•Capitolo quarantotto•

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'Chiedimi scusa.
Per quello che hai rotto.
Per quanto è costato.
Quindi adesso dolcemente,ma quindi adesso veramente chiedimi scusa,tanto non basta...'

Jungkook's point of view•

Una volta?
Due volte?
Quante volte ha ceduto il suo corpo in cambio di contanti?
Dove?
Con chi?
Con la stessa persona?
Con persone diverse?
Quante volte mi ha mentito?
Sarà successo prima o dopo avermi visto in questi giorni?

Impongo al mio corpo di non cedere,solo per poter guidare senza rischiare la mia vita.
Una forte morsa avvolge il mio stomaco,procurandomi uno strano malessere,indescrivibile,mai provato.

Accosto al grosso marciapiede,scendo lentamente dall'auto,mettendo piede nel grosso supermercato.
Afferro un piccolo cestino blu,dirigendomi a testa bassa verso la corsia degli alcolici.
Scelgo con estrema cura qualsiasi bottiglia,consulto le diverse proposte,cerco di ricordare a mente tutti gli ingredienti dei miei drink preferiti.
Mi prendo tutto il tempo possibile,coccolandomi tra la corsia,tra le varie bottiglie colorate.

Avanzo,cercando di ricordarmi se in casa possiedo gli ingredienti di contorno,rialzo le spalle avanzando verso la corsia della frutta e nel farlo,incrocio lo sguardo verso la corsia dei dolci.

Gelatine alla fragola.

Stringo le dita contro il cestino oramai ricolmo,fissando le colorate confezioni che sembrano sfidarmi,lí inermi accostate agli scaffali.

Una volta tornato a casa,richiudo la porta alle spalle.
Venendo travolto dal buio,dal silenzio dei miei stessi pensieri.

Ripongo i vari sacchetti sul ripiano,cammino a testa bassa verso il bagno,libero i miei piedi dalle scarpe e mi guardo allo specchio.

Il suo odore.
I miei vestiti trasudano scie del profumo di Jimin.
Meccanicamente porto tutti gli indumenti al suolo,entro in doccia lavando velocemente dal mio corpo il sentore artificiale che attualmente provoca solo dei forti sensi di vomito.

Quasi come un burattino,privo di vita o di pensiero logico,asciugo il mio corpo,che ricopro con dei morbidi pantaloni di cotone e una t-shirt bianca.

Ritorno in cucina fissando i vari sacchetti ricolmi di bottiglie,senza formulare frasi,pensieri,ipotesi.

Recupero alcuni bicchieri,del ghiaccio e dei cucchiaini e con tutta la calma del mondo comincio a preparare alcuni drink.
Mi lascio guidare dall'istinto,dal piacere che aumenta alla sola vista del liquido caldo che si scontra col ghiaccio,mescolandosi tra il vetro del bicchiere.

Ne preparo quanti più possibili,dolci,amari,forti e meno forti.
Dedico qualsiasi attenzione alle mie mani,agli ingredienti,al silenzio più totale.

Riporto i vari bicchieri al di sopra del piccolo tavolino posto sul balcone del salone,prendo ad osservare il paesaggio notturno iniziando a farmi compagnia con i vari liquidi,riscaldandomi,addolcendomi in qualche modo.

Penso a quanto sia bello sentirne il sapore sulle labbra,sentirlo scendere lungo le tonsille,andandosi poi a diramare lungo tutto lo stomaco.
Ad ogni bicchiere aumento il ritmo,veloce come stessi combattendo una corsa contro il tempo,contro un'invisibile forza maggiore che mi spinge ad averne ancora,a diminuire le pause,a privarmi d'aria,ingurgitare quanto più liquido possibile.
Beandomi di come il mio corpo cerca di opprimere resistenza,chiede una pausa,richiede lentezza,opprimendomi ogni sua richiesta con tutte le mie forze,godendo ad ogni sintomo di ribellione,di contrasto,lascio tacere l'inevitabile bruciore allo stomaco lasciandogli accogliere un grosso bicchiere freddo ed amaro,invito a tacere il lieve capogiro con due sorsi puri rubati dalla bottiglia oramai mezza vuota al mio fianco.

 • Electrical Storm • (Jikook•Kookmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora