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Dopo aver fatto la milionesima foto di famiglia assieme a Beatrice andai a fumarmi una sigaretta insieme a Sara, che stranamente non aveva toccato alcool.

"Ti stai divertendo?" le chiesi, mentre lei scrollava le spalle. "Beh io no. Che palle." dissi facendola ridere.

"Neanche io mi sto divertendo." mormorò, per poi guardarsi un po' in giro. "Tanto sono le tre, tra poco torniamo a casa."

"Sì, meglio così." annuii, per poi sbadigliare. "Perché non abbiamo bevuto manco un po' stasera?"

"Tu perché ci stanno Michele e Stefano. Io perché sto presa a male, ho il ciclo." sbuffò, buttando la sigaretta finita per terra.

"Quanto torniamo su ci facciamo una bella serata con quelli di Rozzano." mormorai, ricevendo il suo appoggio. "Almeno ci divertiamo, qua ci stanno i miei e i colleghi di lavoro di Bea. Che palle." dissi, facendola ridere.

"Senti, io vado in bagno. Tu devi andare?" mi chiese, mentre scuotevo la testa. "Torno subito."

"Certo che potresti rispondere ai messaggi, si tratta di educazione, sono convinto che tua madre te l'abbia insegnata." disse Michele, raggiungendomi là vicino.

Ecco una bella rottura di coglioni che avrei voluto evitare.

"Certo che potresti smettere di importunarmi, anche quella è educazione." mormorai, sbattendo il tacco della scarpa per terra dal nervosismo.

"Abbiamo il ciclo?"

Ma per favore.

"So sempre stata così, non dì cazzate." sbuffai, per poi voltarmi verso di lui e scuotere la testa.

"Sì, da quando hai conosciuto quel rozzo di periferia. Sono sincero, mi sei calata. Non pensavo ti abbassassi a certi livelli." esclamò, mentre io sospiravo. "Sei peggiorata."

Ha parlato il Lord.

"Vero, so un maschiaccio."

"Quello è più scurrile di te, t'ha rovinata." commentò, per poi sospirare. "Un poraccio."

Ma lascialo in pace.

"Come farò a dormire stanotte, con questo pensiero in testa? Avevo bisogno della tua approvazione!" ironizzai, posando una mano sul mio petto. "E poi se devi insultà a buffo, insulta me, non lui, che manco lo conosci."

"Dovresti lasciarlo."

"Sì, bella pe' te, aspetta che mo lo chiamo e lo piscio, pe' tornà co' te!"

"Collane d'oro, camminata da sempliciotto e faccia da cazzo, oltre al fatto che è un drogato. Passi dalle stelle alle stalle."

Vorrei essere più paziente.

"Ciccio, stai messo male se ti consideri una stella. L'unica cosa che potevi avere in comune con una stella era il giallo accennato dei tuoi denti. Oh aspetta, grazie ai soldi miei e di mio padre ti sei fatto la pulizia. Ogni tanto mi scordo." esclamai, mentre lui si girava verso di me e mi lanciava un'occhiataccia. "Ah poi lui si guadagna da vivere da solo, non campa sulle spalle della fidanzata e della sua famiglia. Oh mio Dio, ho appena avuto un déjà-vu assurdo!"

"A regazzì, nfa' la spiritosa stasera, che non è aria." mormorò, mentre io facevo un passo avanti per sgranchirmi le gambe, ma mi afferrò un braccio. "Dove cazzo pensi d'annà?" esclamò, mentre io sentivo le gambe tremarmi per la paura.

"Levami le mani di dosso o mi impunto sul serio con papà, a scemo!" dissi, guardandolo dritto negli occhi, mentre lui mi lasciava il braccio.

Grazie a Dio.

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora