12.

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Erano passati dieci giorni da Capodanno e con Sara eravamo rientrate a Milano già dal due di gennaio. Io ero già piena di studio fino al collo ma ero comunque tanto tranquilla, come poche volte prima d'ora, ma non ne sapevo il perché.

Quando mi svegliai alle nove, andai subito in cucina per prepararmi un tè caldo prima di immergermi nello studio visto che avrei avuto un esame tra pochi giorni. Mentre aspettavo che l'acqua bollisse, mi squillò il cellulare ed era Vincenzo.

Incredibile.

"Oh, ma sei ancora vivo!" esclamai, per poi sedermi sul divano.

"Come dice tanta gente, si sparisce in due." mormorò, per poi ridacchiare un po'. "Come stai?"

"Bene."

"Maronn mij, comm si fredd." borbottò, mentre io sbuffavo. "Che hai fatto in questi giorni?"

"Ho studiato e sono uscita con gli amici. Niente di che." dissi, per poi andare a prendere l'acqua e metterla in infusione. "Tu?"

"Ho avuto due date, ero rimasto a Napoli." mormorò, per poi sospirare. "Chi sono 'sti amici?"

"Il gruppo dei fidanzati di Elisa e Francesca, io e Sara ci usciamo sempre."

"Fai la brava, mi raccomando." si rassicurò, facendomi ridacchiare. "Mh?"

"Te lo dico sempre che la faccio." mormorai, per poi provocarlo un pochino. "Poi che ti frega a te?"

"Nun pazzià." borbottò, per poi sospirare rumorosamente. "Fammi stare sereno."

"E di che ti dovresti preoccupà?"

"Giorgia, eddai." mormorò per poi tossire un po'. "Stai sola a casa mo?"

"Sì." dissi, mentre prendevo un pacchetto di biscotti dalla mensola. "Vuoi imboccare?"

"Voglio che...?"

"Vuoi venire?" gli chiesi, mentre lui faceva la solita risatina che faceva quando era compiaciuto.

"Ricordati che m'hai invitato te, però."

"Eh vabbè dai." mormorai, per poi stendermi sul divano, consapevole che non avrei studiato quella mattina.

C'è di meglio da fare.

"Vieni o no?"

"Certo che vengo." disse per poi attaccare.

Mentre aspettavo che lui arrivasse mi andai subito a lavare e mi misi qualcosa di decente e presentabile addosso. Nel frattempo finii il mio tè e ordinai un po' casa, per poi sedermi sul divano ad aspettarlo.

Quando arrivò gli aprii subito la porta e lo feci entrare, mentre lui si sfilava il piumino.

"Ciao eh." lo salutai, mentre mi guardava.

"Te sempre di buon umore stai eh." osservò, per poi sedersi sul divano.

"E tu sei sempre molto simpatico." mormorai, sedendomi al suo fianco, per poi guardarlo per bene negli occhi. "Che faccia che c'hai oggi." dissi, mentre lui abbassava lo sguardo.

Cosa gli succede?

"Non è una bella giornata." disse, per poi stringermi a sé, nascondendo il volto sul mio petto.

"Che succede?" gli chiesi, mentre lui mi stringeva sempre con più forza.

"Sto preso a male." mormorò, sospirando profondamente, mentre io mi stendevo, facendogli più spazio sul divano. "Mi manca una persona che se n'è andata un po' di tempo fa." ammise, con la voce tremante.

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora