36.

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Dopo aver passato la giornata intera in università andai a Rozzano per fermarmi a cenare da Vincenzo. Passammo una mezz'oretta buona sul letto a coccolarci e ad ascoltare un po' di musica, fino a quando lui non iniziò a parlare.

"Quindi, ti è piaciuta Alpha?" mi chiese, mentre mi accarezzava il braccio.

"Sì, molto carina."

"Ammò..." mormorò dopo un altro po' di tempo passato in silenzio.

"Dimmi."

"Domenica è l'anniversario della morte di papà e io devo scendere a Napoli per un paio di giorni insieme ad Annalisa e mamma, andiamo a trovare gli altri parenti." mormorò, posando una mano sul mio fianco. "Ti va di venire con noi? Ci farebbe piacere, soprattutto a me. So che c'è poco preavviso ma..."

Non posso lasciarlo da solo in un giorno così difficile, a chi importa del preavviso?

"Certo che vengo." sorrisi, lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra. "Va tutto bene?"

"Sì, va tutto bene. Solo che Annalisa è un po' tesa ultimamente, ma tutto okay."

"Poverina, posso solamente immaginare come sia duro affrontare una problema del genere alla sua età." commentai, mentre lui si sistemava più in basso e posava la testa sul mio ventre. "Ma dove staremo a dormire?"

"A casa nostra, non quella dove ti ho portato a Capodanno. Poi il resto della famiglia vuole conoscerti, sono curiosi." ridacchiò, per poi voltarsi verso di me e guardarmi.

Benissimo.

"Mi metti l'ansia se dici così."

"Ma smettila." sorrise, per poi mettersi a cavalcioni su di me. "Sono davvero felice che vieni."

"Anche io." annuii, per poi fare mente locale. "Anche se ci sarà pure Alessia."

"Non importa se ci sta, dai." sbuffò, prendendomi le mani, portandole sul suo petto.

"Boh." mi lamentai, scuotendo la testa.

"Non iniziare."

"Non ho iniziato un bel niente." mormorai, per poi aggrottare le sopracciglia, al solo pensiero di rivedere quella.

"Infatti guarda che muso lungo che c'hai!" esclamò, scoppiando a ridere.

"Non è vero."

"Ci siamo offese eh!" ridacchiò, prendendomi il volto con la mano. "Guarda che faccia."

"Hai rotto le palle!" sbuffai, incrociando le braccia al petto, ma lui non sembrava voler smettere di prendermi in giro. "Smettila tipo ora."

"Come sei di mal umore." continuò, per poi lasciarmi un bacio in fronte. "Stai tranquilla."

"Io sono sempre tranquilla."

"Si vede."

"Accanna co' 'sta storia." esclamai, mentre lui rotolava al mio fianco.

"Accanna co' 'sta storia." mi imitò, ed io lo incenerii con lo sguardo. Era insopportabile quando faceva così.

"Vincenzo ti spezzo in due, taci." dissi, mettendomi a cavalcioni su di lui, che rideva.

"Non avrei mai pensato di vederti gelosa, non così tanto perlomeno."

"Io non sono mai gelosa."

"Ah sì? E ora cosa sei?" ridacchiò, posando le mani sul mio sedere, stringendolo con forza.

"Infastidita al pensiero di rivedere quella." puntualizzai, dandogli una botta sulla guancia.

"Chiamatasi anche gelosia." disse, mentre io mi alzavo in uno scatto. "E ja!" esclamò, prendendomi per un polso, facendomi tornare come prima. "Come sei permalosa, maronna mij."

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora