19.

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Il giorno dopo mi svegliai ed ero praticamente in coma, mentre Vincenzo sembrava già fin troppo sveglio ed attivo.

"Da quanto sei sveglio?" gli chiesi, mentre mi stiracchiavo un po', per poi sbadigliare.

"Non da moltissimo." mormorò, per poi poggiare la testa sul mio ventre ed accarezzarmi le cosce. In quel momento, Sole bussò alla porta ed entrò, portandoci la colazione a letto. "Grazie mille Sole, è perfetto."

"Di niente tesoro." gli sorrise, mentre io mi mettevo seduta. "Buongiorno amor, ci vediamo dopo." disse, per poi uscire dalla camera.

"Non sapevo foste diventati amici." commentai, facendolo ridere, mentre mi baciava la pancia.

"Ci siamo fatti due chiacchiere prima, è molto simpatica." mormorò, per poi prendere il cornetto in mano e morderlo. "Già le piaccio da morire."

"Tu mi piaci da morire." dissi, per poi baciarlo.

Dopo aver passato circa una mezz'oretta a mangiare e guardare Netflix, ci vestimmo e scendemmo in salotto, dove mamma stava leggendo e Soleil stava spazzando.

"Ah vi siete svegliati!" esclamò mamma, per poi farsi baciare la guancia da Vincenzo e da me. "Avete dormito bene?"

"Benissimo." sorrisi, per poi sedermi sul divano. "Voi a che ora siete tornati?"

"Era molto tardi, non ricordo molto bene." mormorò, mentre posava il libro sul tavolino in vetro. "Quindi siete stati bene, ieri?"

"Sì, è stata una bella serata. Complimenti per il ristorante e per tutto." annuì Vincenzo, per poi sorriderle.

"Mà, comunque dobbiamo andare a Lucca, quindi tra poco partiamo, anche perché gli volevo far fare un giro per il quartiere e devo andare a fare un saluto a Chiara. Non restiamo per pranzo." dissi, buttandola un po' in caciara per andarcene il prima possibile.

"Va bene, non vi preoccupate. Ma che dovete fare a Lucca?" ci chiese, mentre sentivo Soleil che canticchiava.

"Ho una data stasera, ci fermiamo là e poi torniamo a Milano domani mattina." mormorò Vincenzo, per poi stiracchiarsi un po'.

"Beh, allora in bocca al lupo e divertitevi." sorrise, per poi prendere un gran respiro. "Gio, ti devo parlare di una cosa molto importante. Vincenzo può restare, senza problemi."

"Dimmi." mormorai, mentre lei si sistemava i capelli biondi sulle spalle e Vincenzo mi prendeva per mano, come se fosse pronto per ascoltare sia una bella che una cattiva notizia.

"So che non ti piacciono i giri di parole e che è inutile girarci intorno." disse, mentre io avevo già intuito dove volesse andare a parare, ma speravo di aver capito male e che fosse solo una brutta impressione. "Io e papà divorziamo."

"Mà, ma stai a giocà? Dici sul serio?" le chiesi, esterrefatta ed attonita.

Non può essere.

"Sì amore, è meglio così. Lo abbiamo deciso insieme, senza litigare." mormorò, mentre Vincenzo mi stringeva sempre con più forza la mano, dandomi un po' di sostegno morale. "In fondo era da tempo che eravamo separati in casa, non ha senso continuare."

"Sì, hai ragione. È giusto così, anche perché è da un po' che io e Bea ci avevamo pensato." ammisi, per poi scrollare le spalle. "Va bene così... ma papà?"

"Lui è a lavoro ora." mormorò, per poi alzarsi in piedi.

Ah manco si degna di fare presenza e di salutarmi.

"Allora vado un attimo a chiamare Beatrice, credo che abbia appena staccato da lavoro. Le dico di venire per parlarle." disse, per poi lasciarmi un bacio sulla fronte ed andarsene in camera.

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora