-39- IL CORRIDOIO NERO

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I quattro giovani villain scavalcarono il grande cancello d'entrata e si ritrovarono nel cortile della scuola. Izuku si guardò intorno, riconobbe ogni minimo dettaglio del giardino; in quel periodo, da quando se ne era andato, nulla era cambiato e forse questo fatto gli faceva provare ancora più nostalgia.

Arrivarono silenziosamente all'entrata dell'edificio e Kaizaki si mise in mostra aprendo la serratura con dei fili metallici che si era portato da casa, aperta la porta a vetri fece un inchino e lasciò passare i compagni.

I corridoi erano bui e le aule erano tutte in ordine, come mai le avevano viste Izuku e Yuuta. Si diressero verso la sala dei professori guidati dai due ex studenti della UA, entrarono senza problemi e si sedettero ad un pc qualsiasi. Cercarono dati di qualsiasi tipo, dalle informazioni sugli studenti a quelle sui professori, ma ciò che davvero gli interessava era una cartella denominata -TOP SECRET- che non riuscirono ad aprire per via di una password.

Provarono a caricare i file sulla pennetta, ma, a parte quelli che erano riusciti a leggere, quelli criptati non li potevano copiare.

Si sentì un rumore provenire da fuori della stanza in cui si trovavano, si voltarono tutti e quattro contemporaneamente, ma non videro nessuno dietro le loro spalle e, quando uscirono dalla porta della sala insegnanti, non trovarono nessuno nemmeno in corridoio.

Un altro rumore attirò l'attenzione dei giovani villain che si diressero verso la fonte di quel suono metallico.

Scesero delle scale che i due ex studenti non avevano mai percorso, arrivarono in un'area della scuola che non aveva niente a che vedere con i piani superiori. I muri erano dipinti di nero, così come le porte che presentavano ognuna un lucchetto grande e argentato. Fecero qualche altro metro e trovarono una stanza aperta, il lucchetto era stato rotto e si affacciarono rimanendo sempre in allerta. La stanza era buia, sporca e Kaizaki fu quasi certo di aver intravisto delle scritte rosso sangue sulle pareti di in uno degli angoli di quella camera scura. Furono costretti ad uscire per la puzza che gli stava facendo venire la nausea e bruciare gli occhi. Ripresero a camminare sempre con occhi attenti come dei falchi.

Camminarono per parecchi minuti prima di sentire un'altra volta quel rumore metallico che li aveva distratti dal continuare a cercare file sul computer, arrivarono in fondo al corridoio nero pece e trovarono una grande porta a due ante sfessurata.

Kaizaki fece segno agli altri di rimanere in silenzio, si avvicinò alla porta e poggiò piano l'orecchio sul freddo legno dipinto di nero. Sentì una voce provenire dall'interno, sembrava parlasse con qualcuno, ma non sentiva una seconda persona rispondere.

"Quindi mi puoi dire per cortesia a chi hai riferito ciò che hai scoperto? No? Stai cercando di difendere qualcuno? Lo sa che da qui non uscirà vivo? Tanto vale dirmelo"

Si sentì il rumore di una porta che si apriva e dei passi veloci entrare nella stanza, Kaizaki si avvicinò ancora di più con l'orecchio all'anta, incuriosito da ciò che stava accadendo oltre la porta.

"Eccoli dottore i file sui nuovi candidati per l'esperimento" la voce ansiosa e interrotta dal fiatone per la corsa, ma Kaizaki la riconobbe all'istante.

Senza avvertire i compagni e senza rendersene conto il corvino aveva spalancato la porta a due ante e si era fiondato nella grande stanza dove si trovavano tre persone.

Un uomo snello e alto dal camice bianco che teneva in mano un martello macchiato di rosso, un uomo rannicchiato a terra, legato e bendato che perdeva sangue e un terzo uomo dai capelli scuri e occhiaie che cerchiavano due occhi color del miele.

"Pa-papà" fu l'unica cosa che riuscì a dire Kaizaki prima di essere raggiunto dai suoi amici sconvolti dal suo comportamento. 

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