23.

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Il giorno dopo mi svegliai con la testa che mi scoppiava e lo stomaco sottosopra. Sentivo le pesanti braccia e le gambe di Vincenzo su di me, che mi tenevano stretta a sé. Con difficoltà mi girai verso di lui e ricambiai l'abbraccio, per poi portare una mano sulla suo petto e l'altra sui suoi capelli. Iniziai a massaggiarglieli con calma, mentre sua madre si affacciava in camera per vedere se fossimo svegli.

"Buongiorno bellissima." sussurrò, mentre io le facevo un cenno. "Scendo un attimo a prendere Annalisa a scuola, torno subito. Continuate a dormire."

"A dopo." la salutai, posando di nuovo la testa sul cuscino. Continuai ad accarezzare i capelli a Vincenzo, rilassandomi del tutto, per almeno un quarto d'ora.

Avevo fatto bene a perdonarlo, o almeno a provarci. Sapevo bene che avevo bisogno di tempo per fidarmi ancora, ma Sara aveva troppa ragione. Lui non era Michele, non voleva farmi del male e si era pentito.

E c'era un non so cosa, che mi spingeva verso di lui, nonostante tutto.

Quando iniziai a sentire un po' di sonno smisi di fare tutto e chiusi gli occhi, pronta a dormire un altro po'.

"Non ti fermare." sussurrò con voce roca, proprio mentre mi stavo addormentando.

"C'ho sonno." Mi lamentai, riprendendo ad accarezzargli la testa.

"Allò avvicinati." mormorò, mentre mi stringeva a sé. "Vorrei svegliarmi sempre così."

"Con i postumi?"

"Con le tue tette in faccia." disse, infilando le mani sotto la maglietta, lasciandomi un bacio sul collo.

"Grosse eh... e comunque non ti stanno in faccia." sbuffai, facendolo ridacchiare.

"Sì ma quando apro gli occhi stanno là." mormorò, per poi accarezzarmi la schiena. "E comunque sono belle, pure se un po' piccoline."

"Solo io posso criticare il mio seno, grazie!" esclamai facendolo ridere.

"Giusto."

"Tua madre è uscita a prendere Annalisa." dissi, posando la guancia sulla sua.

"Sì, l'ho sentita." annuì, per poi sbadigliare. "Cinque minuti e ci alziamo."

"Ma pure dieci." mormorai, mentre lui mi spingeva a sé, facendo scontrare i nostri bacini.

"Ti piace stare a letto abbracciata a me eh?"

"Lo dico perché ho sonno."

"Mh, ci credo." ridacchiò, mentre mi lasciava qualche bacio sul collo. "Però un po' ti piace."

"Se non mi piacesse già mi sarei alzata mezz'ora fa."

"Ci siamo svegliate di ottimo umore anche oggi." commentò, pizzicandomi i fianchi, mentre mugugnavo.

"Sono sempre di ottimo umore." sbuffai per poi mordergli il lobo dell'orecchio, facendolo ridacchiare.

"Si a vita mij, pure se non ci credi." mormorò, prendendomi il volto tra le mani e guardarmi negli occhi.

"Prima o poi ti crederò."

"Basta che lo fai."

"Lo farò." sorrisi, per poi accarezzargli le guance. In quel momento Annalisa entrò in stanza e salì sul letto. "Ah ma buongiorno!"

"Mi eri mancata Gio." esclamò, mentre mi abbracciava con forza.

"Anche tu piccolina, tanto."

"Ammò scinn' a cuoll ja, vulimm durmì." si lamentò Vincenzo, cercando di spingerla fuori dal letto.

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora