-9- UN SORRISO E UN SALUTO

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Izuku scoprì quale fosse il pericolo imminente un mese più tardi.

I villain si erano organizzati in decine e decine per attaccare tutti gli eroi del Giappone. Vennero richiamati tutti i pro-hero e gli aspiranti eroi per affrontare il nuovo pericolo.

Gli studenti della 1 A si unirono al gruppo di eroi destinati all'area contrassegnata con la lettera C, ogni area era stata ulteriormente suddivisa così da distribuire le persone nel miglior modo possibile. I ragazzi aspiranti eroi andarono pronti per affrontare chiunque gli si presentasse di fronte, ma nessuno era davvero preparato per una guerra di quella portata.

Il giorno 15 aprile indossarono tutti il proprio costume da eroe, si divisero nelle diverse aree della zona C e ognuno rimase separato dai propri compagni, da solo con mille pensieri per la testa.

"Ci rivediamo tutti a scuola" salutò Shoto prima di seguire le indicazioni per raggiungere il luogo a lui assegnato. Izuku ricambiò con un sorriso e Bakugou con un cenno della mano, da quel momento il trio avrebbe dovuto combattere separatamente.

Il cielo si coprì di un velo color indaco e la notte si fece largo con le proprie stelle luminose e il proprio sorriso candido, chiamato luna.

Izuku percepì un fruscio alle sue spalle, l'eroe con cui condivideva l'area si diresse a controllare lasciandolo da solo. In quel momento si sentì vulnerabile più che mai. Da solo nel buio della notte, in un periodo di guerra e senza i suoi migliori amici a coprirgli le spalle. Ebbe paura, davvero paura di dover affrontare un qualsiasi villain gli si fosse presentato.

In lontananza si iniziarono a sentire i rumori attribuibili a centinaia di combattimenti diversi, poco distante con molta probabilità c'era il suo -collega eroe- intento in uno scontro, ma non fece in tempo a raggiungerlo e nemmeno a cercarlo, che alle sue spalle si materializzò qualcuno.

Sentì una mano fredda coprirgli gli occhi, il corpo di quello che lo aveva colto alle spalle era piccolo, la persona doveva essere particolarmente magra e dalla mano, sottile e delicata, avrebbe potuto affermare quasi con certezza si trattasse di una donna.

"Ti ricordi di me?"

La bocca era molto vicina all'orecchio del ragazzo, sentì le labbra muoversi e il fiato accarezzargli la tempia. la voce gli ricordava qualcuno, ma in quel momento, con quella paura e quella tensione, non riusciva a fare mente locale su chi fosse e dove avesse già incontrato quella persona.

"n-no"

"Così mi offendi, Izuku caro. Mi rendi proprio triste sai? Mi sa che devo rammentarti chi sono"

Sentì il corpo della ragazza muoversi alle sue spalle, la mano ancora sui suoi occhi, ma non ebbe il coraggio di muovere un singolo muscolo. Sentì il fischio tipico di quando si sfodera una lama, ma, nonostante il pericolo imminente, i muscoli ancora non rispondevano alla sua volontà.

"allontanati da lui. IMMEDIATAMENTE" il tono autoritario, una folata di vento e Izuku era libero dalla presa della ragazza.

Si voltò in preda alla confusione, quella seconda voce non era dell'eroe con cui stava poco prima. Guardò la ragazza che era stata scaraventata via da una forza invisibile, si trattava di Toga. Si ricordò di lei, di quando l'aveva vista la prima volta e di quanto trovasse inquietante il modo in cui lo guardava.

La ragazza dai capelli biondi, tirati su in due chignon, si sollevò da terra e sorrise, gli occhi color paglierino erano luminosi nella notte e i denti, appuntiti come quelli di un pipistrello, riflettevano la luce delle stelle.

"To-Toga"

"Ah bene, ti sei ricordato di me, ne sono felice" provò ad avvicinarsi, ma per qualche motivo, non riuscì a fare nemmeno un passo in direzione di Izuku. Sembrava che ci fosse un muro invisibile davanti a lei.

"Vattene Toga" la seconda persona, quella che aveva salvato l'aspirante eroe, parlò di nuovo. Mantenne il tono autoritario anche senza alzare la voce.

"Mi dispiace Meme, ma l'ho visto prima io questo bocconcino. Tu vatti a cercare qualcun altro"

"Vattene, non voglio ripeterlo. Sai che sono superiore sia di forza che di astuzia. Ti conviene andartene. Sono sicura che troverai qualcun altro da uccidere"

La bionda roteò gli occhi e fece per andarsene, ma prima guardò di nuovo Izuku e gli sorrise, facendo percorrere la schiena del ragazzo da un brivido.

"ah e Toga, ti ho detto mille volte di non chiamarmi in quel modo. Il mio nome è Hisame".

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