• Electrical Storm • (Jikook•Kookmin)

• Capitolo quarantaquattro •

'...E ogni ferita che hai,è un dolore per me.
Ed ogni schiaffo che prendi,lo prendo anch'io per te..'

•Jungkook's point of view•

"Yun?"
Rispondo al cellulare,attento a non far ricadere della cola sulla tastiera del portatile.

"Più veloce della luce ti voglio al nostro appartamento"

"Ho fatto qualcosa? Non dovevamo studiare stasera vero? Io.."
"Sta zitto Jungkook si tratta di Jimin,ha bisogno di te corri subito qui senza fare domande."

Stacca la chiamata,lasciandomi senza parole,con lo sguardo fisso sulla tastiera.
Infilo velocemente un paio di scarpe,indosso una felpa pulita,prendo chiavi,portafogli e percorro velocemente le scale del condominio.
Parcheggio con poca cura,salgo con ancora più velocità le strette scale dell'appartamento di Jimin e Yun,domandandomi del perché tanta fretta,del perché Yun al telefono era così preoccupata,Jimin sta male?
Ha avuto un incidente?
Gli è successo qualcosa?

"Entra,non fare domande per ora,è in camera sua resta in silenzio,asseconda ogni cosa che ti chiede,non fargli domande,non accennare al suo stato.."
Yun apre velocemente la porta di casa,prendendomi per le spalle,guardandomi negli occhi,pieni di preoccupazione.

"Yun mi stai spaventando che succede?"

"Ti spiegherò meglio dopo,ha un attacco di panico e nessuno,ne io ne sua madre al telefono riusciamo a calmarlo,chiede di te."

Chiede di te.

Spinge la mia figura nella buia camera.
Jimin è al centro del letto,abbraccia un cuscino dondolandosi su se stesso,portando ripetutamente una mano al petto.
Impacciato,cammino verso il bordo del letto,abbassandomi sulle ginocchia.
"J..Jimin.."

Si volta verso di me,posso sentire i singhiozzi del pianto,posso vedere il volto distrutto nella penombra.
Occhi gonfi,occhiaie non coperte dal solito correttore chiaro,labbra nude.
Lentamente sposta il peso del proprio corpo verso un lato del letto,come per invitarmi a prendere posto nel lato vuoto,tra le coperte sgualcite.
Incerto nei miei stessi movimenti,porto la schiena a scontrarsi sul morbido letto,con una tale assurdità abbraccia il mio busto rigido,nascondendo il capo tra il tessuto della mia felpa,singhiozzando quasi in un sussurro.

Debole.

È la prima cosa che penso non appena le sue braccia stringono morbosamente,inaspettatamente il mio corpo.
Non è Jimin,non e il solito Jimin sicuro,forte,il Jimin al comando di tutto,il Jimin che ha il pieno controllo.
È inerme,distrutto ed il suo corpo sembra,ora ai miei occhi,più piccolo.

"M...mi fa male..."
Recupera alcuni respiri,come sull'orlo di perderli tutti.
Non so a cosa si riferisce,Yun mi ha detto di non fare domande,di essere quanto più naturale possibile...ma non posso.
"Jimin che hai? Dimmi dove hai dolore...sono preoccupato per te,ti prego dimmi come posso aiutarti"

Mi guardo intorno,cercando delle risposte.
Sul perché mi trovo qui,del perché Jimin non è Jimin,il motivo del suo malessere,a cercare di affrontare al meglio questa nuova,intima situazione.

"N..non respiro...non vogliono portarmi in ospedale.." Afferra con una debolezza tale il tessuto della mia felpa da mettermi i brividi,la sua gamba destra ha continui ed involontari spasmi da quel che vedo,prende dei continui respiri socchiudendo gli occhi,per poi continuare a parlare con estrema fatica "...Esplode...lo senti Jungkook? C..controlla anche tu il petto..almeno t..tu portami in ospedale...un solo controllo...uno solo"

Con l'altra mano libera,fredda come al solito,conduce il mio palmo verso il suo petto rigido,il cotone è umido,freddo ed umido.
Il battito è leggermente accelerato ma non noto ritmi estremamente allarmanti.
"L...lo senti? A..andiamo in ospedale J..Jungkook...ho paura" Riprende a singhiozzare silenziosamente,facendo aumentare gli spasmi alla gamba,piccoli lamenti alternati ad auto massaggi che pratica sul proprio petto,cercando in se stesso cure,conforto.