-31- COME UNA FAMIGLIA

133 15 0
                                    

"Come stanno Kacchan e Shoto??" Izuku quasi saltò in braccio a Kaizaki quando lo vide rientrare in casa. Aveva passato il pomeriggio a farsi film mentali su come i suoi migliori amici fossero stati uccisi da dei tremendi villain. Si era immaginato Katsuki legato come un salame, l'unico modo per tenerlo a bada anche nei suoi pensieri e Shoto cadere in una trappola per colpa della sua ingenuità.

"stanno benone, ho salvato la principessa in pericolo" il corvino sorrise all'amico e lo tranquillizzò in un attimo.

La cena era già pronta e tutti i ragazzi si riunirono intorno al tavolo per mangiare. Fu una serata confusionaria come al solito. Kaizaki raccontò le sue gesta da eroe animando la cena con movimenti improbabili delle braccia, Izuku ascoltò estasiato, con le stelline negli occhi, Yuuta guardò con sufficienza l'amico corvino ogni volta che esagerava un evento e Haruto osservò tutti quei ragazzi in silenzio con il sorriso sul volto.

"ehi prof cosa hai da sorridere?" Kaizaki interruppe il proprio racconto a metà, guardò interrogativo Haruto all'altro capo del tavolo

"non pensavo di poter rivivere momenti del genere"

"cioè?"

"mi sembra di essere tornato in aula con i miei alunni, me li ricordate molto"

"è positivo?" chiese perplesso Kaizaki

"molto" Haruto si alzò portando in cucina il piatto vuoto, aprì il rubinetto e guardò per qualche secondo l'acqua scorrere veloce e indisturbata. Sorrise ancora una volta, ricordare i suoi vecchi alunni gli procurava sempre un po' di dolore, nonostante fosse stato cacciato per colpa di uno di loro, c'erano alcuni dei ragazzi a cui teneva particolarmente e quel gruppo di scalmanati con cui viveva glieli ricordavano.

"certe volte i ricordi possono far male" Kaizaki lo aveva seguito in cucina e, vedendolo in quello stato, gli aveva poggiato una mano sulla schiena affettuosamente

"come fai a sapere sempre cosa dire?"

"il mio quirk mi aiuta parecchio" mise anche lui le mani nell'acqua insaponata e cominciò a lavare il proprio piatto

"avevo notato che sorridevi, ma l'emozione che provavi non coincideva pienamente con quell'espressione, provavi nostalgia" prese la spugnetta e aggiunse altro sapone

"sai sfruttare bene la tua unicità"

"avrei voluto saperla usare quando più mi serviva" spremette altro sapone per piatti fuori dalla bottiglia, facendo volare per aria qualche bolla

"prima o poi mi dovrai raccontare del tuo passato"

"prima o poi" prese in mano ancora una volta la bottiglia con il liquido verde per pulire i piatti, ma non fece in tempo a spremerla che Haruto gliela tolse di mano

"e smettila di usare tutto questo sapone, guarda che stai combinando"

Kaizaki abbassò lo sguardo e notò che dal lavandino stava uscendo della schiuma bianca che inondava il ripiano

"eheh scusa prof è che mi piace così tanto il profumo di questo sapone"

"fattici una doccia se proprio ti piace"

"davvero posso?" guardò Haruto con occhi luminosi e un sorriso che andava da un orecchio all'altro

"certo che no. È sapone per i piatti, idiota" prese la spugnetta e gliela lanciò sulla fronte trasformando il sorriso di Kaizaki in un broncio.

Dopo la cena si misero tutti in sala a vedere un film. C'era chi si era guadagnato un posto comodo sul divano come Yuuta e Haruto e chi, come al solito, era arrivato tardi e aveva ricevuto solo un cuscino da mettere a terra e su cui sedersi. Kaizaki passò tutto il tempo del film a lamentarsi di quanto fosse scomodo il cuscino che Yuuta gli aveva passato e aveva fatto perdere la trama a Izuku, il quale continuò a chiedere a Hisame cosa stesse succedendo.

Alla fine, nessuno era riuscito a seguire il film e tutti diedero la colpa al ragazzo corvino che, offeso dalle accuse secondo lui insensate, se ne andò in camera sbattendo i piedi per terra e urlando "QUI NESSUNO MI RISPETTA" prima di chiudersi la porta dietro le spalle.

La mattina seguente Izuku fu svegliato da delle voci, si affacciò dalla finestra e vide in giardino Kaizaki che parlava con Dabi. Entrambi i ragazzi discutevano come se fossero vecchi amici, Kaizaki gesticolava come suo e solito e Dabi ascoltava pazientemente.

Il ragazzo dalla zazzera verde si mise una felpa e raggiunse il duo, quando arrivò venne salutato con un sorriso dal corvino e con un gesto della mano dal ragazzo più alto.

"stavo raccontando a Dabi come ho salvato Shoto ieri pomeriggio"

"non credere a tutto ciò che dice, tende a ingigantire le cose"

Kaizaki fulminò Izuku e incrociò le braccia offeso da quell'affermazione

"sono l'eroe che ha salvato la sua principessa" disse il corvino indicando Dabi

"in che senso?"

"è lui che mi ha chiesto di salvarlo"

"davvero?" Izuku guardò stupito il ragazzo parecchio più alto di lui, la prima volta che lo aveva visto gli aveva incusso timore, invece dopo averlo conosciuto aveva scoperto che era un ragazzo come tutti gli altri, uno di cui potersi fidare.

"sì, si mi ha chiamato in preda al panico perché avevano preso di mira Shoto e disperato mi ha chi..."

"ok basta così. Credo abbia capito" Dabi interruppe Kaizaki sovrastandolo con il proprio tono profondo.

Kaizaki ancora una volta se ne andò offeso, rientrò in casa dicendo che avrebbe preparato la colazione per tutti, compreso Dabi nonostante lo avesse zittito in quel modo scortese.

"allora devo ringraziare te per aver salvato il mio amico" Izuku sorrise e porse la mano a Dabi per una stretta di riconoscenza.

"non devi ringraziarmi" il ragazzo dagli occhi color oceano strinse la mano e fece per andarsene

"non ti fermi per colazione?"

"no grazie, ho paura che quel ragazzo mi avveleni"

"non hai tutti i torti. Allora alla prossima Dabi"

Dabi si ritrovò a camminare per strada pensando a come quel ragazzo dal ciuffo verde fosse fuori luogo in un gruppo di super cattivi, gli aveva sorriso così sinceramente che aveva sentito l'impulso di proteggerlo. Pensò a come quello non fosse il luogo giusto per Izuku, ma allo stesso tempo fosse l'unico luogo in cui dovesse trovarsi. Però fu felice di sapere che suo fratello aveva trovato un amico così gentile e affidabile.

Izuku si stava mettendo nel piatto le uova strapazzate quando Yuuta lo chiamò dall'ingresso dicendo che aveva visite.

Non riusciva a immaginarsi chi potesse essere, forse Dabi aveva cambiato idea sulla colazione o forse era solo uno scherzo di Yuuta. Quando arrivò alla porta d'ingresso riconobbe subito quel ciuffo biondo e quegli occhi color rubino.

"Kacchan che ci fai qui?"

Behind the liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora