Una volta arrivata a Rozzano mi sembrava di stare in Gomorra, ma ambientata a Milano.
Non ero mai e poi mai stata in un quartiere povero e periferico di nessuna città, prima d'ora. Era pieno di ragazzini in strada sui motorini, persino in tre o quattro ed anche senza casco. Le strade erano sporche, c'erano murales ovunque ed io mi sentivo a disagio.
Vincenzo mi aveva mandato la posizione di casa sua e mentre mi stavo avvicinando al suo palazzo, vidi un gruppo di ragazzi per strada, che mi fermò.
Ero un po' spaventata, devo ammetterlo.
"Non ti abbiamo mai visto in zona, chi sei?" mormorò un ragazzo, mentre io cercavo di mantenere la calma.
"Sto andando da Vincenzo, sono una sua amica." dissi, e come se avessi nominato chissà chi, i ragazzi mi lasciarono andare per la mia strada.
Incredibile.
Una volta arrivata a casa di Vincenzo, mi aprì la porta e mi salutò con un lungo abbraccio.
"Addirittura?" ridacchiai, mentre lui continuava a stringermi a sé.
"Nun scassà." borbottò per poi farmi il cenno di seguirlo dentro. "Non c'è nessuno. Non c'è il bisogno di fare le presentazioni."
"Peccato, mi ero messa in tiro." scherzai, facendolo ridere.
Casa sua non era molto grande, tutt'altro. Era piena di mobili, un po' mi faceva sentire anche claustrofobica. Era piccola, con mille foto appese lungo i corridoi ed aveva anche odore di chiuso. Ma io la adoravo e me ne innamorai dal primo momento.
Non avevo mai vissuto in una casa così piccola, confortevole e vissuta. Era piena di ricordi e mi trasmetteva molto calore.
"Che bella." ammisi, mentre lui si sedeva sul divano.
"Scherzi?" mi chiese, pensando che lo stessi prendendo in giro.
"No, perché dovrei?" domandai, facendo un giro su me stessa. "È bella, mi piace molto."
"Nessuno direbbe mai che una casa del genere è bella. È strano." ammise, quando io lo raggiunsi sul divano. "'Sta casa è piccola, delle volte non riesco manco a respirare qui dentro."
"Io la trovo bella, è così accogliente e vissuta." dissi, per poi accavallare le gambe. "Un gruppo di ragazzi mi ha fermato, prima."
"E che ti hanno chiesto?"
"Chi fossi, io ti ho nominato e mi hanno lasciato andare. Come se fossero i guardiani." ammisi, mentre lui ridacchiava ed annuiva.
"Non sembri una ragazza di quartiere, per quello ti hanno fermata." mormorò, per poi sfilarsi le scarpe e sistemarsi sul divano. "Mettiti comoda eh."
"Sì, stai tranquillo." dissi per poi legarmi i capelli in una crocchia disordinata e sfilarmi la giacca.
"Immagino Rozzano non rientri nei tuoi gusti."
"No, è la prima volta che vengo in un quartiere del genere. È una novità. Non è così malvagia, forse mi devo solo abituare." ammisi, facendolo sorridere.
"Non è per tutti vivere in un quartiere periferico, devi avere il pelo sullo stomaco." mormorò, per poi stiracchiarsi un po'. "Tu da che quartiere di Roma vieni?"
"L'eur."
"Ah vabbè, mica male, no?" disse, per poi prendermi le gambe, mettendole sulle sue.
"Non mi lamento." dissi per poi scrollare le spalle.
"Figlia di papà?"
"Un pochino, lo è di più mia sorella." ammisi, mentre lui ridacchiava, come se fosse compiaciuto per aver indovinato. "L'esatto contrario tuo, no?"

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Odiare | Paky
Fanfiction"Usi la parola odio a sproposito. Non puoi odiare tutto ciò che ti circonda, è impossibile." "Ne sei sicura?" INIZIATA: 15 MARZO 2020 TERMINATA: 27 APRILE 2020