-27- FIDUCIA

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"quale verità Todoroki?" alle spalle dei due ragazzi della UA apparve Aizawa, non sembrava arrabbiato, ma il tono era indecifrabile

"pro-professore ci ha seguiti?"

"eravate troppo strani, entrambi voi. Non poteva essere una coincidenza. Allora che è successo ieri?"

"NON SONO CAZZI SUOI PROFESSORE"

"Modera i termini sei ancora a scuola e io sono un tuo insegnante"

"non mi interessa più di questa stupida scuola o di voi finti eroi"

Katsuki corse via e uscì dal cancello principale, Shoto lo seguì con lo sguardo sospirando

"professore io non credo che lei sia uno dei finti eroi di cui parla Bakugou"

"allora dimmi la verità su..."

"non lo penso, ma ho paura di scoprire di essermi sbagliato sul suo conto"

"Todoroki stai provando paura nei miei confronti?"

Il ragazzo guardò le nuvole che formavano dei disegni astratti sopra di lui, sorrise debolmente e si fece accarezzare dalla leggera brezza che soffiava quel giorno

"ho smesso di aver paura quando mi sono reso conto che l'uomo che avrebbe dovuto proteggermi dal mondo mi stava in realtà distruggendo, ho imparato a proteggermi da solo e quindi no professore, non ho paura di lei. Non di ciò che possa farmi fisicamente, ma ho paura di scoprire che un'altra persona che sarebbe dovuta stare dalla mia parte in realtà mi ha tradita"

"hai così poca fiducia nel genere umano?"

"negli eroi"

"capisco"

"allora professore mi dimostri che di lei ci si può fidare. Mi dimostri che al mondo c'è almeno una persona che può difendermi se dovessi crollare"

"non è da te parlare in questo modo"

"lei ha appena iniziato a conoscermi, non può dire quale sia il modo in cui mi comporterei normalmente"

"va bene, vuoi una dimostrazione della mia lealtà nei tuoi confronti?"

"nei confronti dei suoi alunni e degli innocenti che ripongono speranza nel simbolo dell'eroe"

"tieni questi sono i dati che ho raccolto in questi giorni per la ricerca di Midoriya. Li condivido con te e nessun altro, nemmeno gli altri professori sono a conoscenza delle mie ricerche. Usali come meglio credi" il professore porse una serie di fogli al ragazzo bicolore e fece per andarsene, quando si sentì tirare per la manica

"lei ha continuato a cercarlo? Nonostante i suoi superiori glielo avessero vietato lei l'ha cercato?" la voce del bicolore tremava leggermente e gli occhi stavano diventando lucidi per la nuova consapevolezza di avere almeno un adulto dalla sua parte

"certo, non abbandono i miei alunni. Nemmeno se è il preside in persona a chiedermelo"

Aizawa mise una mano sulla testa del suo alunno, posò i propri occhi su quelli eterocromi del ragazzo e non riuscì a sorridere, non riuscì a trasmettere speranza, buttò fuori l'aria e annuì prima di riprendere a camminare verso l'entrata dell'edificio.

Shoto guardò il professore allontanarsi, si portò una mano sui capelli e percepì un calore che suo padre non gli aveva mai trasmesso. Fece scendere le lacrime che aveva trattenuto, le lasciò asciugare dalla brezza e poi si diresse dalla parte opposta rispetto al professore.

Varcato il cancello si guardò intorno e lo vide, a pochi metri c'era Bakugou seduto sul marciapiede.

"Bakugou guarda che mi ha dato il professor Aizawa"

"che è?" chiese il biondo strappando di mano a Shoto i fogli

"indizi su Midoriya, su come trovarlo. Lui non si è arreso, ha continuato a cercarlo. Si è battuto contro il mondo per lui"

Il biondo sfogliò gli appunti del professore, si stupì di come fossero ordinati e come per ogni indizio fosse scritta anche la fonte. Li lesse velocemente pur sapendo che per lui sarebbero stati inutili, ormai sapeva come e dove trovare il compagno di classe.

Li riconsegnò a Shoto, un po' di rabbia era svanita dall'espressione del ragazzo dai capelli a punta. Calciò un sasso sorridendo "allora c'è ancora qualcuno che si batte per noi"

"sì" rispose Shoto sorridendo a sua volta

Quel pomeriggio si recarono in sala professori decisi a raccontare ad Aizawa tutto ciò che avevano scoperto, ma non lo trovarono, seduto alla sua scrivania c'era il preside.

"mi dispiace ragazzi, ma il professor Aizawa ha ricevuto un avviso importante e dovrà stare via un po' di giorni"

"ma noi dobbiamo parlargli" Shoto sentì i polmoni faticare a prendere aria e lo stomaco chiudersi

"per qualsiasi cosa potete dire a me" il preside si sporse verso il bicolore e gli strinse il braccio per poi tornare con la schiena poggiata alla sedia

"no, lei non è il nostro professore. Noi vogliamo parlare con lui. Ci dica dove è andato" Katsuki fece un passo avanti superando il compagno di classe e avvicinandosi con il proprio viso a quello da topo del preside. Da quella breve distanza riusciva a vedere perfettamente la cicatrice frastagliata che segnava l'occhio del preside.

"mi dispiace ma è un'informazione riservata"

"riservata sto cazzo. Lo volete tenere solo lontano da noi"

"modera i termini ragazzo"

"lei non è il mio professore"

"sono più in alto di Aizawa, io sono il preside"

"allora lo sa che le dico signor preside?!" Katsuki mostrò il dito medio prima di uscire furioso dalla sala insegnanti

"sei sospeso per una settimana"

"MEGLIO, ALMENO NON DOVRÒ SEGUIRE LE SUE LEZIONI DI MERDA" urlò dal corridoio sbattendo i piedi ad ogni passo

Il preside si schiarì la gola e tornò a guardare Shoto con occhi curiosi, non si scompose nemmeno per un attimo

"hai qualcosa da dirmi ragazzo? Mi sembri pallido" effettivamente il ragazzo dai capelli bianchi e rossi aveva perso colorito e sudava parecchio, annaspava alla ricerca di aria e apriva e chiudeva le mani lungo i fianchi

"le-lei mi ri-ricorda qualcosa di brutto"

"come hai detto?"

"per caso è amico di mio padre?"

"lo rispetto come uomo e come eroe, ma non so se definirmi amico"

"allora è per questo che ho questa sensazione. Nessuno che lo rispetti come uomo può essere una brava persona" concluse il bicolore prima di varcare la porta e dirigersi verso la propria aula.

Shoto fece qualche passo, la vista gli si annebbiò e, per non cadere a terra, dovette poggiarsi alla parete. Lasciò un'impronta bagnata sul muro, il palmo era sudato e dall'attaccatura dei capelli cadevano gocce salate, strizzò gli occhi cercando di mettere a fuoco, vide qualcuno avvicinarsi, ma non riuscì a riconoscerlo prima di perdere i sensi. 

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