Capitolo 15: Piano di fuga

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Mark rimase in piedi davanti ai membri della sua famiglia, aveva il cuore a mille e sudava freddo. Stava facendo la cosa giusta? No, ma doveva farlo ormai era stato scoperto.

-Io....- non disse nulla, si bloccò

-Tesoro, cosa ci devi dire?- chiese sua madre

-Mark, che hai?-

-...Io....io e Nathan....Io e Nathan abbiamo una relazione.- si decise. Suo padra non disse nulla come suo nonno, sua madre invece abbassò la testa e il suo viso si oscurò. Mark stava per mettersi a piangere quando suo padre lo calmò.

-Tranquillo Mark, non è...-

-Caro, lascialo stare. Mark vai in camera tua.-

-Ma mamma...-

-Ho detto di andare in camera tua, adesso.- il tono si fece serio, come quando si fa qualcosa di grave. Mark si chiuse in camera e si sedette sul letto, dopo un po' sua madre varcò la porta. Aveva un viso deluso e arrabbiato contemporaneamente.

-Mamma, ascoltami...-

-No Mark, tu ascoltami. Da domani non frequenterai più il club di calcio, dopo la scuola tornerai immediatamente a casa. Hai il divieto assoluto di vedere Nathan fuori dalla scuola.-

 Mark non ci poteva credere, veramente sua madre stava dicendo una cosa del genere?

-Mamma, tu...non puoi...- le guance di Mark si inumidirono delle lacrime che iniziarono a scendergli dagli occhi.

-Si che posso, se non mi darai ascolto ti farò cambiare scuola.-

-Ma...-

-Niente ma! Sono....profondamente delusa da te Mark....- sua madre uscì sbattendo la porta della camera, non era felice e forse nemmeno arrabbiata. Per Mark quello fu un colpo al cuore e rimase pietrificato. Non poteva abituarsi a una cosa del genere, ma non poteva nemmeno chiuderlo in camera a vta. Le guance di Mark iniziarono a inumidirsi delle sue lacrime, affondò la faccia nel cuscino e pianse cercando di non farsi sentire. Sentì la porta che si apriva, qualcuno si sedete sul letto affianco a lui e iniziò ad accarezzargli i capelli.

-Mark, proverò a parlare con tua madre....ma non ti prometto nulla.- era suo padre. Mark non disse nulla e tirò su con il naso. Suo padre uscì ma la porta non si chiuse, qualcosa l'aveva bloccata. Sua sorella entrò e chiuse la porta a fatica, non arrivava ancora alla maniglia nemmeno saltando. Si avvicinò al letto del fratello e afferrò la sua mano che penzolava. Sentiva  che il fratello stava male, chiunque lo avrebbe capito vedendolo così. Ma quella piccolina era molto empatica e, quando qualcuno soffriva, lei sentiva perfettamente quel malessere e soffriva pure lei.

-Fratellone....- sussurrò. Mark non rispose, si girò e la guardò con gli occhi pieni di lacrime. La prese in braccio e la fece sedere sulle sue ginocchia. Lei lo abbracciò cingendogli il collo con le braccia, Mark la strinse a sè senza smettere di piangere. Lei gli asciugò gli occhi e il viso con le maniche della sua felpa fuxia, non voleva vedere suo fratello star male.

-Grazie sorellina....- disse tirando su con il naso

-Perchè la mamma non vuole che tu veda Nathan?-

-Vedi tesoro, è una cosa che capirai quando sarai più grande. Ma ti posso dire che non tutti sono d'accordo che due maschi si amino.-

-Perchè? Non è sbagliato giusto?-

-No, ma molte persone credono che lo sia.- Mark sapeva che sua sorella era ancora piccola e non avrebbe potuto capire quelle cose, ma sapeva anche che era intelligente e che una spiegazione non era sbagliata.

Mark e Nathan (Enkaze)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora