17.

5.2K 127 16
                                    

"Torniamo a Milano?" gli chiesi, mentre Vincenzo ridacchiava e scuoteva la testa. "Dai, ti prego. Stiamo ancora in tempo per andare a casa."

"Ammò, si tratta di mezza giornata. Se vuoi domani mattina ci inventiamo una cazzata e ce ne andiamo prima. No?" propose, per poi prendere in mano la valigia. "Si tratta di stasera e basta, ja."

"Che palle." sbuffai, mentre lui mi stringeva a sé con forza, per poi lasciarmi un bacio sulla fronte. "Spero solo di non restare troppo al ristorante stasera."

"Diciamo che siamo stanchi per il viaggio e ad una certa ora ce ne andiamo." mormorò, per poi prendermi il volto tra le mani e farmi l'occhiolino. "Vogliamo andare ora o devi lamentarti un altro po'?" scherzò, facendomi ridere.

"Entriamo." dissi, per poi prenderlo per mano e prendere le chiavi di casa tra le mani. "Ciao mà, ciao papi." salutai una volta entrata dentro casa, per poi baciare le guance dei miei genitori che ci stavano giusto aspettando. "Lui è Vincenzo, Vince, Francesca e Livio, i miei."

"È un piacere." sorrise educatamente, per poi stringere con forza la mano di papà e lasciare due baci sulle guance di mamma.

Lo sguardo che Vincenzo diede a mio padre mi fece quasi rabbrividire, stavano facendo una di quelle stronzate da maschi, per simboleggiare chi fosse il più forte.

A quanto pare non si è scordato della pugnalata alle spalle che mio padre mi aveva dato per la faccenda di Michele.

"Grazie per farmi restare qua per stanotte."

"Sei ospite di Giorgia, per noi non ce sta problema." mormorò papà accennando un sorriso. "Ora devo andare un attimo... lavoro. Torno subito. Voi due 'ntanto fateje vedè casa, no?" disse, per poi andare a rispondere al cellulare, che squillava ogni due per tre.

"Dai, Gio, porta la valigia su in camera, io e Vincenzo ci mettiamo in salone e vado chiedere a Soleil di portarci qualcosa." sorrise mia madre, mentre io annuivo ed andavo in camera. Quando tornai in salotto, mi sedetti vicino a Vincenzo, che mi fece l'occhiolino.

"Hola mi amor." mi salutò Soleil, che in pratica mi aveva quasi cresciuta. "Eres hermosa, como siempre."

"Ciao Sole, mi eri mancata tantissimo in questi giorni." dissi, per poi abbracciarla con forza e prendere posto vicino a Vincenzo, mentre lei posava un vassoio di rustici e tre cocktail sul tavolo.

"E chi è questo bel ragazzo?!" chiese, stringendo la mano a Vincenzo, che sorrideva.

"Il suo fidanzato." ridacchiò mamma, prendendo il suo analcolico in mano. "Come vi siete conosciuti?" chiese, mentre Soleil tornava in cucina.

"Amici in comune, Sara ha stretto amicizia con uno dei miei migliori amici." mormorò, per poi prendere il mio drink e passarmelo. "Si sono trovati bene ed abbiamo organizzato un'uscita di comitiva con i miei amici e Gio."

"E poi cosa è successo?" incalzò, curiosissima, per poi accavallare le gambe.

Quanto ama spettegolare.

"Poi abbiamo bisticciato per quasi tutta la sera su cose stupide e mi ha chiesto di uscire." le dissi, mentre lei ridacchiava.

"Non le stavo molto simpatico all'inizio, tutt'altro."

"No, lo trovavo insopportabile." ammisi, facendo ridere entrambi. "L'ho trattato malissimo all'inizio."

"Come al solito, fa sempre così con la gente nuova che a pelle non le va a genio." commentò mia madre, mentre la fulminavo con lo sguardo.

Vabbè manco a dipingermi come un mostro insensibile che odia tutti.

"Ma sbaglio o non sei di Milano?" chiese, mentre Vincenzo posava un braccio sulle mie spalle. "Hai un accento del Sud."

Odiare | PakyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora