-36- IL RIFLESSO DELLE EMOZIONI

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Andando avanti, la ragazza dai capelli color del carbone, scoprì che non tutti i quirk erano un dono, il suo le permetteva di sentire le critiche che tutte le ragazze della sua classe pensavano nella propria mente, mai nessuno aveva osato ad andare da lei a dirle qualcosa in faccia, ma lei sapeva esattamente cosa pensassero i suoi compagni di classe e non sapeva come smettere di sentirli.

Andò avanti per mesi, cercava di attutire le voci altrui mettendosi le mani sulle orecchie quando camminava per i corridoi, ma quel suo modo di fare aveva solo fatto aumentare i pettegolezzi su di lei.

Le uniche voci che voleva sentire erano quelle del fratello e del padre, perché erano gli unici che le dicevano ciò che pensavano. Quando le dicevano che le volevano bene, lo facevano perché era ciò che davvero provavano e quello aiutava la ragazza ad andare avanti, le permetteva di riprendere fiato e non sentirsi più annegare come accadeva tra le mura della scuola.

Iniziò a scrivere delle frasi sul libro, frasi sul genere umano. Le piaceva far scorrere la penna e lasciare che l'inchiostro sporcasse le pagine intonse. Scriveva con movimenti fluidi del polso e la sua mano sembrava danzasse sui fogli bianchi.

-sono tutti degli ipocriti a questo mondo-

-I professori fingono di volerci insegnare a vivere, ma in realtà pensano solo al momento in cui possono liberarsi di noi-

-Il gelataio all'angolo serve il gelato sorridendo e mentendo sulle quantità di frutta che ci mette-

-La fioraia usa fertilizzanti anche quando dice di non farlo-

-la vicina di casa è pazzamente innamorata di nostro padre e l'altro giorno l'ha salutato sperando che si accorgesse che era appena andata dal parrucchiere e, dopo che lui non se n'è accorto, ha urlato internamente che era un fallito che pensava solo ai figli. Il giorno dopo è tornata all'attacco con un vestito nuovo, papà ha un pessimo spirito d'osservazione e ha causato nuova ira nella vicina-

Ogni sera dopo cena la ragazza si metteva seduta, accendeva la luce poggiata sul bordo della scrivania e si metteva a scrivere i pensieri altrui, pensieri che non rispecchiavano le espressioni e le emozioni che le persone presentavano all'esterno.

Prima di andare a dormire riponeva il quaderno, con nuove pagine trascritte, nel cassetto della scrivania e poggiava la penna accanto alla luce. Camminava in punta di piedi fino al letto e si immergeva sotto le lenzuola cercando di dormire finalmente lontana dalle voci della mente.

Un giorno di pioggia la ragazza sentì molte persone inveire contro il cielo, non capiva perché a nessuno piacesse la pioggia. A lei piaceva camminare passando nelle pozzanghere, è vero i piedi si bagnavano e sentiva freddo, ma quello era forse l'unico momento in cui poteva lasciar scendere una o due lacrime senza che il fratello se ne accorgesse. E così lei aspettava tutto l'anno la stagione piovosa per liberarsi di un peso, piangeva anche di notte con la testa sprofondata nel cuscino, ma piangere lì accanto al fratello, nonostante lui non se ne accorgesse, le dava la sensazione di non essere sola in quella tristezza e così ne approfittava, approfittava di ogni singolo giorno di pioggia per piangere in compagnia.

Ma quel giorno Kaizaki era andato a casa di un amico, non aveva fatto il tragitto con lei. Aveva continuato a sentire i pensieri malvagi dei compagni di classe nei suoi confronti, era rimasta seduta al banco senza mai andare in bagno per paura di ritrovarsi da sola con quelli che pensavano di farle del male e così aveva dei dolori lancinanti all'addome per aver trattenuto per ore la pipì.

E la pioggia cadeva, così come le sue lacrime, ma lì, in quel momento, non c'era nessuno al suo fianco, non c'era quel chiacchierone del fratello, non c'era il padre che la teneva per mano. Era sola all'interno di quella tempesta che si faceva via via più violenta e rumorosa, quasi a coprire i pensieri altrui, ma nulla, nulla al mondo era capace di coprire quelle voci fastidiose che riempivano la testa della ragazza. Nulla attutiva il dolore che sentiva e le guance erano bagnate da un misto di lacrime e pioggia.

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