-34- SPIEGAMI

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***

La piccola stanza era buia, solo la lampadina sulla scrivania dava quel po' di luce che bastava a far vedere cosa ci fosse a terra.

Il pavimento era ricoperto di sangue, quel color cremisi aveva invaso ogni fenditura del parquet fino ad infiltrarsi nei meandri più nascosti della stanza.

Ovunque mettesse piede, Kaizaki calpestava quel liquido denso e lasciava delle impronte che si seccavano in poco tempo. Sconvolto da tutto quel sangue e da quella figura minuta a terra, raggomitolata su sé stessa come a proteggersi, il ragazzo corvino scivolò e si ritrovò con le ginocchia sul pavimento.

Sentì i jeans piano piano impregnarsi del rosso vivo e quando sollevò le mani dovette trattenere un urlo nel vederle gocciolare sangue. Si avvicinò a gattoni alla figura stesa a terra, gli occhi erano chiusi come se stesse dormendo, la guancia poggiata sul parquet era macchiata di sangue secco e le braccia, appena davanti al viso, non lasciavano scoperto nemmeno un lembo di pelle pulito.

Tutto intorno a quella figura in posizione fetale era ricoperto del suo stesso sangue.

L'urlo di Kaizaki si liberò facendo tremare le mura di quella piccola camera da letto, urlò fino a sgolarsi, fino a non avere più nemmeno una goccia salata da versare, si lasciò cadere disperato sul corpo inerme davanti a lui, soffocando i singhiozzi ormai asciutti nella maglietta fina di quella che una volta era la persona più importante della sua vita.

***

Izuku dopo aver incontrato Katsuki aveva cambiato umore all'improvviso, nessuno tranne il corvino aveva assistito alla scena e aveva chiesto a quest'ultimo di non dire nulla a nessuno. Non voleva compassione o discorsi su come fosse la scelta giusta, lui sapeva che la sua era la scelta giusta, ma avrebbe tanto voluto che il suo compagno di classe lo capisse da solo.

Il cespuglietto si diresse verso la propria stanza, non disse nulla nemmeno alla sorella dopo averla incrociata in corridoio. Una volta chiusa la porta alle spalle si lasciò cadere sul letto e rimase sdraiato a guardare il soffitto rovinato, cercando di non pensare a ciò che gli aveva appena detto Kacchan.

"dovrò considerarti a tutti i costi un villain e come tale dovrò darti la caccia" quella frase albergava nella mente di Izuku e non lo lasciava in pace "ora sono un nemico di Kacchan" incrociò le braccia dietro la testa senza distogliere lo sguardo dalla crepa che disegnava forme astratte sul soffitto, sembrava un fulmine pronto a infrangere ciò che c'era di solido sopra la sua testa.

"non posso tornare indietro, non più, non ora"

Provò a chiudere gli occhi nella speranza di potersi concentrare su altro, ma, appena calarono le palpebre, la figura nitida dell'amico di infanzia prese forma davanti a lui e ripeté ancora una volta "dovrò considerarti a tutti i costi un villain e come tale dovrò darti la caccia" li riaprì in fretta per far svanire quell'immagine, ma si accorse che delle lacrime stavano prendendo forma lungo la rima degli occhi.

Sentì una goccia lasciare il bordo della palpebra inferiore e bagnargli la tempia, non l'asciugò, la lasciò seccarsi all'aria. Sospirò piano sollevando il petto "io volevo solo diventare un eroe".

"puoi ancora essere un eroe"

La voce, ormai inconfondibile, arrivò da dietro la porta chiusa e fece voltare lentamente il cespuglietto verso la fonte di quella singola frase, ma dopo aver constatato che la camera era ancora chiusa tornò a guardare la crepa che in quel momento suscitava più interesse della persona che si trovava in corridoio e che aveva parlato.

"Non leggere nella mia mente Kaizaki, per favore, non ora"

Izuku roteò gli occhi quando sentì la serratura della porta scattare e dei passi entrare nella camera da letto.

"Scusa, forza dell'abitudine"

Il ragazzo dal ciuffo verde ribelle buttò fuori l'aria dal naso e socchiuse gli occhi

"Cosa mi dice che il soffitto non crollerà?" Izuku non si disturbò a guardare il corvino, rimase nella stessa posizione e sempre con la stessa espressione

"cosa?" chiese perplesso il ragazzo dagli occhi ambrati

Rimanendo sdraiato sul letto Midoriya sollevò un braccio e indicò la crepa evidente sul soffitto sopra di loro

"Ah, quella. Puoi stare tranquillo, l'abbiamo fatta controllare, non c'è pericolo"

"Da chi l'avete fatta controllare?"

"amici"

"è questo che mi preoccupa"

Kaizaki tornò a guardare l'amico, che nel frattempo aveva riportato il braccio dietro la testa e aveva chiuso gli occhi, fingendo di non avere nessuno in stanza

"Izuku perché credi di non poter più essere un eroe?" rimase in piedi a pochi passi dal letto, guardava con occhi tristi il verde ragazzo che respirava piano e che cercava di nascondere in tutti i modi quella malinconia che lo stava divorando dall'interno

"Non devi leggermi la mente"

"Mi dispiace, ma non posso farne a meno"

"Esiste la privacy"

"Lo so, credi che non abbia preso pugni, schiaffi e scariche elettriche per aver letto pensieri di persone che non volevano?!"

"scariche elettriche?"

"Sì, ormai vendono a chiunque i taser elettrici. Si trovano su Amazon. Sono di un pericoloso e doloroso assurdo"

"E non ti è bastato?"

"NO"

Quella risposta così irruenta attirò finalmente l'attenzione di Izuku che si puntellò sui gomiti per guardare meglio l'amico corvino ancora in piedi in mezzo alla stanza

"vuoi spiegarmi?"

"Non voglio perdere nessun altro sapendo che se avessi sentito un pensiero in più, una richiesta d'aiuto silenziosa, io l'avrei potuto salvare"

Izuku batté due volte la mano sul materasso invitando Kaizaki a sedersi accanto a lui. Il corvino mosse qualche passo e si lasciò cadere sul morbido lenzuolo leggermente spiegazzato, prese aria facendo un respiro profondo, chiuse gli occhi e cominciò a raccontare. 

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