26.

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Vincenzo's POV


"Ciao ammò." salutai mia zia, per poi lasciarle due baci sulle guance.

"Comm si bell amore mij." mormorò, per poi abbracciarmi con forza. "M si mancat assaje Vincè!"

"Pur tu zì, t vogl ben." sorrisi, per poi posare la valigia nella mia stanza ed andare a salutare tutti i miei parenti.

"Pe cena faccio pasta e patate, poi e sasicc." esclamò.

Cazzo sì.

"Buonissimo zì, grazie." mormorai, lasciandole un bacio sulla guancia. "Ja io scendo con gli altri, c verimm aropp."

"A dopo ammò." salutò, mentre io prendevo il cellulare in mano, che stava squillando per la seconda volta in pochi minuti.

"Ammò."

"Ciao Vì." mi salutò Giorgia, mentre scendevo per le scale del mio vecchio palazzo. "Che dici?"

"Sono arrivato poco fa, sto scendendo con gli altri. Tu?"

"Con Sara stavamo scegliendo che vestito mettere stasera per la festa." mormorò, per poi prendere un gran respiro. "Sono indecisa, mi dai una mano?"

Cazzo no.

"Ammò non chiedere consigli a me e non mi invià foto, per me staresti bene pure co una busta di plastica addosso, anzi meglio senza. E poi sennò vengo su a Roma, che mi fai venire in mente idee particolari." dissi, facendola ridere come una matta. "Imbocco alla festa eh."

"Non sarebbe male, mi piacerebbe."

Ci faccio un pensierino sul serio.

"Ja ammò eddai, non mi dire così che vengo sul serio su... che mi manchi." mormorai, per poi uscire dal portone ed accendermi una sigaretta, mentre salutavo con un cenno gli altri ragazzi che mi aspettavano in piazza.

"Anche tu, tanto."

"Fai la brava stasera eh." mi raccomandai, mentre lei mugugnava per fastidio.

"L'ultima volta che l'hai detto tu hai fatto il coglione. Mi devo preoccupare?"

Colpito ed affondato.

"Non ti devi preoccupare ammò, facciamo entrambi i bravi." scherzai, per poi pensarci un po' su. "Stasera ti scrivo ogni mezz'ora se vuoi. Tanto non andiamo a ballare, stiamo in quartiere tutti noi."

"Non devi fare nulla e non sentirti obbligato a scrivermi."

"Ti pare, ma che obbligato, e ja. Stai tranquilla, ti penserò." ammisi, per poi incamminarmi verso il gruppo.

"Pure io, anche perché non avrò tanto di meglio da fare." disse, facendomi ridacchiare.

Sempre dolce e gentile.

"Beh io sì, ma ti scrivo comunque." mormorai, per poi schiarirmi un po' la voce. "Io ora vado dagli altri."

"Ciao Vì, a dopo."

"Ciao ammò."

Dopo che attaccai al cellulare raggiunsi i ragazzi in piazza, per poi salutarli uno ad uno, visto che non li vedevo da qualche settimana.

"Ua fratm." salutò Luca, per poi baciarmi una guancia. "Comm si bell fra. Na bomba."

"O' sacc." ridacchiai, per poi baciare la guancia di Marco ed appoggiarmi a lui.

"Stasera pensavamo di andare al solito bar, stiamo tutt'assieme, solo noi." mormorò Francesco, mentre si accendeva una canna e la passava a Luigi.

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora