Capitolo 8: Ti ho pensato

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Lunedì mattina, Mark, si alzò presto per andare dai ragazzi. Si vestì e uscì dalla camera per andare a preparare la colazione, ma trovò la tavola apparechiata. Andò in camera di sua sorella e il letto era fatto, non era in casa. Sul tavolo trovò un biglietto:

Sono uscita prima per andare a scuola, ho preparato la colazione. Scusa se non ti ho svegliato ma dormivi troppo bene. Ti voglio bene fratellone. <3

Ripiegò il biglietto e se lo infilò in tasca, consumò la colazione con calma. Sul telefono gli arrivò un messaggio da un numero sconosciuto, gli chiedeva di andare dal Grande Imperatore verso sera perchè lo aveva convocato. Perché? Perchè voleva vederlo? Dopo quello che era successo tra loro l'ultima volta, non sapeva se accettare o meno. Voleva rivederlo ma gli avrebbe fatto male, non andandoci però sarebbe stato peggio. Rivederlo dopo tanto tempo, sentire i loro corpi attaccati....era una bella sensazione anche se dolorosa. Decise che ci avrebbe pensato durante la giornata, prese le sue cose e si diresse verso la Raimon. I ragazzi, durante gli allenamenti, gli sembravano tranquilli e sereni malgrado l'accaduto del giorno prima. Si stavano dando da fare ed erano determianti a vincere ogni partita, ma soprattutto volevano la rivincita con la Royal Academy.

-Adesso che ci penso, visto che la partita è stata annullata chi passerà al Torneo?- chiese Celia

-Non lo so, il Quinto Settore non ha ancora dato indicazioni.- le rispose Mark

-Invece si...- disse una voce dietro di loro

-S...sorellina che ci fai qui?- le chiese Mark, i ragazzi si fermarono. Lei scese le scale tranquillamente.

-Il Quinto Settore ha detto che entrambe le squadre passeranno al Torneo, come rappresentanti della zona est.- concluse

-Eh? Ma dici sul serio?- le chiese Celia

-Due squadre? Per quale motivo?- le chiese il capitano Riccardo

-La Royal Academy ha vinto il torneo dello scorso anno e la Raimon è stata vice-campione molte volte, hanno deciso così anche per dare più probabilità di una partita tra le due. Anche se...bisogna aspettare prima di sapere i risultati.- disse lei

-Praticamente ha deciso di fare proprio come l'ultima volta.- disse Mark riferendosi a una partita di dieci anni prima

-Si, proprio così.- disse lei

-Ma ho una domanda, come mai sei venuta qui?- le chiese Riccardo, lei sorrise

-Sono venuta a porvi le scuse da parte della Royal Academy per ciò che è successo ieri, è stato il Comandante Sharp a chiedermelo. - i ragazzi si guardarono tra loro, ma poi sorrisero

-Scuse accettate. Ma non era il caso, non è stata colpa vostra.- disse il loro portiere

-è  vero, ma tempo fa è accaduta una cosa molto simile a causa dell'allenatore della Royal Academy...o almeno ex allenatore. Jude ci teneva a porvi le sue più sentite scuse.- Mark e Celia sapevano a cosa si stesse riferendo, si ricordavano bene quel giorno. Ci fu qualche secondo di silenzio

-Quindi se ho capito bene potreste essere dei nostri avversari, giusto?- chiese Gabriel

-Esatto, e potete stare tranquilli che non vi lasceremo vincere.- rispose lei

-è proprio quello che mi aspettavo da te.- le disse Mark

-Adesso scusate, ma devo tornare alla Royal Academy. Domenica prossima inizierà il Torneo e Jude vuole essere pronto. A presto ragazzi, spero di incontrarvi in campo.- girò i tacchi e si avviò verso la Royal

-Aspetta...- le disse Mark, lei si voltò

-Cosa ti ha chiesto di fare il Quinto Settore?-

-Non mi ha chiesto proprio nulla Mark, se pensi che io segua ogni cosa per come la dicono beh....non mi conosci bene.- rispose lei freddamente, poi riprese a camminare e sparì dietro il cancello. Gli allenamenti continuarono normalmente fino a sera, Mark doveva decidere. Dopo un po' decise di andare all'incontro, scrisse a sua sorella che avrebbe fatto tardi, e si avviò. Il palazzo del Grande Imperatore era immenso, tutto decorato....le dimensioni davano un senso di inferiorità a chi lo guardava dal basso. Entrò nella sala del Grande Imperatore che lo stava aspettando. Quando Nathan lo vide sorrise.

-Mark, ti dò il benvenuto. Sapevo che avresti accettato il mio invito.-

-Perchè mi hai fatto venire qui?- Nathan rise

-Vieni con me, così potremo parlare in privato.- disse Nathan alzandosi. Mark si preoccupò, cosa voleva? Perchè lo aveva fatto andare lì? E cosa doveva dirgli di così tanto privato? Lo seguì, entrarono in una stanza semivuota con solo un divano, una scrivania e un armadio. Sotto i loro piedi c'era un tappeto molto bello e la stanza era illuminata da un lampadario lussuoso.

-Questa stanza la uso quando sono stanco e non ho voglia di stare in pubblico. è molto privata, anzi pensa che l'ho fatta anche insonorizzare.-

-Perchè sono qui? Spiegamelo.- Mark era impaziente, stava male nel vedere come si era ridotto Nathan in tutti quegli anni. Voleva sapere il perchè era lì.

-Con calma, caro Mark. Rilassiamoci un po', lo stress non fa bene alla salute.- disse sedendosi sul divano, prese un pacchetto nella tasca e si infilò in bocca una mentina. Ne offrì una a Mark ma lui rifiutò.

-S....sicuro di stare bene?-

-Ma certo, non avere paura Mark. Voglio solo parlare, è da tanti anni che non parliamo solo io e te. Dimmi un po', come stanno i tuoi genitori?- Nathan accavallò una gamba sull'altra.

-B...bene ma....perchè me lo chiedi?-

-Era solo per parlare, in tutti questi anni ci siamo a mala pena incrociati per strada. Poi....è successo quel che è successo.-

-C...cosa?-

-Sono diventato Grande Imperatore, tutto qua.-

-Che ti è successo Nathan...sei cambiato, non sei più tu.-

-Infatti, come ti ho già detto io non sono più Nathan. Di lui non è rimasto quasi niente.-

-N...non è vero, so che qualcosa di te c'è ancora.-

-E cosa? Come fai a saperlo? Sentiamo.- disse lui alzandosi

Perchè...quando ti vedo provo le stesse emozioni che provavo tempo fa, perchè quando ti vedo soffro come quando ero ragazzo e ci siamo lasciati....in tutti questi anni ti ho pensato Nathan.-

-Quindi, tu saresti ancora innamorato di me?-

-Io....non lo so....ma le emozioni che provo sono le stesse di all'ora.- cosa poteva dirgli? Quello che aveva davanti non era più Nathan, ma qualcosa gli diceva che era ancora lì. Nathan sorrise con un ghigno e si avvicinò a Mark, che indietreggiò. Aveva uno sguardo accattivante e si leccò le labbra. Si tolse la giacca rossa e sbottonò i primi bottoni della camicia di seta che indossava mentre provava ad avvicinarsi. Cosa voleva fargli? Cosa stava facendo? Mark sentì il muro contro la sua schiena e capì che non poteva più scappare dagli artigli del Grande Imperatore.

....

Mark e Nathan (Enkaze)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora