-70- LA LETTERA

100 9 5
                                    

"Izuku non tornerai a scuola?" Bakugou parlava piano, era tranquillo e non usava il suo solito tono impertinente. Era a conoscenza di cosa avesse passato il suo amico d'infanzia e non sapeva ancora come comportarsi con lui.

"no, mi dispiace. Non c'è posto per me lì. Non voglio tornarci e non voglio..."

"...diventare un eroe?"

"esatto"

"e che ne sarà del tuo sogno?"

"come posso diventare un eroe se non sono riuscito nemmeno a salvare mia sorella?" il ragazzo dalla chioma verde alzò il tono della voce inconsapevolmente

"tu devi diventare un eroe" rispose il biondo, anche lui alzando la voce. Si fece trasportare e si pentì poco dopo.

"perché? Perché ti interessa così tanto che io diventi un eroe?"

"perché se tu non sei degno di diventare un eroe, allora nemmeno io posso diventarlo" respirava in modo affannato e apriva e chiudeva le mani lasciate morbide lungo i fianchi

"cos..."

"tu sei sempre stato il più adatto al ruolo di eroe. Sapevi sin dall'inizio cosa volessi e ti sei fatto in quattro per ottenerlo. Eri senza quirk e non ti sei arreso. Ti sei battuto per quel sogno più di chiunque altro. Non puoi mandare tutto all'aria Deku. Tu sei destinato a diventare il prossimo simbolo della pace"

"mi dispiace non voglio più diventare un eroe, non credo più in loro"

I due compagni avevano ripreso a parlare piano, erano a un metro di distanza e non distoglievano lo sguardo l'uno dagli occhi dell'altro.

Katsuki fece un paio di passi e raggiunse l'amico. Lo prese per le spalle senza distogliere lo sguardo, le iridi color rubino erano catturate in quelle smeraldo e da quella minima distanza riusciva a sentire il respiro di Deku farsi più pesante.

"cosa farai d'ora in poi?"

"andrò alla ricerca di un mondo al quale io possa appartenere"

Il biondo esplosivo annuì silenziosamente e lasciò andare le spalle dell'altro. Mise una mano in tasca ed estrasse un foglio stropicciato, lo porse al verde cercando di mantenere l'espressione più apatica possibile.

"cos-cosa è?" chiese interdetto Izuku

"la lettera che il professor Aizawa ci aveva chiesto di scrivere quando abbiamo litigato..." sospirò facendo spostare una ciocca di capelli del ragazzo davanti a lui "... una delle tante volte in cui abbiamo litigato"

"l'hai scritta"

"sì, non subito. L'ho scritta dopo la tua scomparsa e non l'ho mai consegnata al professore, non avrei voluto nemmeno darla a te, ma se qui le nostre strade si dividono, allora credo non ci sia momento migliore"

Izuku senti la carta ruvida sui polpastrelli e non la strinse con forza, per cercare di non rovinarla più di quanto non lo fosse già.

Rimase fermo a guardare il biondo uscire dalla sua stanza, ma prima che varcasse la porta Bakugou parlò di nuovo, senza voltarsi.

"diventerò un eroe in cui tu potrai credere"

"non ho dubbi" disse piano Deku, non fu sicuro che l'altro lo avesse sentito, ma in un certo senso ci sperava.

Il ragazzo dalla chioma color del prato si sedette alla scrivania, accese la piccola luce e aprì il foglio che il suo amico d'infanzia gli aveva consegnato.

Lesse in silenzio ciò che vi era scritto, non si distrasse nemmeno per un secondo e quando finì la lettera ricominciò dalla prima riga. Rimase lì, seduto su quella sedia scomoda, per un'ora continuando a leggere le parole impregnate nella carta ruvida, non riusciva a fermarsi, ogni volta che arrivava alla fine ricominciava da capo.

Stupido nerd non so che fine tu abbia fatto, ma non ti azzardare ad essere morto.

Non so perché sto scrivendo questa cavolo di lettera, credo sia da idioti, ma eccomi qui.

Deku ovunque tu sia devi combattere, devi batterti per il tuo sogno, devi vivere per diventare un eroe a qualsiasi costo, perché credo proprio che il mondo abbia bisogno di uno come te.

Il mondo merita qualcuno che combatta con il cuore in mano e non c'è nessuno più adatto di te. Quindi vedi di tornare da noi, torna sano e salvo e diventa il simbolo della pace! Diventa una persona di cui tu possa essere fiero...

Lo so che da piccoli ti ho tormentato e non solo da piccoli, fino a poco fa ti trattavo come uno zerbino e mi dispiace, non te lo meritavi. Ma sappi che ora come ora sono quello che più di chiunque altro fa il tifo per te, ovunque tu sia.

Faccio il tifo per te perché sono certo che sarai un grande eroe, quello che la società cerca, quello che salva le persone con un sorriso, quel genere di eroe che tu hai sempre ammirato e cercato di imitare.

Ma non pensare che ti lascerò tanto facilmente il titolo di eroe numero uno, non ci penso minimamente a non battermi per quel titolo. Diventerò un eroe anche io, un eroe alla tua altezza.

Diventerò una persona migliore, degna di essere un tuo compagno sul campo e insieme arriveremo in cima.

Sei sempre stato al mio fianco e forse proprio grazie a te sono arrivato fin qui. Ti sono grato per non avermi mai lasciato e mi dispiace averti perso in quella notte, ma sento che tu sei ancora vivo da qualche parte e giuro, giuro sulla mia stessa vita, che ti troverò e ti riporterò a casa, vivo.

Non credo che consegnerò mai questa stupida lettera, né a te né al professore, ma se dovessi leggerla ti dico un'ultima cosa...

Izuku Midoriya tu forse non lo sai, ma sei già un eroe... lo sei per me.

Katsuki Bakugou

Dopo la quindicesima volta che leggeva quelle parole, così distanti da ciò che era solito dire il suo amico d'infanzia, ma così intime e sincere, piegò con cura il foglio e lo ripose nel cassetto.

Gli occhi lucidi e sul labbro il segno dei denti lì dove si era morso per costringersi a non piangere. Izuku si portò una mano al petto e percepì il battito accelerato del suo cuore triste.

Nel giro di un paio di ore preparò i bagagli e lasciò quella casa, non vi tornò per anni. Lì ormai non c'era più nulla per lui, sua sorella, Kaizaki, Yuuta, quelli con cui aveva legato avevano lasciato quel posto e così decise che anche lui doveva percorrere la propria strada.

Lasciare quella casa fu più difficile di quanto avesse pensato, passò una mano sul proprio nome dipinto sulla porta e, dopo aver lanciato uno sguardo a quello di Hisame pitturato sulla porta di fronte, chiuse la stanza e non si guardò più indietro.

"pensi di poter andare via senza salutare?" Haruto lo raggiunse in giardino, Izuku era quasi uscito dal cancello di ferro battuto quando lo sentì.

"mi-mi dispiace. Avevo paura che se vi avessi visti non avrei avuto il coraggio di andare via"

"forse dovresti rimanere con noi. Se te ne vai anche tu questa casa diventerà troppo silenziosa"

"quello che faceva più casino di tutti era Kaizaki, già senza di lui in giro la casa è troppo silenziosa"

"sì, forse hai ragione. Mi mancherà avere quei ragazzi tra i piedi e mi mancherai anche tu"

Izuku sorrise e le occhiaie scure si nascosero appena tra le pieghe del viso.

"salutami gli altri"

"certo. Mi raccomando stai attento e torna, ti prego torna a casa. Io..." inspirò riempiendo i polmoni "...noi tutti ti aspetteremo con ansia" Haruto alzò la mano mentre il ragazzo dalle sfumature verdi muschio varcava il cancello. 

Behind the liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora