Capitolo 10: Il ricordo

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Perchè quello? Perche a lui? Perchè Mark non si ricordava di loro due?

Trattenne il pianto a fatica, fece un respiro profondo e rimase calmo.

-Mark...davvero non ricordi?- 

-Non ricordo cosa?-

-Di...niente. Lascia perdere.-

-Nathan, che hai? Stai piangendo?-

Nathan non disse nulla. si alzò dalla sedia e uscì dall'ospedale di corsa, tornò a casa e si infilò a letto fingendosi malato. Non aveva voglia di andare a scuola, probabilmente l'unica volta della sua vita. Non rimase a letto per molto, indossò la tuta da calcio e andò a correre. Quando era nervoso ne aveva bisogno, aveva bisogno di sentire il vento tra i capelli e l'odore del sudore. Si fermò per riprendere fiato, da quanto correva? Un'ora? Due? Aveva completamente perso la cognizione del tempo. Guardò l'orologio, non era tardi dopotutto si era alzato molto presto per andare all'ospedale...

"ancora un po'" pensò. Riprese a correre e provò ad attraversare la strada ignaro del traffico. Una macchina stava arrivando a tutta velocità, Nathan non la notò, il conducente dell'auto suonò, appena se ne accorse era tardi...

-NATHAN!- qualcuno lo trascinò via dalla strada e finirono per terra, la macchina corse via.

-Nathan, ma che ti è preso? Sei impazzito o cosa?- Era Caleb.

-Caleb, cosa è successo?- non si era accorto di nulla

-Come che è successo? Idiota una macchina stavi per farti a pezzetti. Nathan mi ascolti?-

-Eh si, si certo. Non me ne ero accorto...scusa ora devo andare.- Nathan provò ad andarsene, ma Caleb lo afferrò per il braccio.

-Ah no, non te ne vai via così. Ora mi spieghi cosa ti sta succedendo. Non è da te, è per via di Mark?-

Nathan rimase raggelato, come faceva a saperlo?

-Cosa intendi?-

-Ascolta, lo so che sei preoccupato per lui, come lo siamo tutti. So che siete amici da tanto, ma non mi sembra il caso di farti ammazzare.- 

Nathan ebbe un sospiro di sollievo

-Si hai ragione, starò più attento.-

-Cerca di fare attenzione, non so se ti salverò la prossima volta.-

Nathan iniziò a camminare con la testa bassa sul marciapiede, tenne le mani nelle tasche della felpa.  Doveva distrarsi, ma come? Non voleva andare dalla torre per evitare l'assalto dai ricordi, ma aveva bisogno d'aria. Riprese a correre malgrado la stanchezza e un leggero mal di testa. Quando arrivò alla torre si sedette sulla panchina e iniziò a guardare il paesaggio, c'era un venticello leggero e piacevole che gli scompigliava i capelli. Cercò di rilassarsi ascoltando il fruscio delle foglie mosse dal vento accompagnato dal canto degli uccelli. Girò la testa e vide il copertone che Mark usava per gli allenamenti ancora appeso all'albero.

"Ma non si è ancora rotto?" pensò. Ripensò a quante volte Mark andava lì ad allenarsi, a volte si dimenticava perfino di mangiare. Ripensò a quante volte si erano allenati lì, a quante volte giocavano con sua sorella. Le nuvole coprirono il sole e iniziò a fare freddo,ma Nathan rimase lì. Iniziò a piovere e Nathan stava iniziando a tremare, ma per lui era tutto indifferente. Non sentiva il freddo, non sentiva la pioggia, non gli importava di ammalarsi, non gli importava di nulla. Iniziò a piangere e le lacrime si cammuffarono con le gocce di pioggia sul suo viso. Aveva i capelli bagnati e i vestiti fradici, odiava quella sensazione , ma in quel momento non gli importò.

-Nathan, ma che ci fai qui con sto tempaccio?-  era Axel, arrivò di corsa.

-Nathan, ti ammalerai.-

Mark e Nathan (Enkaze)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora