Capitolo 23: Il risveglio

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Quella vocina che lo chiamava, la riconobbe. Aprì gli occhi pieni di lacrime e vide che sua sorella aveva aperto gli occhi, notò che il colore degli occhi era diverso.  Non era più un azzurro acceso, ma era un colore più cupo. Solo dal suo sguardo si capiva quanto avesse sofferto e quanto fosse debole.

-S...sorellina...- disse Mark tra un singhiozzo e l'altro. Sua sorella fece un sorriso molto debole, ma si capiva quanto fosse felice di vedere il fratello. Mark la prese in bracciò e la abbracciò forte.

-Sorellina...mi dispiace, me ne sono andato e ti ho lasciata da sola. Non...non posso perdonarmi. Avrei dovuto pensare prima di agire...perdonami.- la strinse senza smettere di piangere. La piccola gli cinse il collo con le braccia e affondò il viso nel petto di Mark.

-Ti perdono. Ma non te ne andare più.- disse la piccola.

-Promesso.- In quel momento qualcuno si affacciò alla porta della camera.

-Mark...-

-Mamma.- la madre di Mark rimase incredula nel vedere suo figlio a casa. All'inizio credette che fosse solo un sogno, ma poi si rese conto che era veramente lui. Mark si alzò e le andò incontro abbracciandola.

-Perdonami mamma, non sarei dovuto andare via...-

-No tesoro, la colpa è solo mia. Avrei dovuto cercare di capirti meglio invece di rinnegarti per quello che sei. E chi me lo ha fatto capire è proprio tua sorella, nella sua ingenuità e innocenza è riuscita a capirti perfettamente. Voglio solo che tu sia felice Mark.-

-Mamma...-

-Ma ciò non toglie che sei scappato di casa, hai fatto stare tutti in pensiero e hai fatto star male tua sorella. Ma per stavolta non importa, dimentichiamoci di questi giorni e andiamo avanti.-

-Va bene mamma.-

Dopo un po' Mark uscì in giardino per stare un po' con sua sorella. Era felice di rivederla e voleva stare un po' con lei prima di andare alla Raimon.

-Mark, eccoti finalmente.- Silvia gli corse incontro e lo abbracciò, non era da lei farlo ma le venne spontaneo.

-C...ciao Silvia.-

-Accidenti a te hai fatto venire un colpo a tutti, la tua famiglia, la squadra, i tuoi amici...ma ci pensi quando agisci?-

-Silvia, è vero ho sbagliato. Ma ero fuori di me, non ragionavo. -

-Si ho notato.-

-Visto, te l'avevo detto che sarebbe tornato.-

-Nonno ma, che ci fai ancora qui?-

-Hai fatto spaventare tutti, non potevo andarmene. Anche se sapevo che saresti tornato a casa.-

-E da cosa? Insomma, non sei un veggente o sbaglio?-

-Lo sapevo perchè ti conosco molto bene Mark, anche se ti ho conosciuto che eri già grande so come sei fatto. E poi mi assomigli molto più di quanto credi.-

La sorellina di Mark cercava di richiamare la sua attenzione tirandogli il bordo della felpa, lui se ne accorse e la prese in braccio.

-Mark, dobbiamo andare dai ragazzi. Anche loro erano preoccupati per te, vederti li farà stare meglio.-

-Va bene, nonno ti...-

-Andate pure, noi ci vediamo stasera caro Mark.-

Mark e Silvia si incamminarono verso l'istituto Raimon. Mark teneva sua sorella stretta per mano, non voleva lasciarla andare.

Nathan e Darren arrivarono al club di calcio, dove trovarono Celia, Nelly, Axel e Jude. Gli altri non si erano visti.

-Nathan? Eccoti finalmente, dove eri finito?- chiese Axel

Mark e Nathan (Enkaze)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora