Capitolo 4: La Dichiarazione

364 16 15
                                    

Riconobbe la voce "Nathan". Si tolse il cuscino dalla testa e si mise seduto sul letto. Vedeva poco più di un'ombra, Nathan era al buio tranne che per una parte illuminata dalla luce proveniente da dietro la porta.
- Posso?- chiese
- Certo, chiudi la porta.-
Nathan chiuse la porta e Mark accese la luce, ora sì che lo vedeva.
- Perché sei qui?- gli chiese
- Devo parlarti.-
- A proposito di?-
Mark sentiva il cuore in gola, non capiva. Voleva parlargli da amico o insultarlo? Dirgli che aveva intenzione di lasciare la squadra?
- Noi due. Di ciò che è successo.-
- Vuoi insultarmi per caso?-
- No. Cosa ti viene in mente?-
-  No sai, da come te ne sei andato l'ultima volta...-
- Ero confuso.-
- Si certo.-
- Ma che hai?-
- Niente. -
- Non è vero, ti conosco. C'è qualcosa. Lo so che ti ho ferito comportandomi in quel modo, ma prova a capire. -
- A capire cosa? -
- Sei un mio amico e fare ciò che abbiamo fatto è...strano. Ma mi è piaciuto. -
Mark lo guardò incredulo, non ci credeva.
- Quindi?- chiese
- Quindi cosa?-
- Cosa vuoi fare?-
- Non lo so, dipende da te.-
- Da me? Sei tu quello che se n'è andato.-
- Lo so, e mi sento in colpa. Dico sul serio.-
Mark guardò Nathan negli occhi, si sentiva in colpa davvero?
"Mark è arrabbiato, ha ragione."
Pensò Nathan.
Come aveva potuto fare una cosa del genere al suo amico, illuderlo, andarsene e poi tornare? "Imperdonabile, se restasse mio amico sarebbe già un miracolo"
Ma sapeva per certo che, prima o poi, l'avrebbe perdonato. O almeno, ci sperava.
- Mark, ascolta. So che sei arrabbiato e hai tutte le ragioni del mondo...-
-...mi dispiace per ciò che ho fatto. Ci ho pensato a lungo e mi sono reso conto di una cosa. Che non riesco a stare senza pensare a te.-
Guardò Mark, aveva un'aria seria. Non sperava in nulla, ma doveva dirgli ciò che provava.
- Davvero?- disse Mark poco entusiasta, ma dentro di sé non ci poteva credere. Si sedette sulla sedia della scrivania, gli tremavano le gambe.
- Mark, dico davvero.-
- Come faccio a crederti? Nathan, provo la stessa cosa, ma dopo ciò che è successo faccio fatica a crederti.-
- E hai ragione. Come faccio a recuperare la tua fiducia?-
- Non lo so Nathan, non lo so.-
- Va bene, fammi sapere quando avrai idee. Ora devo andare. Ci vediamo.-
E se ne andò, a pezzi.
A Mark venne da piangere, ma trattenne le lacrime.
Non riusciva a fidarsi di lui, ma allo stesso tempo sapeva che era sincero.
Nathan era seduto nella doccia, l'acqua gli scorreva sul corpo e sul viso umido, stava piangendo. Non sapeva cosa fare per riconquistare la fiducia di Mark.
Il giorno dopo, Nathan restò a casa, non voleva vedere Mark.
Era seduto alla scrivania a studiare anche se era molto distratto.
A scuola, Mark, cercò Nathan voleva vederlo. Non lo trovò, evidentemente lo stava evitando. Andò nella sua classe e chiese in giro.
-  Swift? Oggi è assente.-
- Ok, grazie professore.-
Ora era certo che lo stava evitando.
- Ah Evans, potresti portargli i compiti?.-
- Ehm, certo.- ora aveva una scusa per vederlo.
Uscito da scuola andò direttamente da lui, suonò al campanello. Nessuna risposta. Da quel che sapeva i suoi erano al lavoro, magari stava dormendo.
- Nathan, sei in casa? Sono Mark. -
La porta di aprì e spuntò Nathan con un paio di pantaloncini neri e una canotta bianca. I capelli, come al solito, erano raccolti in una coda con un elastico.
- Ciao.....che ci fai qui?-
- Tu ho portato i compiti. Posso entrare?-
- Ah, ehm certo -
Mark si tolse le scarpe ed entrò, andarono in camera, posò la borsa e diede a Nathan i suoi libri.
- Tutto qui?- chiese Nathan.
- Si, oggi il professore ha dato pochi compiti.-
- Non intendevo quello. Sei venuto qui solo per portarmi i compiti?-
- In realtà...no. Volevo vederti per parlare.-  Mark si sedette sulla sedia della scrivania.
- Parlare? -
- Si, di noi. Ascolta, scusa se ti ho trattato male l'ultima volta, ma ero arrabbiato e ferito. Ho pensato a quello che hai detto. Ma, non so, ancora non riesco a fidarmi.-
- Non ti fidi?- disse Nathan avvicinandosi
- Non ancora.-
-  Bhe, allora farò in modo che tu riprenda a fidarti di me.-
Nathan si avvicinò a Mark, lo prese per il colletto della divisa della Scuola e lo baciò. Mark portò le mani sulle sue gambe e lo fece sedere sulle ginocchia, lui gli abbracciò il corpo con le gambe. Nathan si staccò.
- Adesso ti fidi?-
- Mmmh, forse.-
Nathan gli sbottonò la giacca della divisa e gliela tolse. Continuavano a baciarsi.
- Pensi ancora che sia sbagliato?- chiese Mark
- Non più.-












Mark e Nathan (Enkaze)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora