-32- DUE GOCCE D'ACQUA

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Yuuta aveva sempre avuto i capelli di un bianco candido che ricordavano molto la neve appena caduta e la morbidezza di quel ciuffo era come quella del pelo di un gatto.

Sin da quando aveva quattro anni passava le sue giornate in camera a giocare con i lego, non aveva amici all'asilo e al parco non riusciva mai a parlare con nessun bambino.

Yuuta condivideva i giochi con un bambino identico a lui, stessi capelli candidi, stessi occhi color carbone e stesse identiche espressioni. Lo chiamava Yukki-nii, era la persona a cui voleva più bene al mondo ed era il gemello di cui andava tanto fiero.

Ogni giorno all'asilo se qualcosa gli avesse dato fastidio Yukki l'avrebbe risolta e a casa se qualcosa non gli fosse piaciuto nel piatto, Yukki l'avrebbe nascosta sotto il tavolo nell'attesa dell'arrivo del fidato cane Puk. Il loro rapporto era la cosa più importante e pura per Yuuta e mai vi avrebbe rinunciato.

Le stagioni si susseguirono una dietro l'altra, vedendo sempre Yuuta e Yukki da soli in quella cameretta a giocare. Passarono mesi e anni e Yuuta arrivò alle elementari.

Nuova scuola, nuovi compagni di classe, nuove maestre, ma lui era sempre lo stesso. Timido e silenzioso non fece amicizia nemmeno nella nuova classe. Continuò a passare le giornate da solo, con Yukki sempre al suo fianco.

Le medie furono difficili per il dolce e indifeso Yuuta, dovette affrontare ciò che di peggio si cela nelle scuole, il bullismo.

Un giorno tornando a casa venne fermato da un gruppo di ragazzi, in un istante lo accerchiarono senza dargli la possibilità di scappare. Quello più alto gli prese lo zaino lanciandolo lontano, un altro rise rumorosamente per l'espressione spaventata di Yuuta e il terzo ragazzo lo prese per i capelli.

Il candido venne obbligato ad alzare il viso, sentiva il fiato pesante dell'altro ragazzo sulle guance e la paura lo pervase. Si vedeva specchiato nelle iridi del compagno di classe, intravedeva i suoi stessi occhi neri spaventati, le sopracciglia del colore delle nuvole inarcate a formare due curve perfette e un accenno di lacrime ai lati delle palpebre.

"Che colore stupido, i tuoi capelli sono ridicoli" tirò ancora di più il ciuffo del ragazzo dagli occhi neri provocandogli una fitta di dolore lungo il collo.

"la-lasciami per favore" implorò Yuuta con le lacrime agli occhi. Provò a liberarsi dalla presa del compagno di classe, ma non ci riuscì, tutto ciò che faceva era inutile.

"Scusa, ma agli scarti come te non do retta" rise guardando i suoi amici con aria compiaciuta, non accorgendosi però che alle sue spalle stava arrivando qualcun altro dai capelli e gli occhi identici a quelli del ragazzo che stava infastidendo.

Lo scontro tra i due fu rapido, Yukki liberò il gemello e fece nero il ragazzo che aveva osato toccarlo.

Quando finalmente i tre compagni di classe di Yuuta corsero via urlando, Yukki si voltò a guardare il viso del gemello rigato da lacrime salate, gli porse la mano e lo aiutò ad alzarsi.

"Dovresti imparare a difenderti Yuuta" la voce era pacata e dolce, anche la tonalità con cui parlava era identica a quella di Yuuta.

Si guardarono, la leggera brezza spostava i capelli di entrambi e la luce faceva apparire delle piccole scaglie grigie scure nelle iridi. Yukki sospirò vedendo lo sguardo triste del fratello e lo tirò a sé stringendolo in un abbraccio.

"Promettimi che diventerai più forte e che imparerai a difendere te stesso e chi ne ha bisogno" lo strinse ancora più forte e sentì Yuuta annuire contro la sua spalla.

Fu quello il giorno in cui il candido Yuuta decise di fare il possibile per entrare nella UA per diventare un eroe.

Le medie continuarono e, seppure i ragazzi lo continuassero ad insultare per l'aspetto o per il quirk secondo loro inutile, lui continuava risoluto sulla propria strada. Anche dopo che uno dei ragazzi provò a spingerlo nel fiume lui continuò a fare sempre lo stesso sogno, quello di salvare i più deboli.

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