• Capitolo cinquantaquattro •

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'Ho indossato il mio cuore sottilissimo,ho sentito queste pareti sgretolarsi.
Mettendomi sempre in discussione,non mi sono mai sentito del tutto a posto.
Incontriamoci dall'altra parte,sotto il freddo,sotto la pioggia.
Ci sarà un modo.'

• Jimin's point of view •

"Sto bene Jimin,andiamocene ti prego,andiamo a fare colazione?
Quelle colazioni che ti piacciono tanto!
Dove puoi ordinare i muffin e inzupparli nella tazza bollente!
Anche io ho fame!"

Si aggrappa disperatamente alle mie spalle,rincorrendo quel briciolo di lucidità tra i suoi occhi annebbiati,la mano appena fasciata.

"Jungkook smettila...sto lavorando,non posso andarmene di punto in bianco,ora te ne resti qui e aspetti la fine del mio turno."
Afferro il mento tremolante,costringendomi di usare un tono autoritario e duro.

"Ho una mano fasciata....non mi reggo in piedi...sono distrutto e ho la testa così affollata...e tu non puoi stare qui con me...te lo sto implorando.."
Alzo gli occhi verso il soffitto ammuffito del retro del locale,cercando tutta la calma interiore,per non attaccarlo,per non lasciarmi sopraffare dalla sua sbronza.

"Jungkook ti prego resta qui non muoverti e lasciami finire il turno...ti sto chiedendo altre due ore,lasciami lavorare.."
Sospiro voltandomi più e più volte verso la visuale del bancone,controllando la situazione.
Recupero una seduta,aiutandolo a mettersi seduto,tamponandogli velocemente la fronte umida ripetendogli,come fosse un bambino,di non muoversi,di restare fermo e di aspettarmi per la fine del turno,magari di riposare.

"Starò fermo....è quello che faccio sempre.....si..."
Sussurra portandosi le ginocchia al petto,stringendole debolmente al di sotto del mento.
"Non muoverti per alcun motivo e non toccarti la fascia al palmo,ti lascio dell'acqua ok?"

Mi volto verso uno dei frigoriferi,aprendolo.

"No...no acqua....voglio...quell'acqua,Jimin."

Acqua,il suo acqua.

04:50

"Okok aspetta non correre!
Jungkook fermati!
Ehi altri cinque metri e mi arrendo!"

Porto una mano sulla fronte umida,respirando a fatica perdendo ormai di vista la sua figura tra il parcheggio del locale.

Il giovedì in genere termino sempre prima al locale,rispetto la chiusura del venerdì,del sabato.

Dopo avergli medicato il palmo,essere tornato al bancone nel mio caso,ordinare altri drink nel caso di    Jungkook,siamo qui a correre nel parcheggio.

Stargli dietro,rettifico.

Con gli occhi troppo lucidi e forse troppo grandi mi ha supplicato di unirmi a lui,di bere qualche sorso durante il servizio...qualche sorso di cui ho perso il conto.
Ed ora mi ritrovo leggermente brillo a rincorrergli dietro tra il parcheggio quasi deserto.

"Sei troppo lento!
Ti sto aspettando da minuti vicino l'auto!"
Urla poggiandosi alla mia auto,mentre io invano cerco di recuperare aria.

"Devi calmarti Jungkook perché così non ti sto dietro,prima la mano,ora questa maratona improvvisa...io ho delle ore di lavoro sulle spalle e per colpa tua sorsi su sorsi nello stomaco quasi vuoto..."
Sorrido massaggiandomi il petto,sentendolo ogni secondo più regolare al tocco.

È euforico,sorridente forse come non l'ho mai visto.
La sua solita aria candida risulta quasi scomposta,scomposta nella sua stessa compostezza.

I capelli umidicci attaccati alle orecchie,i tessuti sul corpo stropicciati,le occhiaie poco visibili al primo sguardo.
La scarica in più di adrenalina,un sorriso insolito.
Movimenti fluidi e a tratti liberi,ma pur sempre infantile,fanciullesco dal mio canto.
Il fiato corto per la corsa,l'energia incalzata dalla competizione,gli abiti sgualciti.

 • Electrical Storm • (Jikook•Kookmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora