-7- ESPRESSIONE INDECIFRABILE

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Calò il gelo sui tre aspiranti eroi, non riuscirono a muovere un passo. La paura di non sapere cosa fare, lo sgomento per quella presentazione e la somiglianza tra quella ragazza e Izuku paralizzò il trio.

"Vedo che vi ho lasciati senza parole" la ragazza rise, una risata da brividi che non si attribuirebbe mai ad un viso così morbido e gentile.

"Chi se-sei? Io non ho una sorella"

"Sbagliato! Tu hai una sorella più piccola di un anno. Mi sa che nostra madre ha pensato bene di tenerti nascosto questo piccolo particolare"

"Non è possibile, non l'avrebbe mai fatto"

"Sbagliato! L'ha fatto. Credi che sia la madre perfetta, ma non lo è"

"Sei tu che non la conosci. Mia madre è una donna formidabile e una madre eccezionale"

"SBAGLIATO!" la ragazza alzò il tono, urlò con forza e la voce le tremò leggermente "nostra madre mi ha abbandonato con quel mostro di nostro padre. Mi ha lasciato. Mi ha fatto soffrire nelle grinfie di quell'uomo perché era l'unico modo per liberarsi di lui"

"Co-cosa intendi?"

Hisame rise di nuovo, ma era tristezza e dolore quello che trasmetteva ai ragazzi che la stavano ascoltando. La luce calda del lampione disegnava delle ombre sulle gote della ragazza e metteva in risalto gli occhi luminosi e la smorfia che spezzava le curve morbide del viso.

"Nostro padre è un uomo orribile. Aveva maltrattato nostra madre. Picchiata, umiliata, insultata. L'aveva fatta sentire una nullità, finché lei non riuscì più a sopportare. Un giorno decise che era troppo doloroso per lei rimanere al fianco di quell'uomo e così lo obbligò ad andarsene, ma lui era disposto a lasciare la casa a una sola condizione... riesci a indovinare a che condizione?" pose quella domanda inclinando leggermente la testa di lato

"n-no, che condizione?" Izuku aveva paura della risposta, ma allo stesso tempo voleva sapere. Voleva venire a conoscenza del passato della sua famiglia. Non riusciva a non ascoltare quella ragazza e da qualche parte, infondo al cuore, sentiva che ciò che gli stava raccontando era la pura verità.

"Disse che se ne sarebbe andato solo con uno dei figli. Lasciò a nostra madre la scelta di quale figlio si sarebbe portato via, lui non aveva preferenze, LUI!" urlò quell'ultima parola, come a marcare la crudeltà della madre nell'aver avuto il coraggio di scegliere uno tra i suoi figli.

"E poi?" chiese con voce strozzata Izuku, il cuore aveva accelerato il battito, l'aria fredda entrava nei polmoni e faticava a uscire e le mani tremavano lungo i fianchi.

"E poi? Beh, lei non ebbe problemi a scegliere. Scelse il maschietto di un anno. Aveva avuto più tempo per affezionarcisi, per amarlo. UNA MADRE NON DOVREBBE AVERE PREFERENZE DI FIGLI!" la voce potente di quella ragazza ferita riecheggiava nell'aria fredda "Mi abbandonò ad un uomo crudele e privo di compassione. Non mi cercò, non si informò in alcun modo sulle mie condizioni perché la paura di essere ferita era più grande della paura che io venissi ferita. Riesci a cogliere l'ironia?"

"n-non è po-possibile"

"Sbagliato, è possibile e lo è stato" la voce aveva assunto un tono basso, era ricolma di tristezza, ma ancora più che tristezza i ragazzi riuscivano a percepire rassegnazione. Rassegnazione a ciò che le era accaduto, a ciò che aveva subìto e a ciò che avrebbe continuato a subire.

La ragazza chiuse gli occhi e una lacrima riflesse la luce della luna "sbagliato, è stato tutto sbagliato. La mia vita, la mia sofferenza, la mia nascita... tutto sbagliato".

Izuku cercò di accorciare le distanze tra lui e Hisame, sentiva il bisogno di raggiungerla, di stringerla, di salvarla, ma non fece in tempo che lei si scansò velocemente. Gli occhi esprimevano paura, ma il sorriso andava contro ciò che le si leggeva nello sguardo. L'espressione della ragazza era indecifrabile, da dove si guardasse si intravedeva paura, dolore, esuberanza, perfidia e ingenuità.

"Provi compassione Izuku? Ti senti in colpa perché per una scelta ingiusta tu hai avuto una bella vita, circondato dall'affetto di una madre, dall'amicizia dei compagni di classe e dalla protezione dei pro-hero e io invece non ho avuto affatto una vita, ma una misera sopravvivenza tra botte, dolore, odio e crudeltà?!"

La ragazza rise di nuovo, la tristezza era sparita dai suoi occhi. Alzò le mani e i ragazzi vennero scaraventati lontani, con un altro gesto alzò un muro di fuoco che la separasse dagli altri tre "ci rivedremo Izuku Midoriya. Non ti dimenticare anche te di me" in un attimo si dileguò nel buio della notte.

Quando le fiamme si spensero, della ragazza non era rimasta traccia, la luna illuminava il viso di Izuku e le mani, bianche come la luce lunare, erano strette al bordo della maglietta. 

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