevedibile... ma cosa fare? Domande specifiche? Domande tutte uguali? Il tempo che passò mi sembrò un eternità. Ormai l'alba era sorta da un pezzo all'interno del sogno, ma non ci preoccupavamo più di troppo. Nel mondo reale probabilmente, essendo il trascorrere del tempo una funzione molto più lenta, sarebbero passati solo 10 o 15 minuti. Notai che Dylan era molto agitato, in quanto continuava a camminare avanti e indietro nella sala, cercando di trovare una soluzione. Si stava arrendendo o la paura di perdere stava ottenebrando la sua mente? Dovevamo collaborare, perciò andai da lui, cercando di tranquillizzarlo. <Come faccio a calmarmi ? Questo indovinello non ha una soluzione. Se chiediamo qualcosa, di qualunque tipo, non sappiamo cosa potrebbero risponderci, ed inoltre, ammesso che le loro risposte siano diverse, non abbiamo comunque la possibilità di capire quale parola significhi "si" e quale "no". Come se non bastasse, possiamo tornare nel mondo reale solo e soltanto dopo aver finito questo stupido indovinello, quindi non possiamo neanche chiedere una mano>. Improvvisamente le sue parole mi diedero la risposta. <... Solo e soltanto...Ma certo!> dissi. Come avevo fatto ad essere così stupido? Lo avevo anche studiato durante una delle lezioni di psicologia moderna. Mi girai verso Dylan ed iniziai a spiegare: <L'enigma può essere risolso grazie alla proprietà della co-implicazione logica materiale. Questa proprietà consiste nel mettere a confronto due proposizioni unite dalla condizione "se e solo se". Chiamiamo X e Y queste proposizioni per semplificare il discorso: se formulo la domanda [è vero che] "X se e solo se Y ?" la risposta è no (=falso) solo se una delle due proposizioni è vera e l'altra falsa. Altrimenti la risposta è  (=vero), sia che X e Y siano entrambe vere, sia che siano entrambe false>. Dylan mi guardò quasi ipnotizzato. Si stava sforzando per capire che cosa intendessi dire, ma non riusciva a comprendere. <Tranquillo, lascia fare a me> gli dissi. Mi guardò, non molto sicuro di quello che stavo per fare, ma del resto, non lo ero neanche io. Prima di fare le domande, pensai al procedimento nella mia testa: "Se chiedo all'oracolo A, ponendo il caso che sia Verace, se è vero che "da" significa "si", se e solo se B è Mendace, allora la sua risposta sarà "da", se B è effettivamemte Mendace, e sarà "ja" se invece non è così, indipendentemente dal significato reale di "da". Se invece A fosse Mendace, le risposte sarebbero semplicemente invertite... <Certo che con quel discorso mi hai fatto esplodere la testa, non ci ho capito nulla...> mi disse Dylan. Di nuovo le sue parole mi diedero la spinta per arrivare alla fine del traguardo. <La soluzione è questa> gli dissi entusiasto. <Non servono domande articolate o ragionamenti fuori dal comune. Del resto, inconsciamente o non, Desmond ci aveva già fornito la risposta. Ti ricordi cosa ci aveva detto poco prima di iniziare?> gli chiesi. Dylan mi guardò nuovamente con un espressione confusa, come se stessi parlando in un'altra lingua. <Desmond ci disse: "...rischiare è la risposta esatta". È ciò che dobbiamo fare> proposi. Dylan non era per niente convinto, ma sapeva che non avevamo altra scelta se non quella di tentare... e così feci, rischiai il tutto per tutto. Mi rivolsi a Desmond e ai tre oracoli, dicendo: <Farò una sola domanda, uguale per tutti. La domanda è la seguente: Oracolo, risponderai a questa domanda con la parola "no" nella tua lingua?>. Ci fu un attimo di silenzio. La quiete prima della tempesta... I tre oracoli elaborarono la domanda, più e più volte... ma non erano in grado di rispondere. Era questo che avremmo dovuto capire fin dall'inizio, come eludere l'enigma. Rischiare il tutto per tutto in qualcosa che non fa parte delle soluzioni possibili, cercare una strada diversa. Del resto, in maniera quasi velata, Desmond ci aveva fatto giungere alla stessa soluzione che poco prima mia sorella mi aveva consigliato nel mio sogno... Cercare sempre una strada diversa... Improvvisamente le teste dei tre oracoli iniziarono a roteare  senza sosta, producendo un suono simile a quello di maracas in procinto di compiere un moto perpetuo. Desmond fece in tempo a girarsi verso di me per congratularsi quando le teste si fermarono ed esplosero, diffondendo nell'aria quell'atmosfera di calma e tranquillità che ci avevano fatto provare all'inizio della prova. Desmond non ne fu per nulla sorpreso e con un sincero sorriso mi disse: <Complimenti>.

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