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Passai l'intera mattinata con Patrizia ed Annalisa a fare le faccende di casa, come pulire e fare la lavatrice. Anche se ero strapiena di cose da fare e a cui pensare, non riuscivo a distrarmi in nessun modo. Stavo solo pensando a cosa stava facendo Vincenzo in quel momento.

"È quasi ora di pranzo, sai cucinare qualcosa?" mi chiese di punto in bianco Patrizia, mentre stavamo stendendo i panni in balcone.

"No, mai fatto nulla. So fare un toast o ordinare online, ed è già qualcosa." ammisi, facendola ridere. "Però puoi insegnarmi qualcosa da fare, no?"

"Certo tesoro, ti dirò tutti i miei trucchi. Iniziamo con della pasta, facile facile." sorrise, per poi farmi l'occhiolino. "Ti ha scritto qualcosa?"

"Nulla, non mi risponde neanche alle chiamate. Ho provato mezz'ora fa, ma niente." mormorai, seguendola in cucina per preparare il pranzo.

"Stai tranquilla, sta bene, ne sono certa." esclamò, per poi accarezzarmi la guancia con dolcezza.

"Non ce la faccio Patrì, nessun messaggio da parte di nessuno. Vincenzo, Marco, Fabio sono spariti. Quello non mi scrive da stamattina. Non riesco ad avere notizie proprio da nessuno. Tutti quelli del quartiere sembrano essere spariti nel nulla." ammisi legandomi i capelli in una coda alta, per poi sbuffare ed appoggiarmi allo sgabello. "Sono così agitata, non riesco a pensare a nient'altro."

"Sono anni che ho l'ansia quando esce di casa quando è arrabbiato, per esperienza personale ti consiglio di tenerti occupata a fare altro e preparati la ramanzina che gli farai stasera. Immagina di rimproverarlo non appena torna. Il tempo vola se fai in questo modo." disse, facendomi ridere. "E si bell! Ridi, che va tutto bene." esclamò, portando le mani sulle mie spalle.

Fortuna che c'è lei.

"Grazie." sorrisi, per poi abbracciarla con forza.

Alla fine con Patrizia riuscimmo a preparare qualcosa da mangiare per Annalisa, ma né io né lei riuscivamo a mangiare chissà quanto. Per quanto affermasse di essere calma ed abituata alle sfuriate di Vincenzo anche lei mi sembrava abbastanza preoccupata. In fondo, era scappato per andare fino a Roma nel cuore della notte, presumo che nessuna madre possa stare così tranquilla, nonostante tutto.

L'attesa mi stava uccidendo. Continuavo a chiamare e a scrivere a chiunque, ma nessuno rispondeva. Vincenzo era sparito dalle cinque di mattina, il suo ultimo messaggio era un "ci vediamo stasera ammò". Mi aveva lasciato un messaggio del cazzo che non aveva nulla di rassicurante. Niente di più. Marco anche non si faceva sentire dalla sera precedente e stessa cosa per Cristian, Loris, Fabio e gli altri ragazzi. Silenzio totale. Ed io stavo là, con un macigno sul petto.

Dopo pranzo ci mettemmo sul divano a guardare un po' di televisione ma non ci stavo con la testa, quindi decisi di andare da qualche parte.

"Patri scusami, ma io vado a fare un giro in quartiere per capire chi è andato insieme a lui, non riesco a stare tutto il tempo con le mani in mano." esclamai, scattando in piedi, per poi lasciarle un bacio sulla guancia.

"Gio, prendi le chiavi di casa, dopo devo uscire." mormorò, mentre io annuivo e la salutavo.

Cercai di chiamare Luigi e Marco ma neanche loro mi rispondevano, quindi andai a casa, sperando che i loro genitori non ci fossero.

"Ciao, chi sei?" chiese la madre, mentre si appoggiava allo stipite della porta.

Ovviamente, era da immaginarsi.

"Salve, scusi per il disturbo, io sono Giorgia, un'amica di Marco e Luigi. C'è uno dei due in casa?" dissi tutto d'un fiato, mentre lei annuiva e mi faceva entrare dentro.

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora